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Giovedì, 28 Marzo 2024
Economia

Stop a Quota 100, flat tax e condono: perché i sindacati bocciano la manovra

In un testo unitario di 11 pagine i sindacati Cgil, Cisl e Uil hanno messo nero su bianco la loro 'contromanovra': Fisco, pensioni e lotta all'evasione sono i punti chiave

Flat tax da bocciare, Quota 41 meglio della Quota 100, Tav da portare a termine e pagamenti tracciabili. Queste sono soltanto alcune delle voci contenute nella 'contromanovra' pubblicata dai sindacati Cgil, Cisl e Uil. Un testo unitario di 11 cartelle i cui le sigle sindacali si schierano contro la manovra proposta dal governo gialloverde, considerata “ inadeguata e carente di una visione del Paese”.

“Pur rappresentando una prima inversione di tendenza – spiegano i sindacati - mancano le risorse per gli investimenti, si preannunciano ulteriori tagli e si introducono misure che non determinano creazione di lavoro ma rischiano di rappresentare mere politiche di assistenza. E all’equità fiscale, alle richieste di lotta all’evasione, risponde con ricette “inique e sbagliate”.

In risposta alle misure del Governo, Cgil, Cisl e Uil hanno messo nero su bianco il loro piano strategico per rilanciare il Paese, che tocca diversi temi economici considerati chiave, dal Fisco alle pensioni, passando per la lotta all'evasione e il lavoro

Lotta all'evasione

Per combattere il 'flagello' dell'evasione fiscale i sindacati chiedono la creazione di un’agenzia dedicata esclusivamente all’accertamento ed al monitoraggio della riscossione; l’estensione della ritenuta alla fonte anche per i redditi da lavoro autonomo, e l’introduzione di detrazioni per i servizi alle famiglie, cavallo storico dei sindacati con cui sfruttare il c.d. contrasto di interessi. Non solo. Serve rendere tracciabili tutti i pagamenti con la moneta elettronica portando a 1.000 euro il limite per i pagamenti in contanti e stabilire “una regola d'oro” per cui tutti i redditi siano controllati almeno una volta ogni 5 anni

Stop alla flat tax

E ancora: stop alla flat tax, “sbagliata ed iniqua”, e si aumentino “significativamente” le detrazioni sui redditi da lavoro dipendente e da pensione con un meccanismo che riconosca un credito d’imposta anche agli incapienti; si introduca un nuovo assegno familiare universale con cui unificare l’assegno al nucleo familiare e le detrazioni per familiari a carico.

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Pensioni: sì a Quota 41, no a Quota 100

Molto caldo anche il capitolo pensioni: confermata la richiesta dei 41 anni di contribuzione per andare in pensione a prescindere dall’età e lo stop al meccanismo automatico di adeguamento alle aspettative di vita. Ma l’attenzione resta su giovani e donne. Per i primi i sindacati chiedono una pensione contributiva di garanzia da calcolare non solo in base al numero di anni di lavoro e contributi versati, ma anche dei periodi di formazione e di quelli di bassa retribuzione: per le seconde, le più penalizzate da Quota 100, Cgil, Cisl e Uil chiedono il riconoscimento di dodici mesi di anticipo per ogni figlio e il riconoscimento del lavoro di cura svolto in famiglia.

Investimenti, deficit e Tav

E poi i capitoli investimenti pubblici, gli unici in grado di creare sviluppo e attivare occupazione, che dovranno salire fino al 6% del Pil per i quali “aprire una seria discussione in Europa” per il loro scomputo dal deficit; e il completamento di Tav, terzo valico e Brennero nonché un piano straordinario sulla manutenzione delle infrastrutture esistenti. Infine il lavoro: prolungare la durata massima della cassa integrazione straordinaria oltre i 24 mesi nel quinquennio; allargare e sostenere adeguatamente il ricorso al contratto di solidarietà; rendere strutturale la proroga della CIGS per cessazione di attività e per procedure concorsuali ma anche rafforzare il sistema Anpal e i Centri per l’Impiego per dare corpo alle politiche attive, iniziando dai territori che sono più deboli e intervenendo sui divari territoriali, limitando il rapporto utente/operatore oggi troppo alto.

Camusso chiede un confronto

"Il governo arriva alla manovra senza averne mai discusso con nessuno. Apra dunque un confronto con le parti sociali - dice la leader Cgil, Susanna Camusso - E' una esplicita richiesta: se non ci sarà il confronto e in assenza di risposte decideremo come reagire". "La scelta di non confronto coincide spesso con il provare a negare l’esistenza della rappresentanza", aggiunge Camusso.

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Barbagallo ironico sul condono

Un confronto è quanto chiede anche la Uil. "Su tutta la manovra vorremmo discutere con il governo. Non chiediamo cambiamenti di maggioranza ma solo un confronto" dice il leader Uil, Carmelo Barbagallo, sollecitando all’esecutivo una convocazione sulla manovra di bilancio. Una manovra "inintelligibile" che "non capiscono neppure tra di loro. Figuriamo noi", ironizza ricordando il braccio di ferro Lega-M5S sul condono fiscale.

Furlan preoccupata

"Non è una manovra per giovani né per donne" la critica della leader Cisl, Annamaria Furlan, una critica che travolge molti dei capitoli abbozzati dall’esecutivo, compresi i paragrafi lavoro, fisco, istruzione, investimenti e infrastrutture. "C'è molta nebulosità anche sul reddito di cittadinanza, noi chiediamo che non venga dimenticato e disperso il Rei" afferma Furlan. "Lo sforamento dei parametri ci preoccupa perché non finanzia la crescita. Condividiamo la necessità di modificare lo statuto economico europeo ma il 2,4% di deficit/Pil non deve servire per creare sussidi ma per far crescere il Paese", conclude la leader Cisl.

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