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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia Italia

L'Italia corre dritta verso la recessione: economia al palo, giù i consumi

Brutte notizie dall'Istat: i dati nel terzo trimestre 2018 segnalano il peggioramento dei conti. Bisogna risalire al 2014 per trovare un segno meno davanti al dato congiunturale del Pil italiano. Il rischio è che il governo - che ha impostato la manovra 2018 su stime di Pil positivo - non possa trovare i fondi per poter dar seguito alle promesse

Seconda doccia gelata sulle speranze di accelerazione della ripresa dell'economia italiana. La prima era arrivata il 30 ottobre con la stima della crescita del Pil nel terzo trimestre 2018 che l'Istat aveva ipotizzato pari a zero. Oggi l'Istat rettifica quella previsione e informa che il Pil del terzo trimestre di quest'anno ha accusato un calo dello 0,1% rispetto al trimestre precedente dopo quattordici trimestri di crescita. Bisogna risalire al -0,1% registrato nel secondo trimestre del 2014 per trovare un segno meno davanti al dato congiunturale del Pil italiano, mentre l'ultimo 'zero' risale all'ultimo trimestre dello stesso anno.

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La tendenza è preoccupante perché sintomo di una chiara tendenza: si è passati infatti da +0,5% del primo trimestre 2017 a + 0,3% nel quarto trimestre 2017 a +0,2% nel secondo trimestre 2018 ed ora a -0,1% nel terzo trimestre 2018.

Sale la disoccupazione, quella giovanile è alle stelle

Secondo l'Istituto statistico l'economia italiana è cresciuta nel 2018 di appena lo 0,9% rispetto al 2017 e segnala come tutti i principali aggregati della domanda interna registrano diminuzioni, con una riduzione dello 0,1% dei consumi finali nazionali e dell'1,1% degli investimenti fissi lordi. Contributo nullo per i consumi delle famiglie. Si registra un andamento congiunturale positivo soltanto per il valore aggiunto dell'agricoltura, cresciuto dell'1,6%, mentre quelli dell'industria e dei servizi sono diminuiti, rispettivamente, dello 0,1% e dello 0,2%.

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"Come è noto - commenta Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor - secondo le convenzioni degli economisti, due variazioni negative consecutive del Pil segnano l'entrata in recessione. Ed oggi appare molto probabile che anche il quarto trimestre di quest'anno farà segnare un calo".

L'Italia verso la recessione

Se anche il quarto trimestre sarà in calo l'Italia sarà entrata ufficialmente in recessione. Come spiega lo stesso Istat la flessione "segue una fase di progressivo rallentamento della crescita" ed "è dovuta essenzialmente alla contrazione della domanda interna, causata dal sovrapporsi di un lieve calo dei consumi e di un netto calo degli investimenti, mentre l'incremento delle esportazioni, pur contenuto, ha favorito la tenuta della componente estera". 

Fra le principali economie europee, solo la Germania - con il suo -0,2% - ha registrato un andamento congiunturale negativo nel terzo trimestre, mentre la Francia ha messo a segno +0,4%, la Spagna +0,6% e il Regno Unito +0,6%.

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Che cosa è la recessione

Ma che cosa è la recessione e quali rischi corre l'Italia? In economia la recessione è il contrario di crescita economica: i livelli di attività produttiva si abbassano e si registra un aumento della disoccupazione, un rallentamento della produttività e una discesa dei consumi e dell'accesso al credito. Se la diminuzione della domanda di beni e servizi da parte dei consumatori si intensifica la recessione può trasformarsi in una più grave depressione.

Non una buona notizia dunque per l'Italia e per l'esecutivo gialloverde che ha impostato la manovra 2018 su stime di Pil positivo. Il rischio è quello che il governo non possa trovare i fondi per poter dar seguito alle promesse più volte annunciate. 

Per Anna Maria Bernini, capogruppo di Forza Italia al Senato, invece di dare una scossa all'economia stagnante si insiste con il reddito di cittadinanza che distribuisce sussidi a perdere: "Servirebbe, a maggior ragione, una manovra diversa da quella presentata e ostinatamente difesa in modo irresponsabile dal governo".

"Occorre invertire decisamente la rotta, cambiare i connotati della legge di bilancio e l'unica ricetta possibile è la Flat tax, un taglio importante delle tasse per tutti, imprese e cittadini. Bisogna risvegliare la fiducia in vista di una ripartenza dell'economia. Se i Cinquestelle continueranno a sbagliare, la Lega dovrà battere un colpo. Portare l'Italia nel baratro sarebbe una responsabilità storica incomprensibile oltre che gravissima".

Di Maio: "Colpa di Gentiloni"

Il ministro dello Sviluppo Economico e del Lavoro, Luigi Di Maio, commentando il dato sul pil accusa il precedente Governo di non aver dato una forma espansiva all'ultima manovra: "La manovra di Gentiloni - sottolinea - non ha fatto ripartire l'economia nel 2018. Nel 2019 l'economia ripartirà perché stiamo iniettando risorse fresche nell'economia non stiamo tagliando: stiamo dando la possibilità agli italiani di pensionarsi, a più persone di trovare lavoro e stiamo mettendo dei soldi in tasca agli italiani dando la possibilità di aumentare il proprio potere di acquisto".

"Gli effetti che si stanno vedendo nel 2018 sono legati al fatto che si sono fermati l'export per effetto della guerra dei dazi e soprattutto non si sono sostenuti né le imprese, né i lavoratori, né i disoccupati e neanche i pensionati. L'ultima manovra di Gentiloni era una manovra insipida che non aiutava nessuno"

Istat: ad ottobre occupazione è sostanzialmente stabile

Tuttavia un dato positivo c'è: proprio oggi sempre l'Istat ha pubblicato i dati sugli indici di occupazione, disoccupazione e inattività: rispetto ai mesi passati quelli di ottobre sono dati positivi, grazie al calo degli inattivi. Le stime dicono che 77mila persone hanno ricominciato a cercare lavoro generando quel picco di disoccupati messo in evidenza dai dati.

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Interessante la crescita degli occupati a tempo indeterminato: dopo il crollo di settembre tornano a crescere (+37mila), mentre diminuiscono lievemente (-13mila) gli occupati a termine e quelli indipendenti (-16mila). Saranno molto importanti i dati su novembre e dicembre per vedere se ottobre segna una vera discontinuità come primo effetto del Decreto Dignità o sarà una semplice correzione temporanea. 

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Infine secondo le stime preliminari Istat a novembre l'inflazione sale all’1,7% su base annua dall'1,6% di ottobre.

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Sempre più laureati in settori dove non c'è occupazione 

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