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Giovedì, 25 Aprile 2024
Reddito di cittadinanza

Tra furbetti del reddito di cittadinanza e lavoratori sfruttati: l'inquietante caso in due ristoranti

Disastroso l'esito dei controlli effettuati dalle Fiamme gialle a Carini: su 25 lavoratori 18 erano in nero. Uno di loro aveva anche chiesto e ottenuto il sussidio

Nonostante le pene per chi truffa lo Stato siano molto severe, non passa giorno in cui non si abbia notizia di qualche nuovo furbetto del reddito di cittadinanza. Solo ieri vi abbiamo raccontato il caso delle otto persone denunciate in provincia di Imperia (quattro dipendenti e altrettanti datori di lavoro); neanche 24 ore dopo un nuovo caso è stato segnalato dalla Guardia di finanza a Carini, in provincia di Palermo. La scoperta delle Fiamme gialle è avvenuta in un ristorante.

Prende il reddito di cittadinanza, sorpreso a lavorare in un ristorante

Uno dei dipendenti - a quanto si è appreso - aveva chiesto e ottenuto il reddito di cittadinanza, ma è stato sorpreso a lavorare nel locale senza regolare contratto. Come in altri casi analoghi percepiva dunque a tutti gli effetti un doppio stipendio. Ora dovrà restituire quanto già incassato e non avrà più diritto al sussidio. Non solo. Il furbetto rischia anche conseguenze molto pesanti.

La legge prevede infatti la reclusione da 2 a 6 anni per chiunque presenti dichiarazioni false oppure ometta informazioni dovute. È prevista, invece, la reclusione da uno a tre anni nei casi in cui si ometta la comunicazione all’ente erogatore delle variazioni di reddito o patrimonio o di altre informazioni dovute e rilevanti ai fini della revoca o della riduzione del beneficio. 

In un ristorante 7 dipendenti su 7 erano in nero

Al di là dell’ennesimo furbetto del reddito, i controlli eseguiti dalla guardia di finanza a Carini hanno fatto emergere una situazione di illegalità diffusa e per molti versi inquietante. Le Fiamme gialle hanno infatti passato al setaccio due ristoranti: nel primo a fronte di 18 dipendenti trovati nel momento dell'accesso 11 sono risultati impiegati senza alcuna formalizzazione e regolarizzazione del rapporto lavorativo.

Nella seconda ispezione è andata addirittura peggio: ben sette lavoratori su sette sono stati sorpresi a lavorare "in nero". In poche parole 18 lavoratori su 25 lavoravano senza un regolare contratto. 

È giusto dunque anche sottolineare lo sfruttamento di questi lavoratori, costretti a sgobbare senza ricevere tfr, tredicesima, contributi e privi delle più elementari tutele. 

Tornando al reddito di cittadinanza, i casi di frode iniziano ad essere numerosi. Per il presidente dell’Inps Tridico è la dimostrazione che i furbetti "vengono scoperti di volta in volta" e che dunque i controlli sono efficaci. Ma a pensarci bene può valere anche il ragionamento opposto: se in tanti vengono scoperti è lecito sospettare che molti altri la facciano franca. 

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