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Venerdì, 29 Marzo 2024
Economia

Pensioni, salta la quota 41 e cambia la quota 100: ecco chi potrà lasciare il lavoro in anticipo

Pochissime certezze su ciò che il governo M5s-Lega farà in tema di pensioni con la prossima legge di bilancio. Ancora da definire con esattezza i requisiti della quota 100: la combinazione esatta è 62 anni di età e 38 di contributi, ma si valutano anche altre opzioni. Il Fondo monetario internazionale: "Preservare la riforma Fornero"

Cosa farà il governo gialloverde sulle pensioni? Cominciamo col dire che con l'approvazione della nota di aggiornamento al Def da parte del Consiglio dei ministri l'esecutivo ha iniziato timidamente a mettere in campo lo smantellamento della riforma Fornero introdotta nel 2011 con il governo Monti. Al momento, però, abbiamo poche certezze e tanti dubbi. Le prime perplessità riguardano i criteri che verranno applicati per il ritiro dal mondo del lavoro, anche in funzione della cifra stanziata col Def (7 miliardi di euro), non sufficiente a fare tutto ciò che il governo vorrebbe realizzare. 

Pensioni, ultime notizie: "Preservare la riforma Fornero"

Lo scenario economico non è dei migliori. L'Italia è il fanalino di coda di Eurolandia. Il pil italiano crescerà dell'1,2% nel 2018 e dell'1,0% nel 2019 dopo il +1,5% del 2017. Lo prevede il Fondo monetario internazionale lasciando invariate le stime di crescita rispetto all’aggiornamento del World Economic Outlook di luglio. Rispetto ad aprile 2018, invece, le stime sono state riviste al ribasso di 0,3 punti percentuali per quest’anno e di 0,1 punti per il prossimo. La revisione al ribasso rispetto ad aprile è legata al "deterioramento della domanda esterna e interna e all’incertezza sull'agenda del nuovo governo". "In Italia le passate riforme pensionistiche e del mercato del lavoro dovrebbero essere preservate e ulteriori misure andrebbero perseguite, quali una decentralizzazione della contrattazione salariale per allineare i salari con la produttività del lavoro a livello aziendale", afferma il Fmi nel World Economic Outlook, invitando l'Italia a preservare la riforma Fornero.

Come cambiano le pensioni con la "quota 100"

In tema riforma delle pensioni, il nodo cruciale rimane quello della cosiddetta quota 100, la somma tra età anagrafica e anni di contributi versati. Dovrebbe essere garantita la possibilità di andare in pensione a 62 anni e con 38 di contributi versati, ma sul tavolo ci sono anche altre possibilità (ma non si sa ancora se tutte le altre opzioni che permettono di arrivare alla quota 100 possano essere applicate). Da una parte c'è chi vorrebbe garantire l'uscita dal lavoro ogni volta che si arriva a quota 100; dall'altra c'è chi spiega che sarebbe troppo costoso e i 7 miliardi previsti non basterebbero. Difficile, ad oggi, sapere se la quota 100 verrà applicata anche per chi ha 63 anni e 37 di contributi, o 64 anni e 36 di contributi. Il paletto più probabile sembra essere quello di bloccare il requisito contributivo a 38 anni, escludendo le altre opzioni ma mantenendo la possibilità di andare in pensione con quote superiori a 100: per esempio, con 38 anni di contributi e 63 di età, e così via. Inoltre, chi andrà in pensione non potrà cumulare un assegno con proventi derivanti da altre attività.

Quota 41 rimandata: "Non ci sarà da quest'anno"

Oltre alla quota 100, il governo vorrebbe introdurre anche la quota 41. Si tratta di un principio diverso, grazie al quale chi ha versato 41 anni di contributi può andare in pensione indipendentemente dall'età anagrafica. "Quota 41" sarebbe un'opzione a favore dei cosiddetti lavoratori "precoci", ovvero di coloro che hanno iniziato a lavorare molto precocemente e per i quali la "quota 100" sarebbe gravosa. Il contratto di governo prevede questo punto. Ma nel Def non si parla di quota 41. E ieri Salvini è stato chiaro: per le pensioni "non ci sarà 'quota 41' già da quest'anno, non abbiamo la bacchetta magica: i tempi sono per l'anno prossimo, abbiamo 5 anni davanti".

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Ape sociale e opzione donna: cosa succede? 

C'è poi la questione dell'anticipo pensionistico, introdotto dal governo Gentiloni e che sta per scadere. Per confermarlo servirebbero circa 600 milioni di euro. Anche in questo caso, ad oggi ci sono poche certezze. Si parla anche dell'ipotesi che il governo lo rimpiazzi con i fondi esubero di categoria, incentivando così le aziende a pre-pensionare i lavoratori con più difficoltà, per esempio perché malati o con figli disabili, ma che comunque non raggiungerebbero i requisiti previsti dalla quota 100 o dalla quota 41. Allo stesso modo, ancora dubbi su "opzione donna", la misura che consente alle lavoratrici di andare in pensione in anticipo, con 57 anni di età e 35 di contributi versati. Per ora sembra che non sia previsto un rinnovo di questo provvedimento.

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