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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Gelo tra sindacati e Governo sulle pensioni, Poletti: “Assegno da 600 euro per i giovani”

Si è concluso dopo tre ore di riunione l'incontro tra i rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil e il ministro del Lavoro. Apertura sulla questione giovani, muro sull'adeguamento dell'età pensionabile

Fumata grigia, per non dire nera, al termine dell'incontro durato più di tre ore tra il ministro del Lavoro Poletti e i rappresentanti dei sindacati Cgil, Cisl e Uil. Un 'gelo' che arriva soprattutto sul tema dell'aspettativa di vita, come confermato da Susanna Camusso, leader della Cgil, al termine dell'incontro: “La questione dell'aspettativa di vita per noi è fondamentale. Dal Governo registriamo un'ampia reticenza su questo argomento”.

Secondo la Camusso, il problema sta nel doppio automatismo: “Pesa due volte sui lavoratori, sia in termini di età che di rendimento. Non si può pensare di favorire il lavoro dei giovani e  poi allungare ancora i tempi di pensionamento a persone che lavorano già da moltissimi anni. Siamo molto insoddisfatti”.

Un sentimento evidenziato anche da Maurizio Petruccioli della Cisl: “Bisogna bloccare lo scorrimento in avanti dei requisiti pensionistici”. Più ottimista il commento di Carmelo Barbagallo della Uil: “Abbiamo fiducia nel Governo, dove c'è una grande maggioranza favorevole al congelamento della norma sull'aspettativa di vita”. 

Assegno di 600 euro per i giovani

I giovani sono stati uno dei temi chiave dell'incontro tra Governo e sindacati, in cui il ministro Poletti ha avanzato una proposta che potrebbe, almeno in parte, accontentare i sindacalisti: un assegno minimo di 600-620 euro nel caso in cui i contributi versati non siano sufficienti, con la possibilità per lo stesso giovane di andare in pensione a 63 anni e 7 mesi. Si tratta comunque di una proposta “in fase di studio e non urgente, in quanto riguarda comunque i giovani che andranno in pensione tra almeno 20 anni”, ha commentato il ministro Leonardi a Repubblica.

Il nodo aspettative di vita

Ma se per quanto riguarda i giovani il Governo ha mostrato segnali di apertura, per quanto riguarda la possibilità di rivedere l'adeguamento dell'età pensionabile all'aumento dell'aspettativa di vita, sembra essersi alzato un vero e proprio muro, come confermato dall'insoddisfazione della Camusso e di Petruccioli. “La base di una pensione adeguata non possa essere 1,5 volte l'assegno sociale ma che appunto la soglia vada rivista al ribasso, soprattutto per chi ha una carriera discontinua o carente a livello delle retribuzioni”, ha commentato la Camusso. 

Boeri: “Pericoloso non far scattare gli automatismi”

“E’ fondamentale rispettare gli automatismi. Allontanarsi dagli automatismi, infatti, è estremamente pericoloso, sia per i costi ingenti che per il messaggio che arriverebbe all’esterno sulla sostenibilità del nostro sistema pensionistico”. Ad affermarlo è il presidente dell’Inps, Tito Boeri, a margine di una conferenza stampa, commentando il possibile stop all’adeguamento all’aspettativa di vita dei requisiti anagrafici per l’accesso alla pensione. Dal 2019 il tetto salirà a 67 anni.

I prossimi incontri

Quella di oggi è soltanto la prima di una serie di riunioni che vedranno seduti al tavolo i rappresentanti del Governo e dei sindacati. Il 5 settembre è previsto un incontro sulle tematiche del lavoro, mentre il 7 e il 13 si continuerà a discutere sui temi pensionistici. 

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