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Venerdì, 29 Marzo 2024
ECONOMIA

Prodotto interno losco: "L'Italia cresce grazie a droga e sesso"

Più criminalità e corruzione, più ricchezza: da quest'anno, secondo i nuovi criteri previsti a livello europeo, nel calcolo del Pil entrano le attività illegali. Sarà un 'toccasana' per i conti italiani?

ROMA - Chissà se stavolta riusciremo a primeggiare su tutte le economie dell'Eurozona. "Sarebbe angosciante - afferma il deputato Pd e componente della Commissione Antimafia Davide Mattiello  - dover constatare tra qualche mese che i Paesi nord europei migliorano il rapporto Pil/deficit grazie alla ricerca universitaria, mentre l'Italia lo migliora grazie a droga e corruzione".

Potrebbe davvero accadere, dato che i nuovi criteri previsti per il calcolo del Pil a livello europeo consentiranno di includere la stima della ricchezza prodotta dai traffici illeciti (droga, corruzione, contrabbando, prostituzione).

UNA MISURAZIONE DIFFICILE - Una novità, inserita a partire dal 2014, che dovrebbe servire a scattare una fotografia più precisa dell'economia del Paese, anche se tra Pil e qualità della vita dei cittadini il nesso è alquanto evanescente. E' tutto scritto nero su bianco in un comuncato ufficiale di Bruxelles: "L'Eurostat ha fornito linee guida ben definite: le attività illegali di cui tutti i Paesi inseriranno una stima nei conti (e quindi nel Pil) sono traffico di sostanze stupefacenti, servizi della prostituzione e contrabbando (di sigarette o alcol)". Nel passaggio a "una nuova versione delle regole di contabilità" - informa l'Istat - la misurazione di queste attività è ovviamente molto difficile, perché esse si sottraggono alle classiche forme di rilevazione e lo stesso concetto di attività illegale può prestarsi a diverse interpretazioni. Ma tant'è. 

ECONOMIA SOMMERSA - Si tratta di una novità che rientra nelle modifiche condivise a livello europeo e connesse al "necessario superamento di riserve relative all'applicazione omogenea tra Paesi Ue degli standard già esistenti. L'Istat - è utile ricordarlo - già inserisce nel Pil il sommerso economico, che deriva dall'attività di produzione di beni e servizi che, pur essendo legale, sfugge all'osservazione diretta in quanto connessa al fenomeno della frode fiscale e contributiva. Le ultime stime dedicate risalgono al 2008, e indicano come il valore aggiunto prodotto nell'area del sommerso sia compreso tra un minimo di 255 e un massimo 275 miliardi di euro. Il peso dell'economia sommersa è quindi stimato tra il 16,3% e il 17,5% del Pil. Le spese per ricerca e sviluppo saranno invece considerate investimenti e non più costi, un cambiamento che "determina un impatto positivo" anche sul Pil. L'aggiornamento potrebbe portare per l'Italia, si stimava a gennaio a Bruxelles, a una revisione al rialzo del livello del Pil tra l'1% e il 2%.

QUALI RIPERCUSSIONI? - La revisione dei criteri Istat per il calcolo del Prodotto interno lordo "porterà necessariamente ripercussioni sugli indicatori di finanza pubblica sia per quanto riguarda il deficit e il debito, in particolare per quanto concerne il rapporto debito/Pil". Lo afferma Sergio De Nardis, capoeconomista della società di consulenza Nomisma. "In particolare, se la revisione facesse salire il dato del 2%, il rapporto deficit/Pil scenderebbe dello 0,1% mentre il debito/Pil calerebbe in maniera più sostanziale, di 2,6-2,7 punti se ci si trova al 135%. Il motivo dell'effetto amplificato sul rapporto debito/Pil è che tale rapporto in Italia è superiore al 100%. Ne consegue che il rialzo del Prodotto interno lordo per una data percentuale abbatte in misura più che proporzionale il debito. Questi effetti sono evidentemente rilevanti per la stesura del Def (Documento di economia e finanza). Essi, insieme alla minore spesa per interessi rispetto alle precedenti previsioni governative, vanno in qualche misura a contrastare il peggioramento dei conti pubblici indotti dall'azzeramento della crescita reale del Pil (dallo 0,8% previsto) e dalla caduta dell'inflazione (0,3-0,5 punti in meno rispetto alle precedenti previsioni governative)". Per Nomisma, tuttavia, "non è del tutto chiaro il motivo della posticipazione del Def, visto che l'Istat aveva deciso di anticipare la data di diffusione dei nuovi conti proprio per consentire la predisposizione dei documenti programmatici del governo secondo le previste scadenze. Se comunque lo slittamento del Def è utile per elaborare in modo più preciso e informato il nuovo scenario, allora ben venga". 

PIL "DOPATO" DA CORRUZIONE E MALAFFARE - Le attività criminali da considerare ai fini del calcolo della ricchezza nazionale suscitano non pochi dubbi di merito e metodo. "Adoperare il Pil così addizionato di droga, contrabbando, corruzione e prostituzione per ridurre il rapporto con il deficit pubblico, ottenendone benefici sul piano della spesa pubblica" sarebbe "l'ennesimo schiaffo tirato in faccia alle vittime delle mafie", dice il deputato dem Davide Mattiello. "In Italia - spiega Mattiello - la ricchezza prodotta attraverso i traffici illeciti ha una qualità speciale e rimanda all'odioso e non vinto potere delle mafie". Per questo secondo il deputato è impossibile "ammettere il 'fatturato criminale' non soltanto nella foto di famiglia dell'economia italiana, ma tra le leve che favoriscono la tenuta dei conti pubblici". E arriva l'appello al premier Renzi: "Si è dimostrato attento a dare segnali precisi sul valore della legalità e della dignità della persona: auspico che dichiari di non voler adoperare questa quota di Pil per correggere il rapporto con il deficit. Auspico che piuttosto - conclude Mattiello - annunci l'impegno a raddoppiare la quota di spesa pubblica dedicata alla ricerca, dal momento che questi stessi nuovi parametri europei consentono anche di computare questo tipo di spesa come investimento e non più come costo". 

M5S: "RENZI PRENDE GLI ITALIANI PER IL PIL" - L'appello a Renzi del 'compagno' di partito diventa attacco vero e proprio sul blog di Beppe Grillo, che pochi giorni fa ha pubblicato un post dal titolo 'La presa per il Pil di Renzie', firmato dal deputato M5S Danilo Toninelli. Post che recita così: "Illusionismi economici di fine estate. Ad ottobre il Pil crescerà di almeno due punti. Come? Introducendo nel suo calcolo i proventi dell'economia criminale. Lo prevede una normativa europea che impone di includere droga, prostituzione e contrabbando nel Pil". "Che significa tutto questo? - aggiunge Toninelli - 1) che Renzi si vedrà aumentato il Pil di almeno due punti percentuali e dirà che per merito suo l'economia italiana è ripartita. 2) che si potrà tirare il fiato per qualche mese dalla morsa asfissiante dei vincoli europei. La dimostrazione che la politica europea imposta dalla Germania sia totalmente fallimentare ma che la Merkel non la voglia modificare ma solo parzialmente aggirare con modalità folli come questa. 3) soprattutto che viene di fatto statalizzata l'economia criminale, invece che combatterla o, in settori come quello della prostituzione e delle droghe leggere, legalizzarla". "Chi si avvantaggia di questa scelta folle? - conclude - I capi di Stato e di governo e per niente i cittadini. Diciamolo in giro".

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