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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Economia Italia

Reddito di cittadinanza, c'è un problema di soldi

Dal 6 marzo si potrà richiedere il reddito di cittadinanza, ma il testo di legge non è ancora pronto al via libera della Camera. Infatti dopo l'ok del Senato il decreto legge si trova alla Camera dove i sindacati hanno espresso tutti i loro dubbi

Il reddito di cittadinanza ''apre una serie di problemi'': lo rilevano i sindacati, nel corso dell'audizione sul "decretone" che dopo il via libera del Senato si trova ora in fase di conversione nelle commissioni riunite Lavoro e Affari sociali della Camera.

Sotto la lente di Cgil, Cisl e Uil uno dei paletti del reddito di cittadinanza:

La congruità dei 858 euro mensili per accettare un'offerta di lavoro

Secondo i sindacati l'individuazione di una retribuzione congrua di 858 euro "non tiene conto dei salari percepiti da lavoratrici e lavoratori impegnati in alcuni settori o delle retribuzioni di molti lavoratori part-time".

Come spiega il rappresentante sindacale di Confagricoltura, Roberto Caponi: "L'offerta congrua di 858 euro al mese mette fuori gioco il lavoro part time e stagionale e può creare grossi problemi nel settore dell'agricoltura".

"Il mondo dell'agricoltura esce fuori dagli sconti previsti per chi assume persone che percepiscono il reddito di cittadinanza".

Non è di fatto una novità, ma sul reddito di cittadinanza Cgil, Cisl e Uil confermano "tutti gli elementi di criticità" che già avevano più volte sollevato. Ma lo fanno con maggiore vigore.

I sindacati ritengono "inaccettabile" il vincolo di residenza pari a 10 anni "per il suo profilo discriminatorio nei confronti dei cittadini stranieri".

"Ancor meno possiamo condividere l'emendamento approvato in Senato che, in deroga alle disposizioni vigenti, condiziona l'accoglimento della richiesta di beneficio, per i cittadini provenienti da Paesi extra Ue, alla presentazione di apposita certificazione prodotta dallo Stato estero, tradotta e legalizzata, comprovante i requisiti reddituali e patrimoniali oltre che la composizione del nucleo familiare".

Critiche anche sui criteri adottati per individuare la platea di beneficiari e su quelli indicati per determinare l'ammontare del beneficio che i sindacati ritengono "iniqui verso l'intera platea di soggetti in condizioni di bisogno".

Modifiche al "decretone": come cambiano quota 100 e reddito di cittadinanza 

Un problema viene quindi dalla soglia fissata a 13.000 euro lordi di retribuzione annua.

"ulteriore differenziazione della congruità rispetto alle regole del sistema di condizionalità vigente per gli altri percettori di trattamenti di sostegno al reddito, come ad esempio la Naspi''

I sindacati ripropongono "la necessita di aprire un percorso condiviso per una riforma fiscale basata sul principio costituzionale della progressività". Va infine aperta una riflessione sull'aumento delle ore che il beneficiario del reddito di cittadinanza deve garantire in attività di pubblica utilità. "Ciò - concludono le organizzazioni sindacali - in quanto le 16 ore previste dall'emendamento approvato dal Senato equivalgono sostanzialmente a un tempo parziale nella pubblica amministrazione e in altri settori".

Pensioni, quota 100 ha un problema (e forse non solo uno)

Reddito di cittadinanza, il via tra dubbi e problematicità aperte

Le tre confederazioni segnalano poi "con preoccupazione" il conflitto di attribuzioni tra Stato e Regioni sul tema delle assunzioni e della piena operatività dei navigator. Un conflitto che "rischia di impattare negativamente sulla buona riuscita dei percorsi di inserimento e reinserimento al lavoro dei beneficiari del reddito di cittadinanza", sottolineano. "In aggiunta alle 4mila assunzioni previste dall'ultima legge di bilancio - aggiungono - chiediamo che le 1.600 assunzioni cofinanziate con fondi comunitari siano effettuate con contratti a tempo indeterminato e non a termine".

Secondo Cgil, Cisl e Uil sarebbe "importante" oltre al potenziamento dei centri per l'impiego "trovare risorse strutturali e costanti nel tempo per un piano di sviluppo e di funzionamento degli stessi centri".

E quota 100?

Mentre hanno già sforato quota 80mila le domande di pensionamento con quota 100 (30mila statali e 27mila privati) è ancora da emendare il testo di legge che la dovrebbe istituire con il reddito di cittadinanza. 

Nella memoria presentata dai sindacati, Cgil Cisl e Uil bocciano lo scivolo pensionistico ritenendolo insufficiente perché "non è in grado di rispondere in modo omogeneo alle esigenze di molti lavoratori".

In particolare, rispetto al totale delle domande "poco più di un quarto sono state presentate da donne".

I sindacati chiedono infatti che per le lavoratrici sia intanto riconosciuta una riduzione contributiva, almeno in presenza di figli, come previsto per l'Ape sociale.

"Quota 100 rappresenta un'opportunità per lavoratori con carriere continue e strutturate, ma è decisamente meno accessibile ai lavoratori del Sud e del tutto insufficiente per le donne, per i lavoratori con carriere discontinue o occupati in particolari settori produttivi caratterizzati da stagionalità o appalti, come quello agricolo o dell'edilizia".


Il meccanismo delle finestre è "penalizzante", proseguono i sindacati, in particolare per i lavoratori del settore pubblico "poiché per loro la finestra di accesso alla pensione è di 6 mesi". Sono penalizzati anche coloro che svolgono una delle 15 categorie di lavori gravosi oppure usuranti poiché il blocco dell'incremento per aspettativa di vita sulla pensione anticipata per questi lavoratori era già previsto e invece adesso per effetto delle finestre devono attendere 3 mesi per ottenere il primo assegno pensionistico.

Le tre confederazioni propongono un intervento "più ampio, di tipo organico e strutturale che preveda una flessibilità in uscita a partire dai 62 anni di età e, per quanto riguarda il sistema contributivo, il superamento degli attuali vincoli che rendono molto difficile l'accesso al pensionamento poiché condizionano il diritto alla pensione al raggiungimento di determinati importi soglia dell'assegno (1,5 e 2,8 volte l'assegno sociale)".

Confermano l'importanza di "introdurre la possibilità di andare in pensione con 41 anni di contribuzione a prescindere dall'età".

In pensione con quota 100: l'identikit dei beneficiari 

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