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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia Italia

(Op)pressione fiscale: sulle imprese la vera "quota 100"

Pressione fiscale stabile al 41,8 per cento ma il numero delle scadenze fiscali subirà una forte impennata: lo prevede la manovra fiscale approvata nella scorsa legislatura. Uno sforzo fiscale senza pari e extracosti per le aziende

Sebbene sia in arrivo la fatturazione elettronica, nel 2019 il numero delle scadenze/adempimenti fiscali è destinato ad aumentare fino a sfiorare quota 100, in particolar modo per le realtà produttive di piccola dimensione che intrattengono scambi commerciali con l'estero. Lo sostiene l'associazione delle piccole medie imprese Cgia di Mestre.

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"Mentre gli imprenditori chiedono da tempo di abbassare il carico tributario e di alleggerire l'oppressione fiscale, la politica, che ad ogni piè sospinto non manca l`occasione per annunciare imminenti sburocratizzazioni e mirabolanti tagli alle tasse, nei fatti sta spingendo il sistema fiscale nella direzione opposta, incrementando le scadenze e, quando va bene, rinviando a tempi migliori la riduzione delle imposte", afferma la Cgia.

Nel 2019, infatti, la pressione fiscale italiana è destinata ad attestarsi al 41,8 per cento (stesso livello del 2018) e il numero delle scadenze fiscali, invece, subirà una forte impennata, soprattutto per le piccole imprese che lavorano con partner stranieri. 

Un'impresa artigiana senza dipendenti, ad esempio, lungo i 12 mesi del 2019 dovrà versare all`erario o inviare la propria documentazione fiscale all`Amministrazione finanziaria 29 volte (una in meno rispetto al 2018), ma una impresa commerciale con 5 dipendenti lo dovrà fare 88 volte e una piccola impresa industriale con 50 dipendenti addirittura 99. E in entrami questi ultimi 2 casi le scadenze aumenteranno di 10 unità a causa degli effetti delle disposizioni previste dalla Legge di Bilancio 2018 che, a partire dal 2019, ha stabilito che entro la fine del mese successivo bisognerà inviare all'Agenzia delle Entrate i dati relativi alle cessioni/acquisto di beni e prestazioni di servizi rivolte a soggetti non residenti nel territorio italiano.

La riduzione per l'azienda artigiana, invece, è riconducibile al fatto che dall'anno prossimo, con l'introduzione della fatturazione elettronica, verrà abolito lo spesometro. A regime, pertanto, questi lavoratori autonomi risparmieranno due adempimenti. Nel 2019, comunque, ne conteremo solo uno in meno, perché a febbraio dovranno comunque inviare la comunicazione relativa al secondo semestre 2018.

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"In linea generale - prosegue la Cgia - in nessun altro Paese d`Europa viene richiesto uno sforzo fiscale come quello presente in Italia. E nonostante la nostra giustizia civile sia lentissima, la burocrazia abbia raggiunto livelli ormai insopportabili, la Pubblica amministrazione rimanga la peggiore pagatrice d`Europa e il sistema logistico-infrastrutturale registri dei ritardi spaventosi, le nostre imprese continuano a reggere la sfida e a presidiare i mercati internazionali con performance sorprendenti".

Ritornando ai risultati della elaborazione effettuata dall'Ufficio studi della Cgia, tra liquidazioni/versamenti di acconti e saldi di imposta, invii e trasmissioni telematiche all'Inps e all'Agenzia delle Entrate, il peso della burocrazia fiscale ha raggiunto livelli inaccettabili, costringendo le imprese a sostenere non solo perdite di tempo inammissibili, ma a sobbarcarsi anche dei costi aggiuntivi spesso proibitivi.

Le piccolissime imprese sono le più penalizzate. Non potendo contare su uffici amministrativi interni da dedicare anche a queste problematiche, le piccole aziende sono costrette ad esternalizzare queste incombenze, pagando però un conto salato nel momento in cui sono chiamate ad onorare i servizi ricevuti.

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