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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

Pernigotti, confermata la chiusura: la protesta al cioccolato dei lavoratori

I rappresentanti di Toksoz, gruppo turco proprietario del marchio, hanno ribadito durante l'incontro al Mise la volontà di chiudere lo stabilimento di Novi Ligure. Sotto il ministero il presidio dei lavoratori: praline in regalo ai passanti

Niente da fare, la Pernigotti chiude i battenti. Durante l'incontro avvenuto al ministero dello Sviluppo economico il gruppo turco Toksoz, rappresentato dai suoi consulenti, ha ribadito la volontà di chiudere lo stabilimento di Novi Ligure, in provincia di Alessandria, e terziarizzare la produzione. Una scelta che mette a rischio oltre 250 lavoratori (100 dipendenti, 150 tra stagionali e interinali e 20 lavoratori del settore commercio). Una proposta che ovviamente non trova d'accordo i sindacati perché abbasserebbe la qualità dei prodotti Pernigotti, oltre al licenziamento dei dipendenti. 

"Il tavolo va avanti ma solo se viene la proprietà turca ed è per questo che il presidente del consiglio Giuseppe Conte convocherà la Pernigotti e la proprietà turca, la Toksoz", ha detto il ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro, Luigi Di Maio al termine del tavolo. Alla proprietà turca, ha sottolineato, "spiegheremo che il marchio Pernigotti e il sito sono uniti. Se la proprietà turca non vuole investire nello stabilimento di Novi Ligure allora deve dare totale disponibilità all'utilizzo del marchio e noi ci impegneremo a trovare nuovi soggetti interessati", ha sottolineato Di Maio. "Non è accettabile che si prenda il marchio e si lascino i lavoratori a casa: questa gente ha creato la Pernigotti", ha rilevato.

Durante il tavolo al ministero dello Sviluppo economico, si è tenuto un presidio dei lavoratori dello storico marchio. "La nostra richiesta è la Cig per due anni e trovare una soluzione adeguata in modo da mantenere marchio e produzione", sottolinea il segretario generale della Uila, Stefano Mantegazza. "Se sì smette di produrre il marchio a Novi Ligure è una truffa. Il governo intervenga per la tutela dei marchi storici", aggiunge Mantegazza che considera importante la presa posizione della Regione Piemonte sulla possibilità di acquisire il marchio Pernigotti dalla società turca che oggi ne è proprietaria. "Pernigotti esiste dal 1860. Una storia che non può sparire da Novi Ligure", sottolineano i lavoratori davanti al ministero di via Molise a Roma.

"La politica sia unita per trovare soluzioni: useremo tutti gli strumenti a disposizione per cercare di mantenere la produzione in Italia", aveva detto 'Mattino Cinque' Stefano Buffagni, sottosegretario M5S agli Affari regionali. "I tecnici e la politica stanno lavorando, ma intanto è fondamentale garantire supporto economico ai lavoratori e alle famiglie, che non possono essere soltanto un numero. Non si può continuare a fare impresa sulla pelle delle persone", aveva aggiunto.

Cioccolatini in regalo per protesta

Mentre nelle stanze del ministero dello Sviluppo economico avveniva l'incontro con i rappresentanti di Toksoz, fuori c'è stato il presidio composto da una delegazione di circa 50 lavoratori che hanno distribuito cioccolatini e praline ai passanti al grido di “Lavoro, lavoro”. Gianduiotti e cioccolatini della Pernigotti sono al centro della protesta di una delegazione di 50 lavoratori, in presidio sotto al ministero dello Sviluppo economico contro la chiusura dell'azienda di Novi Ligure. “Noi siamo Pernigotti. Pernigotti è di Novi", si legge sui loro cartelli.

Pernigotti, lavoratori in presidio regalano cioccolatini

"Lavoro alla Pernigotti da oltre 20 anni, - ha raccontato all'Ansa una delle manifestanti - e continuo a mangiare tantissimi cioccolatini, non stancano mai. È per le capacità dei miei colleghi che hanno anche 30 anni di esperienza. Se Novi chiude, non saranno più così buoni". 

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