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Venerdì, 29 Marzo 2024
Economia Italia

Reddito di cittadinanza, che caos: "Conviene non lavorare"

Secondo l'ufficio parlamentare di bilancio lo strumento del reddito di cittadinanza così come è congegnato potrebbe essere un disincentivo per il lavoro. E i consulenti del lavoro denunciano: "Ogni operatore del centri per l'impiego dovrà prendere in carico 506 persone"

Reddito di cittadinanza, non ci siamo. Nuove bordate sulla misura cara al movimento 5 stelle che dopo la presentazione del sito ufficiale trova nuove critiche durante l'audizione in commissione Lavoro del Senato. Dopo i problemi evidenziati ieri sono nuovamente i numeri a far di nuovo parlare in negativo.

Nel giorno in cui arrivano a 22mila le domande presentate per il pensionamento con quota 100 (9.200 sono lavoratori dipendenti, oltre 6.600 la gestione pubblica, 1.700 commercianti e 1.600 artigiani) l'altra metà del cosiddetto "decretone" è stato infatti vittima di un fuoco di fila da parte dei tecnici tra cui il presidente dell'Ufficio parlamentare di bilancio, e dai consulenti del lavoro.

Inanzitutto partiamo dai soldi: secondo le tabelle elaborate dall'ufficio parlamentare di bilancio sulla base delle dichiarazioni Isee 2017 , mediamente l'importo del beneficio sarà ridotto a poco più di 2mila euro l'anno, mentre per circa il 60% dei percettori l'importo sarà intorno a 3mila euro, ovvero circa 273 euro al mese.

A quante persone andrà il reddito di cittadinanza

Mentre nel caso del Rei le erogazioni effettive sono risultate sensibilmente inferiori rispetto alle stime, sussiste una grande incertezza sulle stime dei beneficiari del reddito di cittadinanza. Secondo le stime dell'Upb i nuclei beneficiari risulterebbero pari a circa 1,3 milioni, per un totale di circa 3,6 milioni di individui (quasi un milione in più delle stime dell'Istat, ndr).

Reddito di cittadinanza, presentata la Card (FOTO ANSA)

Con questi numeri Reddito e pensione di cittadinanza dovrebbero costare circa 5,8 miliardi nel 2019 (anno in cui saranno erogate al massimo nove mensilità, da aprile a dicembre), per poi salire a 7,8 miliardi a regime. Sono valori sostanzialmente in linea con quelli delle valutazioni ufficiali riportate nella relazione tecnica. 

Clochard, troppo poveri anche per il reddito di cittadinanza

Come mostrano le stime dell'upb ci sono circa 400.000 soggetti potenziali beneficiari del reddito di cittadinanza che risultano occupati: "Nel caso limite in cui tutti questi soggetti cessassero il loro rapporto di lavoro - si legge nel testo consegnato da Pisauro alla commissione - si avrebbero maggiori erogazioni per circa 2 miliardi a regime". Un effetto da tenere in considerazione come vedremo qui sotto.

Reddito cittadinanza disincentivo per l'occupazione

Secondo l'ufficio parlamentare di bilancio lo strumento del reddito di cittadinanza così come è congegnato potrebbe essere un disincentivo per il lavoro.

Al momento della richiesta del beneficio, infatti, l'intero reddito da lavoro guadagnato entra nel reddito del nucleo familiare da integrare con il RdC, "il che corrisponde all'applicazione di un'imposta implicita del 100% se il reddito da lavoro è pari o inferiore alla soglia", dice Pisauro.

"I soggetti che lavorano e che percepiscono salari bassi dunque avranno pertanto una disponibilità economica uguale a quelli che non lavorano"

Un potenziale disincentivo che sarebbe aggravato da un "effetto spiazzamento nei confronti di segmenti del mercato del lavoro, soprattutto al Sud, caratterizzati da retribuzioni particolarmente modeste eventualmente dovute a rapporti part-time o di collaborazione, per i quali l'attività lavorativa non risulterebbe economicamente conveniente".

Reddito di cittadinanza, che caos

Altro aspetto è la capacità di creare un nuovo impiego per chi si trova fuori dal mercato del lavoro. Secondo una stima del Consiglio nazionale dell'Ordine dei consulenti del lavoro presentata oggi in commissione Lavoro del Senato, ogni operatore del centri per l'impiego dovrà prendere in carico 506 potenziali beneficiari del reddito di cittadinanza

Come ricordando infatti i consulenti, dei 5 milioni di individui che in Italia vivono sotto la soglia di povertà, 3 milioni e trecentomila sono in età lavorativa e secondo le stime il reddito di cittadinanza porterà 2 milioni e cinquecentomila persone a essere presi in carico dagli addetti dei centri per l'impiego nell'ambito del noto "patto per il lavoro". Un numero abnorme per i dipendenti dei centri per l'impiego.

E i navigator? Per i consulenti del lavoro la figura del cosiddetto 'navigator', prevista nel decreto legge va chiarita poiché tali soggetti "non si sa dove sarebbero fisicamente collocati e con quale modello organizzativo opererebbero".

Ma quello sui numeri non è il solo allarme lanciato dai consulenti del lavoro.

"Una criticità importante arriva dalla sospensione dell'assegno di ricollocazione per i percettori di Naspi. Con tale previsione, chi perde un posto di lavoro e non si trova nelle condizioni per poter beneficiare del reddito di cittadinanza, si vedrà privato di quell'unico strumento di politica attiva di livello nazionale, appunto l'assegno di ricollocazione, in grado di supportarlo nella ricerca di una nuova occupazione".

"Con tale previsione si crea un vuoto di tutela nei confronti dei disoccupati percettori di Naspi". Per questo si chiede un regime transitorio prima della sospensione dell'Adr.

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