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Giovedì, 28 Marzo 2024
Economia

Quota 100, chi favorirebbe davvero la riforma promessa da Lega e M5S?

La modifica della Fornero con Quota 100 favorirebbe senz'altro una categoria specifica, numerosa e molto forte a livello elettorale: quella dei diritti quasi-acquisiti, ovvero i 55-65enni. Ma in questi gironi circolano le voci più disparate. Alcune "molto drastiche"

Ogni promessa è debito (pubblico). La riforma Fornero, l'attuale legge che regola il sistema pensionistico in Italia, ha le settimane contate, a sentire le promesse dei più ascoltati esponenti del governo Conte. Il superamento della legge con l'introduzione della Quota 100 è argomento di dibattito quotidiano, ma dopo tre mesi circa dall'insediamento dell'esecutivo, non ci sono stati provvedimenti concreti (né si intravedono all'orizzonte , oggi come oggi). 

Quota 100, a chi conviene?

La modifica della riforma Fornero, con l’introduzione di qualche tipo di Quota 100 favorirebbe senz'altro una categoria specifica, numerosa e molto forte a livello elettorale: quella dei diritti quasi-acquisiti, ovvero i 55-65enni. Le conseguenze certe però sarebbero costi di bilancio elevati (la stima di 4 miliardi annui appare davvero ottimistica).

Il governo farà di tutto per  provare a consentire a chi, sommando età anagrafica e età contributiva, raggiunge Quota 100 di andare in pensione anticipata, con differenti modulazioni a seconda dei settori di appartenenza dei lavoratori. Il paletto sarebbe un minimo di 64 o 65 anni di età, requisito questo che però non piace ai lavoratori precoci che, dal canto loro, avendo iniziato a lavorare in giovane età, hanno sì tanti anni di contributi accumulati ma un’età anagrafica ancora bassa. Il governo dovrà valutare se la disponibilità molto ridotta di risorse costringerebbe a limitare con ulteriori paletti Quota 100, depotenziando però così a livello simbolico uno dei punti forti del contratto Lega-M5S. 

Pensioni, le ultime voci

Quindi non mancano le voci più drastiche, le indiscrezioni sorprendenti: secondo Affaritaliani ad esempio ci sono voci molto insistenti "in ambienti politici" secondo cui il governo Conte "avrebbe deciso di non fare nulla per la legge Fornero quest'anno". Se ne riparlerebbe l'anno prossimo. Difficile che il ministro del Lavoro Luigi Di Maio possa accettare di non fare nulla sul tema pensioni. Quota 100 è sì una mossa che insegue incentivi elettorali di breve respiro, ma il governo legastellato non sarebbe certo il primo a dare più peso alle prossime elezioni (nel 2019 si vota per elezioni europee decisive non solo per il futuro dell'Ue, ma anche per stabilire i pesi e le gerarchie tra Lega e M5S all'interno del governo Conte) piuttosto che alla sostenibilità futura del sistema. Saranno le prossime generazioni a farsi carico del problema. La storia recente italiana si ripropone, sempre simile: "Benefici per le generazioni correnti e costi per quelle future", nota il Sole 24 Ore.

Pensioni, tante voci ma nessuna certezza: "Governo chiarisca cosa vuole fare"

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