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Giovedì, 28 Marzo 2024
Economia

L’Italia non conia più monete da 1 e 2 centesimi, prezzi arrotondati alla cassa

Dal 1 gennaio l'Italia ha smesso di produrre le monetine da 1 e 2 centesimi: ecco le conseguenze sulle spese di tutti i giorni

Se avete centesimi da 0,01 o 0,02 euro teneteveli ben stretti, perché presto potrebbero avere un valore ben maggiore di quello nominale. Benché infatti le monetine da 1 o 2 centesimi continuino ad avere valore legale, siano cioè spendibili per pagamenti, dall’1 gennaio scorso in base all’articolo 13 quater del DL n. 50/2017, dal primo gennaio 2018, in Italia quelle monete non vengono più prodotte. Si possono quindi continuare ad usare quelle in circolazione, ma non ne verranno messe a disposizione altre oltre a quelle.

L’abolizione dei centesimi comporta l’arrotondamento dei prezzi espressi in centesimi stessi. Prezzi da 9,99 euro o 9,52 euro, per fare un esempio, continuano ad essere consentiti, ma al momento del pagamento, se si paga in contanti, quella cifra verrà arrotondata.

L’arrotondamento avverrà in base ai 5 centesimi in più o in meno più vicini, quindi - per fare un esempio - nel caso di un prezzo di 9,96 euro l’arrotondamento comporterà un ribasso, a 9,95 euro, mentre nel caso di 9,94 comporterà un rincaro, a 9,95.

Stop alle "monetine" da 1 e 2 cent: cosa cambia davvero per i consumatori 

L’arrotondamento non avviene se si paga con bancomat o carta di credito, a meno che il punto vendita non abbia deciso di arrotondare tutti gli scontrini per semplificare le operazioni.

La misura è volta a favorire i pagamenti elettronici, tracciabili, rispetto a quelli in contanti, da anni finiti nel mirino delle autorità pubbliche (ma impossibili da abolire perché tuttora usati da ampi strati della popolazione, soprattutto anziana, che non ha familiarità con mezzi di pagamento diversi da monete e carta moneta). Ufficialmente, comunque, la decisione di abolire la produzione delle monete da 1 e 2 centesimi è stata presa perché coniare queste monete costa più del loro valore (l’Italia finora ha speso circa 4,5 centesimi per ottenere una moneta da 1 e 5,2 centesimi per ottenere una moneta da 2). La stessa decisione è stata presa anche da Irlanda, Olanda, Belgio e Finlandia e per l’Italia si stima che essa comporti un risparmio di circa 20 milioni di euro l’anno (quel risparmio sarà destinato al fondo per l’ammortamento dei titoli di Stato).

Il garante per la sorveglianza dei prezzi deve vigilare per evitare che l’obbligo di arrotondare i prezzi al momento del pagamento induca i commercianti a riallineare i prezzi all’insù. Lo stesso garante deve comunicare ogni 6 mesi al Ministero dell’Economia eventuali anomalie ed il Ministero è tenuto in quel caso a segnalare all’Antitrust le anomalie registrate dal garante, in modo che possano essere fatti i dovuti controlli.

Dal blog "Asso di denari" di Carlo Sala

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