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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Reddito di cittadinanza, la "sentenza" dell'Inps è la certificazione di un fallimento

Le parole chiare di Pasquale Tridico, presidente dell'ente previdenziale: "La misura ha raggiunto oltre un milione di famiglie, un grande successo, ma non crea occupazione. Non serve a trovare lavoro". Con buona pace di Di Maio...

Diceva Luigi Di Maio che "con il reddito di cittadinanza facciamo un patto: vai nel centro per l’impiego, dove ti impegni per 8 ore a settimana nei lavori utili e intanto ti devi formare per un lavoro. Passi la giornata così, poi ti faccio tre proposte di lavoro". Lo diceva - insieme ai suoi compagni di partito - volendo intendere che il sussidio "anti povertà", misura manifesto del Movimento 5 stelle, non sarebbe stato un mero provvedimento assistenzialistico, non sarebbe stato una sorta di elemosina per chi si vede costretto a vivere sotto la soglia di povertà. Proprio quella povertà che, diceva sempre Di Maio affiacciandosi trionfante dal balcone di Palazzo Chigi, "abbiamo abolito".

Reddito di cittadinanza, le tre proposte di lavoro sono un'utopia

E invece a quasi un anno dall'entrata in vigore del provvedimento, a otto mesi dalla consegna ai beneficiari delle prime tessere con l'importo mensile, i numeri dicono che l'impatto del reddito di cittadinanza sul mercato del lavoro finora è stato scarso, per usare un eufemismo. La fase due, con le convocazioni dei percettori del sussidio "occupabili" da inserire nel programma di ricerca di un impiego firmando il patto per il lavoro, è partita in ritardo. E non sta affatto funzionando.

Al momento, le tre proposte di lavoro di dimaiana memoria sono molto più che un'utopia. Secondo i numeri forniti dall'Anpal - Agenzia nazionale politiche attive lavoro - da settembre allo scorso 15 novembre i centri per l'impiego hanno convocato e accolto 200mila beneficiari del reddito di cittadinanza (su 700mila). Di questi, solo 18mila hanno trovato un posto di lavoro, perlopiù in modo indipendente e a tempo determinato. I dati parlano chiaro: beneficiari del sussidio e mercato del lavoro restano distanti, non si incontrano.

La gran parte delle persone prese in carico dai centri per l'impiego sono da anni disoccupate o con livelli di professionalità basse. Chi è in regola con i requisiti e ha legittimamente ottenuto il sussidio mensile non riesce ad accedere al mondo del lavoro (che nel frattempo è fermo, stagnante) perché spesso non ha una specializzazione, non ha un'adeguata formazione garantita ed efficace, non è impiegabile in breve tempo. 

Tridico sul reddito di cittadinanza: "Servono investimenti, il resto sono chiacchiere da bar"

Se non dovessero bastare i numeri, a chiarire questo concetto ci ha pensato il presidente dell'Inps Pasquale Tridico: "Il reddito di cittadinanza è una straordinaria misura per ridurre la povertà e le diseguaglianze, ma non crea posti di lavoro", ha detto intervenendo all'Istituto degli studi filosofici di Napoli per un convegno sulla povertà (video-intervista di Massimo Romano/NapoliToday in fondo all'articolo).

"Si è parlato di questa misura in maniera impropria - ha aggiunto il numero uno dell'Inps -. Si tratta di un'iniziativa straordinaria per il contrasto alla povertà e per l'inclusione sociale. Abbiamo raggiunto oltre un milione di famiglie, circa 2,5 milioni di italiani. Prioritariamente parliamo di una forma di inclusione sociale, ma è chiaro che una persona più inclusa si presenta meglio sul mercato del lavoro, anche grazie al percorso di sostegno che dovrebbe attivarsi. Ma le politiche attive non creano posti di lavoro. Per fare ciò servono gli investimenti, il resto sono chiacchiere da bar".

La scoperta dell'acqua calda. La certificazione di un fallimento. Con buona pace di Di Maio, quello del "poi ti faccio tre proposte di lavoro". Chiacchiere da bar.

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