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Giovedì, 18 Aprile 2024
Economia

Pronto soccorso, una ferita nazionale: "Mancano 2mila medici. Rischio stop da Nord a Sud"

L'allarme lanciato dai direttori dei Pronto soccorso, che hanno scritto una lettera al governo: "Non c'è più tempo, c'è il rischio chiusura". La situazione è drammatica: l'attesa media per un codice giallo è di un'ora

Non c'è più tempo. Il sistema sanitario e quello di emergenza sono al collasso e a pagare il prezzo più alto rischiano di essere sempre i cittadini. Il nuovo allarme riguarda i Pronto soccorso di tutta Italia, per cui mancano circa 2mila medici ed il servizio è a rischio stop per la difficoltà nel poter ricoprire i turni. A lanciare l'allarme è il presidente della Società italiana di medicina di emergenza urgenza (Simeu), Francesco Rocco Pugliese che, con un documento firmato da 200 direttori, ha posto l'accento su una ferita nazionale che rischia di diventare sempre più grave: ''I Pronto soccorso, da Nord a Sud, sono a rischio chiusura: i medici mancanti sono ormai oltre 2.000 e non si riescono più a coprire i turni''. Intanto il sistema del Pronto soccorso è sempre più in difficoltà: secondo un'indagine di Altroconsumo l'attesa per un codice giallo è in media di un'ora, un tempo “biblico” per un'urgenza, anche se non c'è un pericolo di vita immediato.

Pronto soccorso a rischio stop, la proposta dei direttori

Nella missiva i direttori di Pronto soccorso avanzano una proposta per risolvere al più presto il problema: ''E' urgente tamponare per i prossimi 5 anni: assumiamo medici non specialisti, anche neo-laureati, da iscrivere però contemporaneamente in sovrannumero alle Scuole di specializzazione in Medicina d'urgenza''. Come è possibile leggere nel documento originale, indirizzato in primis al capo dello Stato Sergio Mattarella, ma anche al ministro della Salute Roberto Speranza e al premier Conte, le richieste dei direttori di Ps mirano ad evitare un'emorragia nel sistema sanitario che diventa sempre più grave con il passare del tempo.

La prima proposta "per evitare l'esplosione del sistema", si spiega nel documento presentato oggi in un incontro al Senato, è proprio l'introduzione dell'ospedale d'insegnamento": ovvero prevedere l'assunzione temporanea nei Pronto Soccorso di medici non specialisti, anche neo-laureati, o con una specializzazione diversa, da iscrivere contestualmente in sovrannumero alle scuole di specializzazione di Medicina di emergenza. La loro formazione avverrebbe per la parte pratica nei dipartimenti d'emergenza, integrata poi dalla formazione teorica nelle sedi universitarie.

"In questa maniera - sottolinea Pugliese - si ovvierebbe in tempi rapidi alla drammatica carenza di medici nei Pronto Soccorso, con un provvedimento che consentirebbe nell'arco dei prossimi 5 anni di comporre i futuri organici di Ps con soli specialisti in Medicina d'emergenza urgenza".

Tali medici sarebbero destinati nell'immediato, chiarisce il documento, "alla gestione di pazienti con codice a minore priorità ed eseguirebbero la formazione pratica sul campo sotto la supervisione dei direttori". Non si tratta di "dequalificare i medici d'urgenza - afferma Pugliese - ma è necessario tamponare l'emergenza che si prevede per i prossimi 5 anni. La nostra è una proposta urgentissima, una misura-tampone temporanea ed eccezionale".

La Simeu chiede anche di "risolvere le carenze strutturali e organizzative", a partire dalla previsione di un numero congruo di posti letto, e di intervenire sul "grave disagio lavorativo cui sono sottoposti i medici d'urgenza, e che rende poco attrattiva questa professione". Ciò anche intervenendo decisamente contro il fenomeno delle aggressioni sul luogo di lavoro e prevedendo una valorizzazione economica del lavoro in Emergenza. L'obiettivo, conclude Pugliese, è pure "arrestare l'attuale fuga dai Ps di professionisti preziosi e difficilmente sostituibili". 

Pronto soccorso, l'attesa media per un codice giallo è di un'ora

Ma la situazione nei Pronto soccorso è così drammatica? Ovviamente ci sono casi diversi, ma secondo un'inchiesta statistica sui Pronto soccorso in pubblicazione su Altroconsumo InSalute di dicembre, è di 57 minuti l'attesa media per la visita del medico in Pronto soccorso, in codice giallo, colore che indica urgenza. Non c'è un immediato pericolo di vita per il paziente, ma necessita quanto prima di un controllo da parte del medico.  Nel corso dell'indagine sono state intervistate 2.250 persone sulla loro esperienza con i servizi di emergenza e urgenza negli ultimi 2 anni, chiedendo quanto si è atteso per la visita, ma anche quanto tempo è trascorso prima dello screening iniziale (o triage) e prima di poter lasciare il Pronto soccorso. Agli intervistati è stato anche chiesto quanto si è stati soddisfatti dei vari aspetti del servizio.

"Cinquantasette minuti - si legge su Altroconsumo - sono un'eternità, se si pensa che essendo un dato medio, ci sono stati anche molti casi in cui si è atteso di più: il 9% delle persone ha atteso addirittura più di 2 ore".

Al momento, tra le strutture, "esistono dei tempi d'attesa previsti, evidentemente teorici, che non si riescono a rispettare; ma entro il 2020 è prevista l'entrata in vigore di nuove linee guida valide a livello nazionale e, per casi di questo tipo, sarà prevista un'attesa massima di 15 minuti per essere visitati dal medico. Si riuscirà a rispettarli? I nostri intervistati, in ben il 64% dei casi, hanno atteso di più", scrive l'associazione. Carenza di personale medico, sovraffollamento per mancanza di posti letto nei reparti e pericolo di aggressioni: sono tra i grandi problemi dei pronto soccorso italiani denunciati da Simeu (Società italiana medicina d'emergenza-urgenza) nell'intervista pubblicata nell'inchiesta.

Al momento, tra le strutture, "esistono dei tempi d'attesa previsti, evidentemente teorici, che non si riescono a rispettare; ma entro il 2020 è prevista l'entrata in vigore di nuove linee guida valide a livello nazionale e, per casi di questo tipo, sarà prevista un'attesa massima di 15 minuti per essere visitati dal medico. Si riuscirà a rispettarli? I nostri intervistati, in ben il 64% dei casi, hanno atteso di più", scrive l'associazione. Carenza di personale medico, sovraffollamento per mancanza di posti letto nei reparti e pericolo di aggressioni: sono tra i grandi problemi dei pronto soccorso italiani denunciati da Simeu (Società italiana medicina d'emergenza-urgenza) nell'intervista pubblicata nell'inchiesta.

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