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Giovedì, 28 Marzo 2024
Economia

Reddito di cittadinanza, scatta l'ora X: arriva la chiamata per i beneficiari

Chi percepisce il sussidio sarà convocato dai centri per l'impiego a partire da lunedì 2 settembre: obiettivo lavoro per avviare la seconda fase del reddito di cittadinanza. Il patto e le offerte (congrue) di lavoro: come funziona e chi è escluso da questo meccanismo

Ci siamo: da lunedì 2 settembre partono le convocazioni dei beneficiari del reddito di cittadinanza per la firma del cosiddetto "patto per il lavoro". Chi da alcuni mesi percepisce il sussidio voluto fortemente dal Movimento 5 stelle dovrà accettare almeno una delle tre offerte di lavoro proposte dai centri per l'impiego. Scatta l'ora X, dunque, la fase due del reddito di cittadinanza, che parte un po' in ritardo rispetto agli annunci e che prevede l'accompagnamento al lavoro dei percettori del sussidio, con l'aiuto dei navigator.

Reddito di cittadinanza, l'ora X: partono le "chiamate" per i beneficiari

Di fatto, nei primi giorni di settembre i beneficiari del reddito di cittadinanza (un sostegno economico ad integrazione dei redditi familiari ma associato ad un percorso di reinserimento lavorativo) sono chiamati a firmare il patto per il lavoro, con cui si impegnano a seguire un percorso mirato a far ottenere loro un nuovo impiego. Si tratta di un iter che sarebbe dovuto partire già diversi mesi fa, poiché le prime convocazioni dai centri per l’impiego sarebbero dovute arrivare ai beneficiari nei 30 giorni successivi al ricevimento del reddito. Ma così non è stato. Come è noto, la mediazione tra domanda e offerta di lavoro sarà gestita dai navigator, figure che dovranno guidare il percettore del reddito di cittadinanza nella ricerca di un lavoro. I ritardi si sono accumulati proprio a causa dei tempi lunghi del concorso pubblico: i navigator hanno preso servizio solo a luglio.

Chiamata per i beneficiari del reddito di cittadinanza: come funziona e chi è escluso

E' lo snodo più delicato del meccanismo del reddito di cittadinanza. Tutte le regioni si sono impegnate ad avviare le convocazioni dei percettori a partire dal mese di settembre. Come detto, se non si accetteranno le offerte che verranno fatte nel corso dei prossimi mesi - ragionevolmente stiamo parlando degli ultimi mesi del 2019 e la prima metà del 2020 - si rischia di perdere il sussidio. L'invito non riguarderà solo l'intestatario del reddito, ma tutti i maggiorenni della famiglia non occupati o che non frequentano un regolare corso di studi (qui per approfondire). Saranno invece esclusi i beneficiari delle pensioni di cittadinanza o gli over 65, nonché i disabili (per i quali può esserci però un'adesione volontaria finalizzata alla ricerca del lavoro). Esonerati sono anche i componenti della famiglia con impegno di cura per bambini sotto i tre anni o per persone non autosufficienti.

Non per tutti, comunque, sarà obbligatorio il patto per il lavoro. Per alcuni nuclei familiari, in particolari situazioni di disagio bisognoso di aiuti, è possibile attivare il patto per l'inclusione sociale, passando attraverso i servizi dei comuni competenti per il contrasto alla povertà. In questo caso il percorso è diverso ma spesso era già attivato per ottenere il reddito di inclusione (REI), lo strumento utilizzato prima del reddito di cittadinanza per dare un supporto alle famiglie più povere.

In poche parole, il patto per il lavoro servirà ad identificare le competenze di ciascun beneficiario del sussidio e prevede che debba essere accettata almeno una delle tre offerte di lavoro congrue che verranno avanzate. La "congruità" segue tre principi: la coerenza tra l'offerta di lavoro e le competenze, la distanza dal domicilio, la durata dello stato di disoccupazione. Così nei primi dodici mesi di fruizione del reddito di cittadinanza sarà congrua la prima offerta se entro i 100 chilometri di distanza dalla residenza (o comunque raggiungibile con un massimo di 100 minuti con i mezzi pubblici). La seconda, invece, entro i 250 chilometri e la terza sull'intero territorio italiano. Dopo dodici mesi anche per la prima offerta la congruità è riconosciuta se si è entro i 250 chilometri.

Reddito di cittadinanza, quale futuro?

Quale futuro avrà il reddito di cittadinanza? Oggi, in un'intervista rilasciata al Fatto Quotidiano, il presidente dell'Inps Pasquale Tridico ha ribadito che "sarebbe un errore" mettere in discussione questo provvedimento del governo gialloverde. E ha aggiunto che "sulle politiche del lavoro non c’è dubbio che il Movimento 5 stelle ha maggiori affinità col Pd che con la Lega" e "una misura di contrasto della povertà era presente nei programmi elettorali di entrambi", anche se poi il Pd "ha promosso il Rei, che ha un impatto economico molto inferiore al reddito di cittadinanza e senza politiche attive del lavoro". Pur tuttavia "andava nella stessa direzione". Però, sottolinea Tridico, "non andrebbe modificato questo assetto che ha richiesto notevoli sforzi e produrrà un incremento di reddito, occupazione e consumi".

Dopo cinque mesi di reddito di cittadinanza, circa la metà dei poveri assoluti certificati – cinque milioni – hanno avuto accolta la richiesta di assegnazione. Perché c’è ancora tutta questa discrepanza? "Nella relazione tecnica i nuclei interessati erano 1,2 milioni, 950 mila in pochi mesi è un ottimo risultato e salirà ancora". Per poi concludere: "Va considerata anche la differenza tra i redditi dichiarati e quelli percepiti realmente: si dichiara meno per evitare tasse e questo incide anche sulle stime della povertà", detto questo "nel 2019 ci attendiamo un forte calo dei poveri assoluti".

Reddito di cittadinanza, i nuovi controlli a campione

Ricordiamo, infine, che nei prossimi mesi partiranno nuovi controlli a campione che coinvolgeranno i beneficiari del reddito di cittadinanza. In particolare, sarà compito dei Comuni accertarsi che le dichiarazioni rese dai fruitori del reddito siano veritiere e corrispondano alla realtà, in modo da evitare abusi e usi fraudolenti del denaro erogato.

Per approfondire:

reddito cittadinanza card ansa-2

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