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Giovedì, 28 Marzo 2024
Economia Italia

Produttività cercasi: addio operai e artigiani, l'Italia resta un paese "a servizio"

Dilapidato il capitale umano artigianale che ha fatto grande l'Italia. La fotografia dell'Istat vede un paese con sempre meno impiegati in lavori ad alto valore aggiunto, base del successo del Made in Italy e della boom degli anni '50. Cresce solo il lavoro "a basso profilo"

In Italia manca il lavoro ad oltre sei milioni di persone. Basterebbe questo dato per far capire in che stato si trova il paese, ma molto di più lo si evince dall'identikit completo fornito dal Rapporto Istat 2018: in dieci anni il sistema paese ha perso 392mila occupati in professioni qualificate e tecniche, così come è crollato drasticamente il numero di operai e artigiani (un milione in meno). 

Sveglia Italia! si lavora poco e male 

E dove lavorano oggi gli italiani? Tutti in lavori con mansioni non qualificate: ovvero un Paese a bassa produttività. 

La fotografia del paese Italia vede un paese con sempre meno impiegati in lavori ad alto valore aggiunto, base del successo del Made in Italy e della boom degli anni '50.

Ovvero gli italiani lavorano poco e quando lavorano lo fanno male, in mansioni che non creano ricchezza.

Istat: "In 10 anni persi due milioni di operai e artigiani"

Giù il numero degli operai, crollano gli impiegati nell'edilizia, dilapidato il capitale umano artigianale che ha fatto grande l'Italia: Secondo il rapporto annuale dell'Istat, tra il 2008 e il 2017 gli occupati nell'industria (incluse le costruzioni) si sono ridotti a 5,986 milioni, con un calo di 895mila lavoratori (-13%). Gli operai e gli artigiani autonomi, invece, sono scesi a quota 5,193 milioni, perdendo 1,001 milioni di occupati (-16,2%).

Se gli operai sono sempre di meno, aumentano i lavoratori nei servizi. Lo scorso anno gli impiegati nel famoso "terziario" erano 16,125 milioni, in aumentato di 810mila persone (in dieci anni).

Boom dell'agricoltura: giovani attratti dalla terra

Anche nell'agricoltura gli addetti sono incrementati negli ultimi 10 anni: nel 2017 erano 871mila e dal 2008 sono cresciuti del 2%, con 17mila occupati in più.

Lavoro: Più occasioni per donne, giovani e Mezzogiorno

Il sottoutilizzo del capitale umano (over education o sovraistruzione) "è un fenomeno rilevante tra i giovani diplomati e laureati". Secondo l'Istat "nel secondo trimestre 2016 il 40% dei giovani diplomati e il 30% dei giovani laureati hanno dichiarato che per svolgere adeguatamente il proprio lavoro sarebbe sufficiente un livello di istruzione più basso rispetto a quello posseduto".

Lavoro, la laurea non serve più

"Considerando la rete usata per la ricerca del lavoro - aggiunge l'istituto nazionale di statistica - l'incidenza dei sovraistruiti tra quelli che hanno utilizzato canali informali è del 47,6% tra i diplomati e del 51,8% tra i laureati. Al contrario, tra quelli che hanno utilizzato canali formali, i sovraistruiti sono il 36,8% tra i diplomati e il 27,9% tra i laureati".

Raccomandati: 1 su 4 trova lavoro con segnalazioni

Un giovane laureato su quattro trova lavoro "attraverso una segnalazione di parenti o amici o la conoscenza diretta del datore di lavoro". Lo sottolinea l'Istat nel rapporto annuale, secondo cui "tra i laureati del 2011 occupati nel 2015 uno su tre ha trovato lavoro grazie all'inserzione su giornali o internet o l'invio del curriculum a datori di lavoro. Chi trova lavoro con canali formali dichiara una maggiore soddisfazione per l'impiego ottenuto".

Tuttavia chi trova lavoro attraverso le segnalazioni di familiari o amici ottiene un impiego caratterizzato in assoluto da retribuzioni più basse, minore stabilità e coerenza con il percorso di studi concluso.

Lavoro in Italia: in breve

  • Negli ultimi 10 anni il mercato del lavoro è cambiato in Italia
  • Persi 895mila lavoratori nell'industria, convertiti 819mila lavoratori nei servizi
  • Persi 1 milione di operai e artigiani
  • Persi 392mila inpiegati in professioni qualificate e tecniche
  • Cresce di 437mila unità il personale non qualificato
  • Boom per commercio e servizi: +861mila esecutivi

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