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Giovedì, 28 Marzo 2024
Reddito di cittadinanza

Il reddito di cittadinanza e il presunto esercito di pentiti: "Rifiutano 40 euro? Impossibile"

Tridico smentisce le indiscrezioni secondo cui una parte dei beneficiari sarebbe pronta a rinunciare al sussidio. Anche il consorzio Caaf Cgil parla di un fenomeno marginale: non c'è nessuna corsa alla restituzione delle card

Secondo diversi articoli usciti in questi giorni ci sarebbe un vero e proprio esercito di pentiti pronti a restituire la card del reddito di cittadinanza. Si tratta - stando a quanto raccontano molte testate nazionali  - perlopiù di quei contribuenti che hanno ricevuto un importo basso o molto basso e che pertanto - viste le cifre in ballo - non riterebbero conveniente sottoporsi agli obblighi previsti dalla legge (e ai controlli della Guardia di Finanza).

Il Sole 24 Ore, Il Giornale e Quotidiano.net (tra gli altri), scrivono che in base a quanto risulta ai vari Caf sparsi sul territorio sarebbero circa 100mila i poveri che hanno già deciso di restituire la card del reddito di cittadinanza. Tra questi i 35mila beneficiari di importi tra i 40 e i 50 euro, i circa 30mila che ricevono tra i 50 e i 100 euro mensili e i 40mila che andrebbero a percepire meno di 200 euro.

Il Corriere della Sera racconta invece che in Veneto il 10% di chi ha percepito 40 euro ha deciso di rifiutare la card, circostanza confermata da Alfio Calvagna, presidente del Comitato Inps Veneto: "E' vero, molti l’hanno respinta ed è un fenomeno tipicamente veneto - ha affermato al Corriere -. Questa regione è fatta di piccole comunità, ci si conosce tutti, è difficile ammettere di non farcela da soli, di avere bisogno di aiuto". 

Tridico e l'esercito di rinunciatari: "Non vogliono il reddito? Impossibile"

Come stanno le cose? Per ora dai piani alti smentiscono tutto, ma anche gli addetti ai lavori sono molto scettici. La corsa alla restituzione delle card? "Non mi risulta" ha detto il presidente dell'Inps Pasquale Tridico a margine di un'audizione alla Camera. "Sarebbe davvero ridicolo. Se io le do 100 euro ma anche 40 che fa, lei, li rifiuta? Impossibile". Per il presidente di Poste Italiane, Bianca Maria Farina, "se il fenomeno c'è, e' sicuramente marginale. Noi registriamo che le card vengono utilizzate e tutto funziona". 

Anche il consorzio Caaf Cgil, interpellato da Today, smentisce le indiscrezioni di stampa. "In termini generali - spiegano -, il fenomeno è residuale" e gli articoli in merito sono "basati su procedimenti euristici". 

I numeri del reddito di cittadinanza (secondo l'Inps)

Tridico ha fornito anche dei numeri sui sussidi erogati finora dall'Inps. Le domande di reddito di cittadinanza ammontano a 1 milione e 125mila. Di queste 168mila sono domande di pensione di cittadinanza rispetto alle 250 mila che il governo ha complessivamente stimato. Ad aprile sono state pagate 58mila domande di pensioni di cittadinanza sulle 500 mila prestazioni pagate relative al reddito di cittadinanza. Il tasso di rifiuto oscilla tra il 25 ed il 27% delle domande. Nulla si sa invece sul tasso di rinunciatari. 

Gli obblighi per i beneficiari del reddito

Come abbiamo visto il presidente dell’Inps nega risolutamente che il fenomeno dei rinunciatari possa diventare consistente. E' vero però che chi ha diritto ad un importo molto basso potrebbe decidere che il gioco non vale la candela. I beneficiari del reddito si impegnano infatti a firmare un patto per il lavoro che impone l’impegno alla formazione, alla ricerca attiva del lavoro e all’accettazione di offerte di lavoro congrue.

La legge prevede due diversi percorsi:

  • l'inserimento nel mercato del lavoro tramite i Centri per l’impiego;
  • un percorso di inclusione sociale tramite i Comuni, riservato alle famiglie con più ridotte possibilità di occupabilità e con problemi di povertà multidimensionale.

Reddito di cittadinanza, cosa rischiano i furbetti

E poi ci sono i controlli. Com’è stato annunciato nei mesi scorsi dal vicepremier Di Maio, chi viene beccato a barare rischia grosso. Nel testo della legge approvata in Parlamento viene specificato che chiunque "al fine di ottenere indebitamente il beneficio (...) rende o utilizza dichiarazioni o documenti falsi o attestanti cose non vere" oppure "omette informazioni dovute, è punito con la reclusione da due a sei anni". Inoltre, "l’omessa comunicazione delle variazioni del reddito o del patrimonio, anche se provenienti da attività irregolari, nonché di altre informazioni dovute e rilevanti ai fini della revoca o della riduzione del beneficio entro i termini (...) è punita con la reclusione da uno a tre anni".

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