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Venerdì, 19 Aprile 2024
ECONOMIA

Italiani spaventati, non spendono più: uno su tre teme la povertà

Zero consumi e boom di depositi bancari: negli anni della crisi, con un futuro incerto davanti, gli italiani hanno preferito tenere i soldi sotto il materasso o in banca, a disposizione per ogni evenienza

ROMA - "Tecnicamente parlando, l'economia italiana è ancora in recessione a causa della crescita negativa". A dirlo, intervistato da Bloomberg al G20 australiano, è il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan. Che però spiega come la fase di crescita negativa stia "finendo e ci aspettiamo una crescita positiva a partire dal prossimo anno". Nell'attesa di sapere se le speranze del ministro si traducano in certezze, gli ultimi dati sulla nostra economia dicono è boom di contanti e depositi bancari in Italia, a discapito di consumi e acquisti di immobili.

Negli anni della crisi, afferma il Censis con uno studio, gli italiani hanno preferito tenere i soldi cash o fermi sui conti correnti, a disposizione per ogni evenienza. E così il valore di contanti e depositi bancari è aumentato di 234 miliardi di euro negli ultimi sette anni; le consistenze sono passate dai 975 miliardi di euro del 2007 a una massa finanziaria di 1.209 miliardi nel marzo 2014, con un incremento del 9,2 per cento in termini reali. Oggi contanti e depositi costituiscono il 30% del portafoglio delle attività finanziarie delle famiglie, mentre erano solo il 25% nell'anno prima della crisi. 

Di fatto "l'azienda più liquida d'Italia sono gli italiani" stessi. Incertezza, paura, cautela spingono a tenersi i soldi vicini, subito pronti all'occorrenza e per tamponare i rischi. Nello stesso periodo sono aumentati anche i soldi accantonati con assicurazioni e fondi pensione: +125 miliardi di euro (+7,2%). E le polizze vita sono tornate a funzionare come "salvadanaio" per molti: i premi raccolti sono aumentati da 63,4 miliardi di euro nel 2007 a 86,8 miliardi nel 2013 (+21,3% in termini reali).

Il 33% degli italiani teme di diventare povero. E i consumi sono stati praticamente "azzerati", prosegue il Censis, con un meno 7,6% dal 2007 a oggi. Gli investimenti immobiliari dimezzati, dalle 807mila compravendite di abitazioni del 2007 alle 403mila del 2013. In generale con la crisi aumenta la propensione al risparmio, prosegue il Censis. Dal secondo trimestre del 2012 si registra una inversione di tendenza da parte degli italiani nella creazione di risparmi, che hanno ripreso un trend crescente, passando da 20,1 miliardi a 26 miliardi di euro nel primo trimestre del 2014, con un incremento nel periodo del 26,7 per cento in termini reali. La propensione al risparmio è salita dal 7,8 al 10 per cento, pure a fronte di una riduzione nello stesso periodo dell'1,2 per cento del reddito disponibile delle famiglie e nonostante la bassa inflazione abbia attenuato la caduta del potere d'acquisto.

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In pratica meno redditi, meno investimenti, zero consumi, più risparmi: è questo il trend degli italiani al tempo della crisi, secondo quanto risulta dal nono numero del "Diario della transizione" del centro studi, che ha l'obiettivo di cogliere e descrivere i principali temi in agenda in un difficile anno di passaggio attraverso una serie di note di approfondimento diffuse nel 2014. In più l'incertezza può diventare paranoia. "Meglio 'restare liquidi', non si sa mai", sembra essere la parola d'ordine degli italiani in questa fase. 

CROLLO DEI CONSUMI - E come se non bastasse, secondo un'indagine del Codacons i consumi hanno fatto registrare un calo drammatico dal periodo pre-crisi ad oggi. Dal 2007 la spesa degli italiani è crollata di 80 miliardi, quasi il 5,3% del Pil. L'associazione ha sottolineato come ogni famiglia abbia ridotto, in sette anni, gli acquisti di oltre 3.300 euro l'anno con una contrazione pari a più di 1.300 euro procapite, neonati compresi. E il Paese si appresta a chiudere il terzo anno consecutivo in recessione. Tra i settori più colpiti dai tagli di spesa operati dalle famiglie ci sono i trasporti (-23%), abbigliamento e calzature (-17%), mobili per la casa ed elettrodomestici (-12%). La crisi però ha spinto gli italiani anche a ridurre i consumi primari, con gli acquisti di alimentari scesi dell'11,5%. Se da una parte la spesa si contrae  nello, stesso periodo è raddoppiato il numero dei disoccupati: nel 2007 il tasso di disoccupazione registrato dall'Istat era di poco superiore al 6% (6,1%), oggi siamo al 12,6%. E i senza lavoro sono passati da 1.506.000 del 2007 ai 3.220.000 del 2014.

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