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Martedì, 19 Marzo 2024
Economia

Reddito di cittadinanza, scatta il "controllo del 5 per cento": che cosa succederà

Nei prossimi due mesi ciascun Comune deve necessariamente eseguire i controlli sull'Isee su almeno il 5 per cento delle famiglie residenti che abbiano ricevuto il sussidio: lo ricorda ItaliaOggi. Tempi sempre più duri per i furbetti del reddito di cittadinanza

Reddito di cittadinanza, i controlli non vanno mai in vacanza. Anzi, si intensificheranno. Entro la fine di ottobre saranno infatti "entrati in campo" anche i Comuni, per fare in modo che non ci sia spazio per irregolarità di alcun tipo. Cosa succederà? Vediamolo insieme. I controlli delle amministrazioni locali si concentreranno sull'Isee dei nuclei beneficiari del reddito di cittadinanza (Rdc). Nei prossimi due mesi ciascun Comune, ricorda ItaliaOggi, deve necessariamente eseguire i controlli su almeno il 5 per cento delle famiglie residenti che abbiano ricevuto il sussidio.

Non sono voci di corridoio, ipotesi da confermare o "rumors": i controlli sono previsti dall'accordo della conferenza stato-regioni, diramato dal dicastero guidato da Luigi Di Maio negli scorsi 14 mesi, con la nota prot. 8156/2019 che elenca i dettagli di cosa accadrà. I comuni dovranno comunicare i risultati dei controlli ordinari (residenza e soggiorno) o straordinari (Isee) all'Inps attraverso una piattaforma informatica già esistente, di nome Gepi (Piattaforma per la gestione dei Patti per l’inclusione sociale).

Reddito di cittadinanza, come funzionano i controlli per la residenza

La residenza è infatti un altro punto centrale di questi controlli. Come è risaputo, il reddito di cittadinanza, misura simbolo del governo Conte-Di Maio-Salvini, può essere assegnato solo se chi ne fa domanda ha risieduto nel nostro Paese per almeno 10 anni, con continuità di residenza negli ultimi due anni, 

I Comuni devono indicare in piattaforma tutti i tempi delle iscrizioni nei propri elenchi anagrafici e il Comune di provenienza dei nominativi su cui sono effettuati i controlli. A questo punto le informazioni sono trasmesse dalla piattaforma digitale al precedente comune di provenienza, il quale, entro poche settimane, procede a inserire le stesse informazioni. E così via, a catena: l'operazione continua in presenza di altri comuni di provenienza fino ai due anni di residenza. 

Insomma, dati che si incrociano e poi a partire da qui eventuali sanzioni: poi sarà come sempre l'Inps a indicare all'autorità giudiziaria i casi in cui sia necessario procedere.

Reddito di cittadinanza, tre fasi per i controlli "anti-furbetti"

Comuni a parte, i controlli sul reddito di cittadinanza sono portati avanti grazie a vari attori: l’agenzia delle Entrate, l’Ispettorato nazionale del lavoro, la guardia di Finanza più altre autorità di controllo. Da qualche tempo 600mila nomi sono in mano alle Fiamme Gialle per esaminare i profili di rischio. 

L'Inps invece si occupa delle verifiche preventive, in altre parole deve valutare se il nucleo familiare abbia i requisiti necessari per poter presentare domanda di accesso al Rdc. Ma c'è anche l'Ispettorato nazionale del lavoro a entrare in scena, per verificare che non ci sia svolgimento di prestazioni di lavoro “in nero” da parte dei soggetti appartenenti ad un nucleo familiare beneficiario del sussidio. I controlli hanno fatto emergere negli scorsi mesi vari casi di questo genere.

Reddito cittadinanza e crisi di governo

Intanto, in piena crisi di governo, è impossibile sapere quale futuro attenda il reddito di cittadinanza. Per abolire il reddito di cittadinanza servirebbe eventualmente una nuova legge del prossimo governo, ed è improbabile che accada a breve, perché mai come in queste ore il ruolo del Movimento 5 stelle appare centrale per la nascita del prossimo esecutivo. Tutte le critiche del Pd al reddito di cittadinanza sono nell’implementazione, non nell’intento politico, ed è bene tenerlo a mente.

Reddito di cittadinanza, chi "rischia" il controllo della Guardia di Finanza

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