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Giovedì, 28 Marzo 2024
Economia

Quota 100, novità in vista per la liquidazione: cosa potrebbe cambiare

L'eventuale superamento della Legge Fornero con Quota 100, la misura per la pensione anticipata che il governo ha intenzione di inserire nella manovra, è ancora avvolto dalla nebbia. E spuntano i dubbi su Tfr e Tfs

L'eventuale superamento della Legge Fornero con Quota 100, la misura per la pensione anticipata che il governo ha intenzione di inserire nella manovra, è ancora avvolto dalla nebbia. Allo stato attuale, si conoscono solamente i requisiti generici, 62 anni di età e 38 anni di contributi: ci sono però molti altri aspetti dovranno essere chiariti con il passaggio della Legge di Bilancio 2019 in Parlamento

Quali potrebbero essere le conseguenze "economiche" per i futuri pensionati? Potrebbe esserci una penalizzazione riservata ai dipendenti pubblici. Sembra infatti che, per limitare i costi derivati dai circa 400.000 potenziali pensionamenti con Quota 100, il governo intenda prolungare i tempi per il pagamento della liquidazione dei dipendenti pubblici. Secondo le stime sono circa 160.000 i dipendenti pubblici che andranno in pensione con Quota 100, nel caso la misura venisse davvero inserita nella manovra. A coloro che vanno in pensione lo Stato tra due anni (lo prevede il Decreto Salva Italia del 2011 e dalla Legge di Stabilità del 2014) dovrà pagare il TFR o il TFS, per un totale di circa 3 miliardi di euro di spesa. 

Quota 100, cosa potrebbe cambiare per la liquidazione

Con le attuali normative, infatti, per il pagamento della liquidazione i dipendenti pubblici devono attendere 24 mesi (più altri 3 mesi di tolleranza) nel caso in cui abbiano cessato il servizio per dimissioni volontarie o in caso di pensionamento anticipato (qual è appunto la Quota 100). I tempi si riducono a "soli" 12 mesi per chi ha raggiunto i requisiti per la pensione di vecchiaia e a 105 giorni per chi è stato dispensato per inabilità (o anche per i decessi). Ma in che modo la Quota 100 potrebbe allungare ancora i tempi per il pagamento della buonuscita dei dipendenti pubblici?

L'ipotesi è che per provare a far quadrare i conti, il governo voglia proporre di fare slittare i tempi per l'erogazione della liquidazione per coloro che andranno in pensione prima, riconoscendo quanto dovuto solamente una volta raggiunta l'età pensionabile per la pensione di vecchiaia. Facciamo un esempio: con questa ipotesi, un dipendente pubblico che andrà in pensione a 62 anni anziché ricevere il TFR/TFS dopo due anni ne dovrà attendere altri tre, visto che l’amministrazione gli pagherà quanto gli spetta solamente alla soglia dei 67 anni. In alternativa, anziché penalizzare i dipendenti pubblici, per far fronte ai 3 miliardi di euro non previsti, il governo potrebbe ricorrere all'aiuto delle banche, pagando le liquidazioni ricorrendo a un anticipo bancario che verrebbe poi restituito, dal Tesoro stesso, in 5 anni.

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