rotate-mobile
Giovedì, 28 Marzo 2024
Economia

Le micro tasse non sono bellissime, ma la plastic tax è condivisa da 1 italiano su 2

Benché molti ritengano che nella battaglia contro l'inquinamento sia giusto scoraggiare uso e produzione di plastica e imballaggi, il timore pressoché generalizzato è quello che l'onere di plastic e sugar tax graverà sui consumatori: ecco cosa dice la legge

Italiani divisi sulle micro tasse che potrebbero entrare presto in vigore in seguito alla manovra di Bilancio. In particolare suscitano perplessità due misure, la cosiddetta tassa sullo zucchero e la tassa sulla plastica. Ma con dei distinguo.

Secondo una rilevazione effettuata dall'istituto demoscopico diretto da Alessandra Ghisleri Euromedia Research la sugar tax è particolarmente invisa agli italiani, mentre è la plastic tax a far più discutere. Benché molti italiani ritengano che nella battaglia contro l'inquinamento sia giusto scoraggiare l'uso e la produzione di plastica e imballaggi, il timore pressoché generalizzato è quello che l'onere di queste due imposte graverà sui consumatori e solo uno su quattro ritiene che sia necessario introdurle per modificare i comportamenti poco eco-compatibili. 

Nello specifico - secondo quanto risulta nell'Osservatorio settimanale socio-politico Omnibus condotto su un campione di 800 interviste valide effettuate il 6 e 7 novembre sul web con metodo Cawi - il 52,7% degli interpellati non condivide la proposta della tassa sul consumo di bevande analcoliche con zuccheri aggiunti, considerata la peggiore dal 29% del campione.

Un dato che diventa ancora più netto se analizzato per professione: c’è una totale non condivisione da parte del 62% dei lavoratori autonomi e da parte del 56,2% di coloro che sono dotati di una istruzione secondaria.

Mentre si ferma al 43% la percentuale di italiani che non condivide l'ipotesi di un'imposta su imballaggi e contenitori di plastica non riciclabili.

Infine quasi un italiano su due (il 49,1%) non condivide la “WebTax”, un dato che spacca a metà il campione vedendo i giovani nativi digitali assolutamente contrari (51,2%). 

  • SUGAR TAX; 42.3% condivide - 52.7% non condivide- 5.0% non risponde
  • PLASTIC TAX; 52.9% condivide - 43.3% non condivide - 3.8% non risponde
  • WEB TAX; 44.7% condivide - 49.1% non condivide - 6.2% non risponde

Quale Lei ritiene la peggiore, quella assolutamente da non applicare?

SUGAR TAX; 29.1
WEB TAX; 19.0
PLASTIC TAX; 17.5
Nessuna delle 3, sono tutte da applicare; 22.4
Non sa/non risponde; 12.0

Il confronto tra le tre possibili imposte pone un ranking impietoso per la “SugarTax”, questa “accisa” è ritenuta la peggiore in assoluto da non applicare per un italiano su tre. Alla domanda di cui sopra il 29% dei cittadini ha infatti risposto menzionando la SugarTax, il 19% ha risposto con la WebTax e il 17% ha risposto PlasticTax. 

Sugar tax, che cos'è e chi la paga

Nel secondo titolo del disegno di legge di bilancio dedicato alle misure fiscali a tutela dell'ambiente e della salute si legge all'articolo 82 di una "imposta sul consumo di bevande con zuccheri aggiunti".

Come si legge nel dossier di spiegazione della manovra l'articolo 82 introduce nell'ordinamento e disciplina l'applicazione di un'imposta sul consumo di bevande analcoliche edulcorate nella misura di 10 euro per ettolitro nel caso di prodotti finiti e di 0,25 euro per chilogrammo nel caso di prodotti predisposti a essere utilizzati previa diluizione. La disposizione riguarda qualsiasi sostanza, di origine naturale o sintetica, in grado di conferire sapore dolce alle bevande.

A pagare - secondo la norma - è chi produce la bevanda, ma è lecito pensare che in una logica di mercato possa poi ripercuotersi sul costo della vendita al dettaglio. 

sugar tax chi paga quanto paga-2

Il Governo stima che si possano ricavare circa 233,8 milioni di euro per l'anno 2020, 261,8 milioni per il 2021, 256 milioni per il 2022 e 275,3 milioni di euro a decorrere dall'anno 2023.

Per la plastica non solo tasse, ma anche incentivi

Diversa l'impostazione del legislatore sulla cosiddetta plastic tax. L'articolo 79 del disegno di legga di bilancio disciplina l'applicazione della nuova imposta sui prodotti di plastica mono uso che hanno o sono destinati ad avere funzione di contenimento, protezione, manipolazione o consegna di merci o di prodotti alimentari, ad esclusione dei manufatti compostabili e delle siringhe.

L'articolo infatti riconosce altresì un incentivo nella misura di un credito di imposta del 10% delle spese sostenute dal 1° gennaio 2020 al 31 dicembre 2020, alle imprese attive nel settore delle materie plastiche che opereranno nell'ambito di una svolta green adeguandosi nella produzione di manufatti biodegradabili e compostabili.

plastic tax-2

Inoltre come specifica il comma 3 dello stesso articolo di legge l'imposta pari ad un euro per chilogrammo dovrà essere pagata da chi fabbrica o importa imballaggi e contenitori di plastica. Sono esclusi chi produce prodotti utilizzando come materia prima o semilavorati, altri prodotti sui quali sia stata già pagata l'imposta.

Occhio anche alle multe, se è vero che per importi inferiori ai 10 euro (10 chili di plastica) l'imposta non è dovuta, chi elude il fisco rischia di incorrere in multe pesanti. 

plastic tax multe-2

La relazione tecnica stima un gettito derivante dall'applicazione dell'imposta pari a circa 1 miliardo per l'anno 2020, 1,78 miliardi per l'anno 2021, 1,54 miliardi per l'anno 2022 e 1,72 miliardi per l'anno 2023. 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Le micro tasse non sono bellissime, ma la plastic tax è condivisa da 1 italiano su 2

Today è in caricamento