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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

I precari “dimenticati” della Camera: “Esclusi anche dai concorsi”

Mentre fanno notizia i presunti parlamentari iscritti al concorso da consigliere alla Camera, arriva la denuncia dei lavoratori Cedat85, che dopo 17 anni di lavoro si sentono esclusi dalle nuove selezioni pubbliche e rischiano di rimanere senza lavoro

A gennaio del prossimo anno partirà il concorso per consigliere alla Camera dei Deputati: 30 posti per 25mila candidati, per un ruolo senza dubbio ambito. La selezione pubblica ha fatto discutere anche per il presunto caso di alcuni parlamentari che si sarebbero candidati al concorso. Mentre i candidati alle prove si preparano, ci sono però dei lavoratori che prestano servizio alla Camera da anni e che non potranno partecipare né a questo, né ai prossimi concorsi della Camera. A denunciare questa situazione è il sindacato Usb, che in una nota scrive: “La Camera dei Deputati, mentre approva provvedimenti contro la precarietà, dimentica i suoi stessi precari che, oltre al danno, ricevono anche la beffa di essere esclusi dai concorsi che la stessa Camera sta bandendo. La casta preserva se stessa ed esclude chiunque altro. I lavoratori della Cedat85, in servizio alla Camera dei deputati da 17 anni, continuano a denunciare lo stato di sudditanza e vessazioni che ricevono dalla terza carica dello Stato che, forte del proprio potere, preferisce schiacciarli col silenzio e l'indifferenza mentre, aiuta e sostiene la casta ad affermarsi e a crescere”.

I precari dimenticati della Camera: il caso dei lavoratori Cedat85

Ma come stanno le cose? A spiegarlo a Today.it è Maddalena Di Maio, rappresentante sindacale Usb dei lavoratori di Cedat85, un'azienda in appalto con circa 40 dipendenti che si occupano di diversi servizi all'interno della Camera.

“Secondo noi – denuncia Maddalena Di Maio – è fuori dal mondo che venga indetto un concorso che non tiene conto dei lavoratori precari con 17 anni di anzianità. Adesso partirà il concorso per consigliere parlamentare, ma dopo ce ne saranno altri, tutti con le medesime modalità di partecipazione, che escludono la maggior parte di noi. Il 60-70% dei dipendenti Cedat85 ha infatti superato il limite di età, che di solito non c'è nei concorsi pubblici. Ai pochi che invece potrebbero partecipare non vengono invece riconosciuti i 17 anni di lavoro”. 

Una situazione non semplice, che parte da qualche anno fa, quando la Camera decise di esternalizzare alcuni servizi: “Fino al 2010 eravamo lavoratori interinali della Camera, poi, quando avrebbero dovuto assumerci, hanno dato in appalto il servizio e noi siamo stati assunti dall'azienda che lo ha vinto”. Proprio il fatto di essere diventati dei lavoratori in appalto ha cambiato le condizioni: “Questo passaggio ci è costato un terzo dello stipendio. Inoltre la Camera dice che la nostra condizione non è sanabile proprio perché non siamo somministrati. C'è una finestra della Legge Madia, che punta a diminuire il precariato nella pubblica amministrazione, di cui i lavoratori in appalto non possono usufruire perché di fatto risultano assunti con un'azienda esterna, Noi prima eravamo somministrati e adesso”.

Il rischio per questi lavoratori è quello di perdere il lavoro alla scadenza dell'appalto, che per adesso è stato prorogato anche per il prossimo anno, ma i dipendenti sono tutt'altro che tranquilli, come ha spiegato Maddalena Di Maio: “L'azienda, appena ha saputo del mancato rinnovo del contratto ha avviato la procedura di licenziamento. Ma il vero problema è che, secondo noi, la proroga di un anno chiude in un certo senso il cerchio: con i vari concorsi che si svolgeranno nei prossimi mesi verranno assunti consiglieri, segretari ed altro dipendenti parlamentari, con le nostri funzioni che verranno esautorate dai nuovi arrivi”.

Una situazione che di fatto mette questi dipendenti a rischio, motivo per cui i sindacati hanno chiesto un incontro al presidente della Camera Roberto Fico, con la speranza che la situazione cambi: “Noi chiediamo che venga bandita una nuova gara di appalto – conclude la rappresentante sindacale – con una clausola sociale che salvaguardi i lavoratori, o almeno che venga indetto nuovo concorso per contempli, magari con degli 'scivoli', i lavoratori precari, un po' come avvenuto con alcuni lavoratori del Senato”. 

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