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Sabato, 20 Aprile 2024
Economia Italia

L'economia italiana cresce... meno del resto dell'Europa

Migliorano leggermente le prospettive del Fondo monetario internazionale per l'economia italiana nel 2018, vista in crescita dell'1,5%, stesso passo registrato nel 2017; ma per il 2019 è atteso un misero +1,1 per cento

L'Italia è il Paese che cresce meno nell'Eurozona. È quanto emerge dalle tabelle del World Economic Outlook, il rapporto sull'economia globale dell'Fondo monetario internazionale redatto nell'ambito degli Spring Meetings, che da giovedì prossimo entreranno nel vivo a Washington, negli Stati Uniti.

Il Fondo monetario internazionale si aspetta che il Pil nel nostro Paese cresca dell'1,5% quest'anno, così come nel 2017. Le stime per il 2018 sono state alzate di 0,1 punti rispetto all'aggiornamento del Weo dello scorso gennaio e di 0,4 punti rispetto all'edizione del documento elaborata lo scorso ottobre.

pil italia-2Per il 2019, le previsioni sono rimaste invariate rispetto ai calcoli fatti a gennaio, ma sono aumentate di 0,2 punti rispetto al Weo dell'autunno. Nel 2016 - ricorda il Fondo - il nostro Paese aveva registrato un'espansione dell'1,1% e nel 2015 dello 0,9 per cento. Per il 2023, l'istituto di Washington prevede ancora un Pil italiano pro capite in rialzo dello 0,8% (per le stime legate al periodo 2020-2022 bisogna aspettare la pubblicazione, prevista domani, del Fiscal Monitor).

L'Italia resta però in fondo, superata da Germania (+2,5%), Francia (+2,1%), Spagna (+2,8%) e anche Grecia (+2%).

In Spagna vola l'economia: +2,8%

Ancora una volta è la Spagna a registrare un'espansione economica superiore agli altri. A Madrid il Pil è previsto in rialzo del 2,8% nel 2018 e del 2,2% nel 2019, dopo un +3,1% nel 2017; a Berlino è atteso un +2,5% quest'anno e un +2% il prossimo; a Parigi è atteso un +2,1% nel 2018 e un +2% nel 2019, dopo un +1,8% nel 2017; a Roma è previsto un +1,5% nell'anno in corso e un +1,1% nel prossimo.

Il Fondo però avverte che la crescita di medio termine rallenterà a +1,4%, "frenata da una produttività bassa, a fronte di sforzi deboli sul piano delle riforme e trend demografici sfavorevoli". Per il momento, i tassi di crescita "al di sopra del trend" rappresentano un "contributo importante al tanto atteso rafforzamento dell'attività economica nelle economie avanzate". Stando a quanto contenuto nel Weo, la disoccupazione scenderebbe all'8,4% quest'anno, 0,7 punti in meno del 2017, e all'8,1% il prossimo.

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