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Sabato, 20 Aprile 2024
Economia Italia

L'Italia resterà senza Coca-Cola? Plastic e sugar tax, impianti a rischio

La società che produce e distribuisce i prodotti della The Coca-Cola Company in Italia ipotizza un aumento dei prezzi oppure la chiusura degli stabilimenti più esposti all'impatto della doppia tassazione prevista dalla Manovra 2020

Manovra cara, anzi carissima per Coca-Cola che subirà un impatto economico da 180 milioni di euro l'anno di cui 40 milioni come conseguenza della plastic tax e 140 mln per effetto della sugar tax, così come formulate oggi.

La stima riguarda la produzione italiana di Coca-Coca Hbc Italia, principale produttore e distributore di prodotti della The Coca-Cola Company in Italia. Per illustrare le conseguenze di questi numeri sulle attività sviluppate nel nostro Paese, l'azienda ha incontrato oggi rappresentanti delle istituzioni locali e nazionali nello stabilimento abruzzese di Oricola.

Imposizione fiscale ma anche aumento dei costi di produzione che come spiega Giangiacomo Pierini, direttore Affari Istituzionali Coca-Cola Hbc Italia, non potranno che avere conseguenze anche occupazionali

"Stiamo valutando diverse opzioni per rispondere ad una tassa che prevede, ad esempio, un aumento della materia prima, il Pet, del 110%: aumenti di costo di questo tipo non possono essere assorbiti dalla struttura industriale presente sul Paese - continua - In questo momento abbiamo tre stabilimenti di produzione di bevande gassate uno al Nord, a Nogara, vicino a Verona, uno a Oricola e uno a Marcianise in Campania, i due stabilimenti del Centro e del Sud sono quelli più a rischio".

Lo stabilimento di Oricola produce solo bevande gassate in Pet e - segnala l'azienda - non è riconvertibile. Inaugurato nel 1988, con cinque linee produttive produce circa 230 milioni di litri di bevande all'anno e conta 286 dipendenti diretti e un indotto di oltre 1700 posti di lavoro.

"Noi vorremmo continuare a parlare di investimenti come abbiamo fatto negli ultimi 10 anni e ci troviamo costretti a valutare scenari contrari: ipotizziamo, da un alto, un aumento dei prezzi, dall'altro, un rischio per l'occupazione in Italia negli stabilimenti più esposti a questa doppia tassazione che è pesantissima per noi e per l'intera industria delle bevande analcoliche", continua Pierini.

Da parte del governo è la senatrice pentastellata Gabriella Di Girolamo a sottolineare come il dialogo sia aperto, ma non vi sarebbe alcun cambio di rotta per quanto riguarda l'approccio politico di contrasto alle "materie inquinanti e all'esagerato uso di zuccheri che in alcuni casi possono anche essere evitati".

Plastic e sugar tax, rischio occupazione

Preoccupazione per lo scenario presentato, con particolare attenzione alla situazione dello stabilimento abruzzese, è stata espressa dalle autorità locali. "Se chiudesse questa impresa noi avremmo tra il 2 e il 3% in più di disoccupazione nella nostra Regione - sottolinea il presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio - la Regione fa un appello a Parlamento e governo perché facciano attenzione a non introdurre tasse che possono peggiorare la nostra competitività industriale".

"Noi abbiamo denunciato fin dall'inizio il rischio che il combinato disposto di queste due nuove tasse avrebbe determinato in termini di produttività del Paese e soprattutto avrebbe aggredito dall'oggi al domani delle aziende che utilizzano sia la plastica sia lo zucchero" rimarca Camillo D'Alessandro deputato di Italia Viva. 

"Confidiamo in una soluzione almeno parziale, cioè la modifica delle due tasse, ad esempio, introducendo un meccanismo di progressività: tempo per accompagnare le riconversioni produttive altrimenti creeremo danni a imprese e ai lavoratori".

Quanto "vale" Coca Cola in Italia

Secondo una ricerca della Bocconi School of Management Coca‑Cola ha un impatto occupazionale diretto e indiretto di 29.573 posti di lavoro, pari allo 0,12% della forza lavoro totale in Italia

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