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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Rivalutazione pensioni, perché oggi se ne torna a parlare: rabbia dei sindacati

"Sulla rivalutazione delle pensioni il presidente dell'Inps continua a mentire sapendo di mentire" dicono dalla Cgil. Come stanno davvero le cose? Facciamo chiarezza

Pensioni ancora al centro del dibattito. E' un tema molto sentito da migliaia di persone, da nord a sud. Stiamo parlando della rivalutazione delle pensioni, ovvero l'adeguamento degli assegni al costo della vita. Scambi di accuse tra sindacati e vertici dell'Inps. "Sulla rivalutazione delle pensioni il presidente dell'Inps continua a mentire sapendo di mentire. Il taglio c'è stato eccome tanto che 3,5mld di euro finiranno direttamente dalle tasche dei pensionati nelle casse dello Stato". Lo dice il segretario generale dello Spi-Cgil Ivan Pedretti rispondendo a quanto riferito da Pasquale Tridico a seguito delle assemblee dei pensionati che si sono tenute ieri a Padova, Roma e Napoli.

Pensioni, perché i sindacati attaccano il presidente dell'Inps

"C'era un accordo sottoscritto dai Sindacati con il precedente governo - continua Pedretti - che doveva riportare in vigore il vecchio sistema di rivalutazione e che è stato disatteso". È davvero incredibile, aggiunge, "che a rispondere a milioni di pensionati arrabbiati e delusi sia il Presidente di un Ente che dovrebbe essere super partes e rappresentare gli interessi generali". Di sicuro c'è, conclude il segretario generale dello Spi-Cgil, "che dopo la manifestazione del 1 giugno in piazza San Giovanni dovremo andare anche sotto l'Inps per ricordare a chi lo dirige qual è il suo ruolo e per sollecitarlo a fare meglio il proprio lavoro viste le ripetute disfunzioni che registriamo a discapito dei cittadini".

Tridico non ci sta: "Non si può dire che quello sulle rivalutazioni delle pensioni sia stato un taglio, semmai, rispetto alla legge precedente, un aumento". Così il presidente Inps, Pasquale Tridico, replica alle critiche dei sindacati dei pensionati che accusano il governo di voler far cassa sulle pensioni a cominciare dal "taglio delle rivalutazioni al costo della vita".

Pensioni, non ci sono buone notizie per chi sperava in "quota 41"

Rivalutazione pensioni 2019: che cosa è cambiato

I numeri sono numeri, che qualcuno stia ricevendo una pensione inferiore a quello che sarebbe automaticamente successo se il governo non ci avesse "messo mano" nell'ultima manovra è un dato di fatto. Da un mese a questa parte sono scattate le previste novità: il messaggio dello scorso 22 marzo dell'Inps di fatto ha ufficializzato ciò che era da tempo ormai inevitabile, ovvero che da aprile 2019 le pensioni sarebbero state ricalcolate con i criteri di rivalutazione previsti dalla legge di Bilancio 2019. Un 'taglio' che ha interessato circa 5,6 milioni di pensionati, i quali hanno ricevuto un assegno più basso, proprio a causa del blocco delle rivalutazioni. Il ricalcolo riguarda però solo i pensionati che ricevono un importo superiore a tre volte il trattamento minimo, ovvero un lordo maggiore di 1.522,26€. 

A stabilire le nuove norme sulla rivalutazione delle pensioni è la Legge di Bilancio 2019. Con gli "aggiustamenti" voluti dal governo, per le pensioni superiori a tre volte il minimo e inferiori a quattro, la rivalutazione sarà del 97%, del 77% per gli importi tra quattro e cinque volte il minimo, del 52% tra cinque volte e sei volte il minimo, del 47% oltre sei volte, del 45 oltre otto volte e solo del 40% oltre nove volte il minimo. Alla luce della legge di Bilancio 2019, il nuovo meccanismo porta a 7 il numero delle fasce progressive di importo delle pensioni, confermando quindi l’adeguamento all’inflazione del 100% solo per gli assegni fino a 3 volte il minimo del trattamento.

Chi percepisce un lordo maggiore di 1.522,26€ sono state rivalutate in maniera parziale, nel modo seguente:

  • importo superiore a 3 volte, ma inferiore a 4 volte (2.029,68€): 97% del tasso di riferimento, ossia 1,067%;
  • importo superiore a 4 volte ma inferiore a 5 volte (2.537,10€): 77% del tasso di riferimento, ossia allo 0,847%;
  • importo superiore a 5 volte ma inferiore a 6 volte (3.044,52€): 52% del tasso di riferimento, ossia lo 0,572%;
  • importo superiore a 6 volte ma inferiore a 8 volte (4.059,36€): 47% del tasso di riferimento, ossia lo 0,517%;
  • importo superiore a 8 volte ma inferiore a 9 volte (4.566,78€): 45% del tasso di riferimento, ossia lo 0,495% per il 2019;
  • importo superiore a 9 volte il trattamento minimo: 40% del tasso di riferimento, lo 0,44%.

Rivalutazione pensioni ANSA-2

La misura della rimodulazione delle rivalutazioni sui trattamenti pensionistici durerà un triennio e coinvolgerà circa il 58,6% dei trattamenti pensionistici, secondo le stime della Relazione Tecnica allegata al maxiemendamento del Governo alla legge di Bilancio 2019. Dal 2022 lo schema, salvo proroghe o nuove modifiche, dovrebbe tornare alle 3 fasce previste dalla legge n. 388/2000.

Pensionati in piazza il 1 giugno: "Governo non ci ascolta"

''Il governo non ci ascolta e per questo siamo pronti a riempire piazza San Giovanni a Roma''. Così i pensionati di Cgil Cisl e Uil, oggi in assemblea a Padova, Roma e Napoli alzano la voce in vista della manifestazione del prossimo 1 giugno. "Siamo stanchi di essere sempre il bersaglio di politiche rivolte a cercare risorse prelevandole direttamente dalle tasche dei pensionati, come avvenuto con la decisione di procedere al taglio della rivalutazione delle pensioni in vigore dal 1 aprile", ad una sola voce Spi, Fnp e Uilp.

Perché i pensionati scendono in piazza contro il governo

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Quota 100, quante domande sono state presentate all'Inps

Sono 129.758 le domande presentate per accedere alla pensione con la cosiddetta Quota 100. Lo comunica l'Inps sulla base dei dati aggiornati alle 16 di mercoledì E' sempre Roma la città con il piu' alto numero di domande: sono 9.699.

Pensioni, quando conviene (e quanto costa) la pace contributiva 

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