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Sabato, 20 Aprile 2024
Economia

La crisi senza fine del "mattone": ecco perché i prezzi delle case non salgono più

Per l'Istat nel 2017 i prezzi delle abitazioni sono diminuiti dello 0,4% rispetto al 2016 quando la variazione annua era stata pari a -0,8%. Si tratta del sesto anno consecutivo di flessione dei prezzi, nonostante una ripresa dei volumi di compravendita: ci sono molteplici motivi

Non ci sono buone nuove per il "mattone tricolore". Lo dicono i numeri pubblicati oggi dall'Istat che fanno sfortunatamente il paio con quelli diffusi qualche settimana fa dalla Banca dei regolamenti internazionali (Bri). Per l'Istat, anche nel 2017, i prezzi delle abitazioni sono diminuiti dello 0,4% rispetto al 2016 quando la variazione annua era stata pari a -0,8%. Si tratta del sesto anno consecutivo di flessione dei prezzi, nonostante una ripresa dei volumi di compravendita (+5,1%).

Quella del 2017, se può consolare, rappresenta la diminuzione più contenuta dal 2012, ma rispetto al 2010 i prezzi di mercato delle case sono mediamente scesi del 15,1%. Le cose vanno anche peggio se si guarda ai prezzi reali delle case, cioè depurati dell'inflazione, e quindi in grado di misurare il potere d'acquisto e l'effetto ricchezza del mattone.

L'ultimo rapporto della Bri segnala che, nel III trimestre del 2017, nel complesso delle economie avanzate i prezzi medi reali delle sono cresciuti del 3,7% rispetto al III trimestre del 2016, tornando ai livelli pre-crisi, cioè sui livelli del terzo trimestre del 2007. Una traversata nel deserto durata 10 anni.

Italia e Grecia "al palo"

Solo Italia e Grecia sono rimaste al palo, anzi proseguono in retromarcia. Nella sola aerea dell'euro, il terzo trimestre del 2017, si è chiuso a +3%, sebbene i prezzi restino ancora del 6,7% sotto i livelli pre-crisi. Boom in Olanda, Irlanda e Portogallo dove si sono registrati aumenti intorno a +10%. In Germania si viaggia a +4%, Francia +3% e Spagna +2%.

"Nell'Eurozona rimangono molto differenze" nell'andamento dei mercati immobiliari nazionali, scrive la Bri, sottolineando come continui la "moderata flessione dei prezzi in Italia e Grecia.

Nel Belpaese, i prezzi reali delle case viaggiano sottozero dall'inizio del 2008, con una perdita continua del potere di acquisto del mattone. Un caso più unico che raro. 

Calo costante dei prezzi

In Italia il calo verticale dei prezzi reali avviatosi nel 2008 aveva sfiorato -10% nel 2013, poi una sorta di mini-rimbalzo durato fino alla fine del 2016 che, pur lasciando i valori ancora sottozero, aveva ridotto le flessioni fino a -1% nel 2016. Nel 2017 è ricominciata una nuova discesa e, nel terzo trimestre, si tornati a viaggiare a -2%.

Difficile immaginare una robusta ripresa della propensione ai consumi e agli investimenti immobiliari in presenza si un persistente effetto ricchezza negativo indotto dal mattone.

Chi possiede una casa registra ogni giorno una perdita di potere d'acquisto, dunque ogni giorno un pò più povero. Chi vorrebbe investire nel mattone si astiene, dato che con il calo dei prezzi reali e nominali, si rischia un vuoto a perdere.

Come mai i prezzi non salgono più?

Gli esperti avevano previsto una risalita dei prezzi che è rimasta purtroppo solo sulla carta. I motivi? Una crescita del Pil non all'altezza delle aspettative, un sistema bancario sì solido ma che ha visto tempi migliori e un potere d'acquisto più basso. Un mix letale che ha tenuto a livelli bassi la domanda, che in Italia resta in ogni caso legata soprattutto alla prima casa.

C'è anche un altro elemento di cui è necessario tenere conto: i proprietari non paiono disposti ad abbassare subito le loro “pretese” sul mercato quando si tratta di vendere la propria casa. E' stata quindi meno traumatica che altrove la crisi del settore (in media si è perso comunque il 25% del valore del residenziale), ma anche la ripresa di conseguenza stenta. 

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