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Giovedì, 18 Aprile 2024
Economia

La Pernigotti è salva: "La produzione resta in Italia e senza esuberi"

La fumata bianca è arrivata al termine dell'incontro avvenuto al Mise: confermata la reindustrializzazione dello stabilimento Pernigotti di Novi Ligure e il mantenimento dei livelli occupazionali

Buone notizie per i lavoratori della Pernigotti: al Ministero dello Sviluppo Economico sono stati firmat due storici accordi per la azienda dolciaria: “"La produzione continua a Novi Ligure e non ci sarà nessun esubero".

La conferma arriva direttamente dal vicepremier Luigi Di Maio al termine del tavolo per la Pernigotti: "È stato raggiunto un accordo in tempi record. Non ci saranno esuberi tra i lavoratori". Possono quindi tirare un sospiro di sollievo i 92 lavoratori che da quasi un anno vivevano nel limbo, con l'incubo di perdere il loro posto di lavoro.

La Pernigotti è salva: cosa dicono gli accordi

Il salvataggio della Pernigotti è arrivato tramite la firma di due accordi preliminari, rispettivamente con Emendatori e Gruppo Spes. Secondo quanto riporta la nota del Mise, il primo accordo è per la cessione del marchio "Maestri gelatieri" e per le relative strutture commerciali e produttive, con coinvolgono rispettivamente 21 e 15 dipendenti, con l'inizio della produzione previsto per il 1° ottobre del 2019. È in fase di valutazione la possibilità che sia un unico soggetto aziendale (una newco) a gestire la produzione di Novi. La cooperativa torinese Spes rileverà invece il ramo d'azienda che produce il cioccolato e il torrone.

Pernigotti, lavoratori in presidio regalano cioccolatini

"Nel corso della riunione che si è svolta al Mise, presieduta dal Ministro Luigi Di Maio, a cui hanno partecipato i rappresentanti delle aziende coinvolte, l'advisor Sernet, i sindacati e gli enti locali, "sono stati presentati - riferisce il Mise in una nota - gli accordi siglati tra le parti che costruiscono i presupposti del piano industriale per il mantenimento delle produzioni a Novi Ligure e la salvaguardia dei dipendenti. Frutto del lavoro portato avanti in questi mesi in modo sinergico dall'advisor e dal Ministero, che ha permesso l'individuazione di due nuovi investitori".

La firma di questi accordi arriva a quasi un anno  dall’annuncio da parte della proprietà turca Toksoz di voler fermare le attività del sito piemontese, mettendo a rischio il futuro dei lavoratori. L'intervento del ministero ha reso possibile il mantenimento della produzione in Italia e dei livelli occupazionali. Una fumata bianca che soltanto qualche mese fa sembrava un'utopia.

Pernigotti, Fai Cisl: "Avviato percorso di salvataggio"

"L'incontro svolto oggi al Mise sulla vertenza Pernigotti ha finalmente permesso di avviare il giusto percorso per il salvataggio industriale dello stabilimento di Novi Ligure, per i quali le lavoratrici e i lavoratori hanno lottato per quasi un anno: abbiamo toccato con mano ipotesi concrete e soluzioni utili per dare prospettive all'occupazione". Lo affermano il segretario nazionale della Fai Cisl Roberto Benaglia e il segretario della Fai Cisl Alessandria-Asti Enzo Medicina, commentando l'incontro tenuto oggi sulla vertenza Pernigotti alla presenza del ministro dello Sviluppo Luigi Di Maio.

"Sono stati siglati accordi preliminari con la cooperativa torinese Spes per il comparto cioccolato e torrone, e con l'imprenditore Giordano Emendatori per il comparto gelateria, con l'obiettivo della reindustrializzazione del sito e del reimpiego di tutte le persone ad oggi in forza, ma il contratto si dovrà formalizzare definitivamente entro il 30 settembre", spiegano i due sindacalisti.

"La produzione resterà a Novi Ligure. Oggi non si può ancora dire che la Pernigotti sia salva, - proseguono i sindacalisti - ma certamente è stato compiuto il primo passo per andare nella direzione dell'occupazione di tutti gli addetti sul territorio, e a breve ci saranno incontri di sito e al Mise per gestire questi passaggi delicati". "La richiesta del sindacato di non delocalizzare all'estero ma di reindustrializzare il sito ha trovato risposte concrete, che dovremo approfondire nei prossimi incontri locali", dichiarano i due sindacalisti.

"Questa vertenza - concludono Benaglia e Medicina - dimostra come le produzioni e i marchi italiani mantengano appetibilità e capacità di rilancio grazie anche alle competenze di lavoratrici e lavoratori, e come non dobbiamo mai arrenderci davanti a crisi che spesso appaiono senza soluzione".

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