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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

Perché il reddito di cittadinanza "fino a esaurimento scorte" può essere un problema

Secondo un nuovo studio dell'economista Galli molti dubbi sul fatto che davvero i conti tornino: "Man mano che arriveranno nuove domande e si esauriranno le risorse, il sussidio verrà ridotto a tutti". Ma Di Maio: "Primo passo verso un mondo più egualitario"

Il reddito di cittadinanza trova un sostenitore a sorpresa, nonostante alcune riserve: "Corrisponde a un'esigenza che esiste in ogni società democratica, anche se nel caso italiano bisognerà verificare se funzionerà con le modalità adottate dal governo". Lo ha detto, durante una conferenza stampa ieri a Bruxelles, l'ex premier ed ex presidente della Commissione europea, Romano Prodi. A chi gli domandava se il reddito di cittadinanza voluto dal M5s fosse o meno misura di sinistra, Prodi ha risposto: "Il bisogno di aiutare i più poveri esiste in tutte le società democratiche.Il problema è vedere le modalità, gli strumenti, le priorità con cui viene adottato; e qui delle riserve ci sono", ha concluso.

Il M5s tira dritto. Durante il question time alla Camera, il vicepremier e ministro Luigi Di Maio ha detto che con l'introduzione del reddito di cittadinanza "l'Italia non solo si candida a recuperare il gap che la separa dalle altre democrazie europee, dove da tempo sono state introdotte delle forme di reddito minimo garantito, ma garantirà il perseguimento di un duplice obiettivo. Verrà infatti assicurato un livello minimo di sussistenza - ha detto - e nel contempo incentivare la crescita personale e professionale del cittadino attraverso un percorso formativo che verrà elaborato da centri per l'impiego, centri di formazione e aziende".

Reddito di cittadinanza, è "fino a esuarimento scorte"?

Emergono nuovi dubbi sul reddito di cittadinanza, o meglio: dubbi sul fatto che davvero i conti del governo "tornino". Sta facendo molto discutere sui social, in special modo su Twitter, l'analisi dell'economista Giampaolo Galli, dell'Osservatorio dei Conti Pubblici Italiani dell'Università Cattolica. "In campagna elettorale il reddito di cittadinanza costava 16 miliardi, cui andava aggiunto un miliardo per Centri per l’Impiego - spiega in una lunga analisi per Inpiù  - La platea e l’ammontare del beneficio erano sostanzialmente gli stessi che vengono propagandati adesso: 5 milioni di individui e 780 euro per un single. Nella prima versione della legge di bilancio, quella con il deficit al 2,4%, le risorse furono dimezzate e nella versione definitiva sono state ulteriormente ridotte a poco più di 6 miliardi [...]  fra 16 miliardi e 6 miliardi c’è un abisso e nel 2020, quando la misura sarà a regime, il fondo aumenterà a soli 7,5 miliardi".

La domanda in fondo è semplice, non è una domanda politica, ma tecnica: come è possibile che al diminuire delle risorse rimangano pressoché invariati il beneficio e la platea? Numeri alla mano, con 7,5 miliardi si possono dare in media "non più di 125 euro al mese a testa - scrive Galli - Anche tenendo conto che i 780 euro promessi sarebbero solo un’integrazione per chi ha già altre fonti di reddito, è facile calcolare che le risorse sarebbero interamente esaurite se ci fossero anche solo 801 mila persone meritevoli dell’intero sussidio di 780 euro".

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Reddito di cittadinanza, cosa prevede l'articolo sulle disposizioni finanziarie

La soluzione la si trova secondo l'economista nell’articolo sulle disposizioni finanziarie, che prevede che quando le domande sono tali da far prevedere l’esaurimento delle risorse dell’anno, “con un decreto del Ministro dell’Economia,…, è ristabilita la compatibilità finanziaria mediante rimodulazione del beneficio”. "In pratica - spiega Galli - i primi che arrivano – si può fare domanda dal 6 marzo –  prendono il sussidio pieno, diciamo 780 euro. Ma, man mano che arrivano nuove domande e si esauriscono le risorse, il sussidio viene ridotto a tutti, nuovi e vecchi beneficiari. Insomma si parte con 780 euro subito prima delle elezioni europee e poi, subito dopo, si scende a 400 o anche meno. Questa soluzione appare socialmente insostenibile, ma questo lo si scoprirà solo dopo le elezioni".

reddito cittadinanza infografica ansa-2

Sarebbe stato probabilmente più lineare raccogliere prima tutte le domande e poi ripartire secondo le risorse disponibili, come venne fatto per il Rei, "quando si lasciarono due mesi e mezzo di tempo fra l’approvazione definitiva della misura e l’avvio delle domande" dice Galli.. "Ma se si facesse così per il Reddito di Cittadinanza si andrebbe oltre le elezioni europee e non si potrebbe più dire che si mantiene fede all’impegno di dare 780 euro a 5 milioni di persone".

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Il tempo stringe, e il Movimento 5 stelle ha deciso di fare in fretta. Una scommessa, la cui applicazione sarà sicuramente più complicata del previsto. Il reddito di cittadinanza "è un primo passo verso un mondo più egualitario e siamo sempre più convinti che essere parte di questo cambiamento sia oltre che giusto, anche doveroso". Lo ha sottolineato il vicepremier e ministro Luigi Di Maio durante il question time alla Camera.

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Cgil: "Investire nei centri per l'impiego"

"L'avvio del reddito di cittadinanza rappresenta un cambiamento radicale nell'organizzazione dei servizi di promozione delle politiche attive. I centri per l'impiego acquisiranno una centralità strategica e meritano la dovuta attenzione: sono necessari investimenti e l'opportuna valorizzazione del ruolo". Lo scrive in una nota la Cgil e la Fp in vista dell'entrata a regime del reddito di cittadinanza. Per il sindacato "preoccupa la tempistica che rischia di non mettere i centri per l'impiego nelle condizioni di poter accompagnare al lavoro centinaia di migliaia di disoccupati, così come previsto dal provvedimento recentemente approvato. La carenza di organico attuale già rende difficile, e in alcuni casi impossibile, assolvere alle competenze preesistenti. La previsione delle assunzioni dei 4.000 dipendenti, come da legge di bilancio, rischia di rendere operativi i centri con grande ritardo e, allo stesso tempo, poco chiaro risulta l'inserimento dei cosiddetti 'navigator' nei contesti organizzativi regionali".

Secondo Cgil e Fp "il rischio che si corre è la moltiplicazione di disservizi non certo imputabili al personale. Per questa ragione risulta grave la presa di posizione di alcuni esponenti del governo che attaccano il personale dei Centri per l'impiego che, con mille difficoltà, da anni sta facendo i conti con la carenza di organico, l'assenza di investimenti e della strumentazione opportuna. Alla luce di ciò, serve predisporre una procedura d'urgenza per l'assunzione dei 4.000 dipendenti dei Cpi, serve l'avvio di un piano nazionale per la formazione di tutto il personale e, contestualmente, promuovere un confronto a tutto campo che coinvolga i livelli istituzionali interessate e le organizzazioni sindacali".

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