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Giovedì, 25 Aprile 2024
Pensioni

Pensioni, perché si parla di "quota 104"

Il governo deve trovare almeno 7 miliardi per ridurre il deficit ed evitare la procedura di infrazione dell'Ue. Una soluzione potrebbe essere quella di riformulare la così detta "quota 100": ecco in che modo

Il Corriere della Sera oggi ha pubblicato un’indiscrezione secondo cui la riforma delle pensioni - l’ormai arcinota "quota 100" - potrebbe essere oggetto un’importante correzione, tanto da essersi guadagnata in breve tempo il nuovo appellativo di "quota 104". Di cosa stiamo parlando? Ve lo spieghiamo subito. Ad avanzare la proposta di una "quota 100" diluita nel tempo sarebbe stato - questo racconta il Corriere - Alberto Brambilla, esperto di previdenza molto vicino alla Lega. Tutto nasce dalla necessità di reperire dei fondi per abbassare il deficit ed evitare che l’Ue avvii una procedura di infrazione nei confronti del nostro Paese. Non è certo un segreto che in questa difficile partita il governo sta studiando il modo di cedere qualcosa senza dare l’idea agli elettori di rimangiarsi quanto promesso.

E non è neppure un segreto che dalle parti di Bruxelles non venga apprezzata molto (eufemismo) l’idea di superare la legge Fornero. Trovare i 7 miliardi che servirebbero per far scendere il deficit dal 2,4 al 2% per altro non è cosa facile, se pensiamo che la sola riforma delle pensioni di miliardi ne costerebbe almeno 6,7 solo nel 2019. E si tratta di stime prudenziali. Secondo Brambilla inoltre c’è anche un problema pratico: "Nel prossimo mese di gennaio l’Inps non può ricevere in un sol colpo quasi 300 mila nuove domande di pensionamento".

Pensioni, come funziona quota 104

Che fare allora? Ecco l’idea: garantire l’accesso immediato alla pensione soltanto a quei lavoratori che hanno raggiunto i requisiti per "quota 100" già da due anni. Soltanto a costoro - stando alla ratio della proposta - sarebbe garantito l'acesso alla pensione già da gennaio 2019. Gli altri potrebbero dover pazientare ancora qualche mese. In estate dovrebbe esser la volta di quelli che hanno maturato "quota 100" da diciotto mesi. L’obiettivo è quello di far uscire con scaglioni successivi (previsti nel 2019 e nel 2020) tutti coloro che hanno maturato i requisiti previsti (62+38) al 31 dicembre 2018.

Quota 104, qualcosa non torna

Va da sé che a questo punto si può parlare a ragion veduta di "quota 104": se un lavoratore ha raggiunto i 62 anni di età e 38 di contributi due anni fa, a gennaio 2019 dovrà avere per forza di cosa 64 anni e 40 di contributi. E c’è un altro dettaglio che non è chiaro: quando andranno in pensione i lavoratori che maturano i requisiti previsti oltre il 31 dicembre 2018? Quella raccontata dal Corsera è comunque solo una proposta. Nulla di ufficiale né tantomeno ufficioso per intenderci, anche se l’indiscrezione per ora non ha trovato smentite. 

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