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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Pernigotti, nuova doccia fredda: “Marchio e azienda non sono in vendita”

La proprietà turca ha accolto la richiesta del Governo di congelare i licenziamenti fino al 31 dicembre, ma anche ribadito l'intenzione di non vendere

Una buona notizia, l'altra meno. Sono due le principali novità sul caso Pernigotti che emergono in seguito all'incontro avvenuto a Palazzo Chigi tra il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, il vicepresidente e ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, e la proprietà turca dell'azienda. La prima riguarda la decisione di Toksoz di accogliere la richiesta del governo italiano di sospendere la procedura, seppure temporaneamente, fino al 31 dicembre 2018, per poter lavorare sulla reindustrializzazione del sito produttivo di Novi Ligure, attraverso la nomina di un soggetto terzo che verifichi, analizzi e valuti le opportunità produttive. Un segnale positivo, smorzato dall'altra notizia ribadita dalla proprietà turca: si chiuderà lo stesso, con marchio e azienda che non sono in vendita.

L'azienda, spiega una nota di Palazzo Chigi, farà richiesta di cassa integrazione con causale di reindustrializzazione al fine di garantire l'ammortizzatore sociale ai propri dipendenti e permettere la reindustrializzazione del sito produttivo e delle attività dell'azienda. Nei prossimi mesi l'esecutivo lavorerà a una norma per vincolare in futuro i marchi storici italiani e le relative produzioni al territorio nel quale vengono realizzati. Un ulteriore passo verso la valorizzazione del made in Italy.

Cioccolato 'amaro': perché la Pernigotti sta per chiudere

"La strada è lunga e con l'azienda per ora abbiamo concordato di sospendere la procedura fino al 31 dicembre. Successivamente la strada che abbiamo indicato è quella di provare a reindustrializzare il sito di Novi Ligure; per farlo sarà nominato un soggetto terzo che possa verificare e valutare le opportunità produttive che arriveranno in queste settimane. In quella fase agli operai verrà garantita la cassa integrazione. Insomma, in questo modo si riuscirebbe a respirare, ma la nostra battaglia per la Pernigotti e per il Made in Italy continua". Ad affermarlo su Facebook è il ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro, Luigi Di Maio dopo che ieri sera, "come promesso qualche settimana fa, io e il presidente Giuseppe Conte abbiamo incontrato la proprietà di Pernigotti", i turchi Toksoz.

"Abbiamo parlato a lungo con loro - rileva Di Maio-, spiegando il ruolo fondamentale che un marchio come Pernigotti ricopre in Italia, ma soprattutto nel territorio di Novi Ligure, dove è fonte di reddito per centinaia di famiglie orgogliose di rappresentarlo da una vita".

Questo governo, aggiunge Di Maio, "lavora per fare in modo che i lavoratori e le aziende vengano tutelati. Stiamo inoltre continuando a lavorare a una legge che vincoli i marchi storici italiani e le loro produzioni ai territori ai quali appartengono. Sarà un ulteriore passo verso la valorizzazione e la tutela del bene più prezioso a nostra disposizione: il Made in Italy. Presto andrò a trovare i lavoratori a Novi Ligure e lì faremo un nuovo tavolo per capire a che punto siamo e delineare una strada che garantisca la dignità dei lavoratori e anche dello storico marchio".

Pernigotti: azienda e marchio non in vendita

Ma se la sospensione della proceduta di licenziamento può essere vista come una buona notizia, la 'doccia gelata' arriva dalla proprietà turca di Pernigotti che, oltre a ribadire l'intenzione di chiudere le saracinesche a Novi Ligure, ha ribadito che "né il marchio né la società sono, allo stato attuale, in vendita".

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Nel corso dell'incontro l'azienda, si legge in una nota ufficiale, "ha confermato la decisione di cessare la conduzione in proprio delle attività produttive presso il sito di Novi Ligure, e l'intenzione di terziarizzare in Italia la produzione, preferibilmente individuando partner industriali interessati all'acquisizione o alla gestione degli asset produttivi a Novi Ligure, nel tentativo di ricollocare il maggior numero possibile di lavoratori". Per favorire l'individuazione e l'approfondimento del dialogo con tali partner, Pernigotti, si legge, "ha accolto la richiesta del Governo di posticipare il termine relativo alla richiesta di Cassa Integrazione Guadagni Straordinari fino al 31 dicembre 2018".

Nel corso dell'incontro di ieri, l'azienda ha inoltre richiesto il supporto del Governo affinché "favorisca la cessazione del blocco dello stabilimento di Novi Ligure al solo fine di consentire ai soggetti potenzialmente interessati di prendere visione degli asset e formulare proposte concrete di acquisizione del polo industriale o di utilizzo in toto o in parte delle sue linee produttive, nell'esclusivo interesse dei lavoratori stessi; permettere al personale incaricato dall'azienda di accedere allo stabilimento allo scopo di prelevare scorte di prodotto per la loro commercializzazione".

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