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Venerdì, 19 Aprile 2024
LAVORO

Lavoro, "cambiare contratto e orario": bufera contro il ministro Poletti

I sindacati contro Giuliano Poletti che ha messo nel mirino delle riforme un nuovo modo di "fare contrattazione" e, soprattutto, la ridefinizione dell'orario di lavoro, "un attrezzo vecchio"

ROMA - Ridefinire il contratto nazionale dove l'orario di lavoro, "attrezzo vecchio", non deve più essere l'unico punto di riferimento per la retribuzione. Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, mette nel mirino la contrattazione, materia sempre lasciata all'autonomia delle parti sociali.

LA PROPOSTA - Dal palco di un convegno sul Jobs act all'università Luiss, il ministro ha sollecitato una riflessione sui contratti di lavoro per misurare l'apporto della prestazione d'opera, scatenando l'ira dei sindacati. "Bisogna immaginare un contratto che non abbia come unico riferimento l'ora-lavoro, ma la misurazione dell'apporto dell'opera - dice Poletti - la misurazione ora-lavoro è un attrezzo vecchio e frena rispetto a elementi di innovazione". L'idea sarebbe quella di "misurare anche l'apporto dell'opera e quindi lavorare all'introduzione di forme di partecipazione dei lavoratori all'impresa".

CGIL - Il leader della Cgil, Susanna Camusso, è durissimo: "Bisogna smettere di scherzare quando si parla di temi del lavoro. Bisogna ricordarsi che la maggior parte delle persone fa un lavoro faticoso. Non capisco perché devono essere sostitutive (ore lavoro, ndr) di quelli che invece sono strumenti di regolazione dell'effettiva prestazione dei lavoratori. Altrimenti si finisce come sul sistema dei voucher, scopriamo che si paga un voucher e si fa tanto nero".

UIL - Il numero uno della Uil, Carmelo Barbagallo, ha "la sensazione che si vogliano far passare per idee di modernità concetti da liberismo sfrenato. A ogni buon conto, un ministro del Lavoro non può pensare di affrontare temi del genere con annunci spot a uso giornalistico".

CISL - Negativo anche il giudizio della Cisl. "E' molto meglio che il ministro del Lavoro si concentri sulle politiche attive o sull'abuso che si sta facendo dei voucher, piuttosto che dare indicazioni sul modello contrattuale - tuona il segretario confederale Gigi Petteni - il ministro lasci lavorare i contrattualisti del sindacato e le altre parti sociali sulla riforma dei contratti e sulle forme di partecipazione dei lavoratori alla vita dell'impresa. Ciascuno faccia il proprio mestiere".

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