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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Economia Italia

Recovery fund, niente "Troika" ma i fondi europei hanno una clausola di sicurezza

Arrivano i soldi europei, ma quando? L'Italia potrà presentare i suoi preventivi di spesa non prima di ottobre, ma dovranno essere approvati. Poi i versamenti arriveranno in tanche ma con uno schema di controllo e raccomandazioni: in caso di inefficienza si perdono i fondi

L'accesso alle risorse del nuovo Recovery fund dell'Unione europea si baserà sulla presentazione volontaria di "piani di rilancio e resilienza" che verranno valutati dalla Commissione europea. Lo ha spiegato il vicepresidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis, durante la conferenza stampa di presentazione del piano europeo di rilancio post crisi pandemica. Sarà della Commissione Europea la decisione finale sul "si paghi" ma i Paesi membri potranno dare pareri vincolanti. I fondi del Recovery fund verranno distribuiti in tranche in base a progressi fatti sui piani. 

La tempistica è tuttavia declinata nel tempo. I piani potranno infatti essere presentati insieme alla legge di Bilancio solo nel prossimo ottobre come spiega il commissario all'Economia, Paolo Gentiloni. "Non c'è la condizionalità della Troika - ha detto - ma andranno attuati come previsto, altrimenti si perdono i fondi".

Oltre che sulle raccomandazioni specifiche per Paese, verranno valutati anche sulla base delle priorità Ue concertate tra Paesi, ad esempio sulla transizione green e la transizione digitale. "Non si tratta di una intrusione della commissione Ue - ha detto ancora Gentiloni - Quanto raccomandazioni per l'Italia erano state elencate già nell'ultimo rapporto sul semestre Ue.

Recovery e Raccomandazioni: occhio alle inefficienze italiane

In particolare, come si legge nella relazione dello scorso febbraio, la commissione rilevava per l'Italia la necessità di intervenire sul rapporto debito pubblico/PIL già allora giudicato molto elevato e tale da esporre le finanze pubbliche a ripercussioni negative. Tra le raccomandazioni potrebbero inoltre incidere la valutazione della debole crescita della produttività che ha rallentato la crescita del PIL potenziale e assottigliato i margini di riduzione del debito. Un forte richiamo era arrivato in merito alle recenti riforme adottate ma giudicate insufficienti a mitigare gli squilibri macroeconomici dell'Italia.

Gli obiettivi europei per l'Italia e le raccomandazioni

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Tra le raccomandazioni già avanzate - ma giudicate come disattese dal governo italiano - figura quella della piena attuazione delle riforme per ridurre il peso delle pensioni di vecchiaia e di anzianità nella spesa pubblica e creare margini per altra spesa sociale e spesa pubblica favorevole alla crescita. In modo negativo sono state inoltre giudicate le misure prese dal governo come quota 100, ape social e il mancato adeguamento alla speranza di vita: una attitudine che sta aumentando ulteriormente la spesa pensionistica.

Progressi limitati vengono inoltre segnalati quanto alla riduzione delle agevolazioni fiscali e nessun progresso nell'aggiornamento dei valori catastali, così come limitati sono giudicati i progressi nella riduzione in termini nominali della spesa pubblica primaria netta. Quanto all'emersione del lavoro nero la commissione europea segnalava come il numero totale delle imprese ispezionate sia diminuito nel 2018, mentre il solo progresso registrato evidenzia il bando per il concorso per assumere nuovi ispettori del lavoro.

Nessun progresso è stato registrato per quanto riguarda le politiche in materia di concorrenza. Non sono state annunciate nuove iniziative e sono ancora in discussione alcune misure che prevedono dei passi indietro.

Recovery fund, 80 miliardi a fondo perduto e 90 miliardi di prestiti

Molti detrattori hanno criticato la portata di fuoco degli aiuti anche alla luce degli impegni finanziari dell'Italia in Europa. In merito il commissario Paolo Gentiloni ha ricordato che se l'Italia è un contributore netto per 4 miliardi l'anno ma le risorse rese disponibili per il nostro paese potrebbero arrivare intorno a 172 miliardi, divisi tra 82 miliardi a fondo perduto e 90 di prestiti.

Per la parte a fondo perduto, si calcola che tra contributi che daremo all’Europa e risorse che avremo dall’Europa il saldo sarà positivo per 26 miliardi (82 miliardi in arrivo contro 56 in uscita). La Germania ne prenderà 28 e ne metterà 131, con un saldo negativo (per loro) di 103 miliardi. Poi c’è tutta la parte prestiti pari a 90 miliardi che si giocherà su un lunghissimo orizzonte temporale di restituzione e tassi che dovrebbero essere vicini allo zero. L’emissione a monte dovrebbe avvenire a tripla A, per cui il tasso di interesse dovrebbe essere lontanissimo dal rendimento dell’1,4% pagato solo pochi giorni fa per i btp italia.

Per avere un quadro complessivo della questione va citato poi il caso dei fondi strutturali. L’Italia nel settennato 2014-2020 ha avuto diritto a 73 miliardi di euro di trasferimenti. Ne abbiamo spesi effettivamente il 21%. Abbiamo tempo fino al 31 dicembre 2023 per spendere ciò che non siamo stati capaci di spendere. 

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