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Venerdì, 19 Aprile 2024
Pensioni

Pensioni, quota 100 e il "trucchetto" delle finestre di uscita

Ecco come funziona l'escamotage che il governo intende reintrodurre per contenere la spesa pensionistica. E per gli statali è in arrivo la beffa

Nelle ultime settimane, a proposito della quota 100, si è parlato di una possibile reintroduzione delle così dette finestre di uscita. Ma cosa si intende per finestre mobili o finestre di uscita? Il meccanismo delle finestre – spiega il sito PensioniOggi – era stato sostanzialmente mandato in pensione nel 2012 con la riforma Fornero. Ora però potrebbe tornare in auge. In sostanza, si tratta di un “trucchetto” del legislatore per contenere la spesa pensionistica.

La legge Fornero aveva infatti stabilito che l'assegno viene erogato dal primo giorno del mese successivo a quello nel quale l'assicurato ha maturato i requisiti per la pensione (con alcune eccezioni). Nel caso del sistema a finestre (che siano esse “mobili” o “fisse”) le cose cambiano: la liquidazione dell’assegno viene rimandata ad un secondo momento rispetto a quello nel quale si maturano i requisiti. In questo lasso di tempo, in teoria, il futuro pensionato potrebbe anche smettere di lavorare (ma per avere certezze in questo senso bisogna aspettare il testo della legge, è probabile anzi che non sarà così): in sostanza però non percepirà alcun assegno. Lo Stato spende meno in quanto dilazionando i pagamenti eroga meno prestazioni pensionistiche.

In pensione con quota 100: cosa cambia

Nel documento inviato dal governo all'Unione europea si fa rifermento a quattro 'finestre' per ogni anno per i dipendenti del privato e a due per quelli pubblici. Il meccanismo dovrebbe essere il seguente.

  • Per i lavoratori del settore privato ci sarà una finestra ogni tre mesi.
  • Per i dipendenti pubblici ci sarà una finestra ogni sei mesi.
  • Per il personale della scuola ci sarà solo una finestra all’anno.

Per quanto riguarda i lavoratori del settore privato, la prima finestra dovrebbe essere ad aprile 2019, la seconda a luglio, la terza ad ottobre e la quarta a gennaio 2020. Il meccanismo delle finestre dovrebbe servire, oltre che a contenere i costi, anche a far sì che non ci sia un pensionamento di massa dei dipendenti pubblici (circostanza che potrebbe mettere a dura prova il funzionamento di scuole, uffici, ospedali, etc).

Per gli statali un preavviso di nove mesi

Secondo quanto riferito questa mattina dal ministro della Pubblica amministrazione Giulia Bongiorno, per i dipendenti statali che usciranno con quota 100 sarà inoltre prevista una norma ad hoc, che conterrà "un preavviso di 9 mesi".

Riforma delle pensioni, le ultime novità

Per ora – è sempre bene sottolinearlo – si tratta comunque di norme che dovranno essere approvate dal Parlamento. La riforma delle pensioni ha davanti a sé una strada lunga e piena di insidie. Quanto alle ultime indiscrezioni, la cattiva notizia è che sembra tramontata l’ipotesi di un blocco dell’adeguamento dei requisiti alla speranza di vita. Nel 2019 chi non potrà beneficiare della quota 100 dovrà insomma aspettare i 67 anni di età. Inoltre è sempre più probabile l’introduzione del divieto di cumulo: chi va in pensione con quota 100 non potrà svolgere lavori extra per arrotondare l’assegno.

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