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Giovedì, 18 Aprile 2024
ECONOMIA

Cosa cambia (in 6 punti) col nuovo reddito di inclusione per le famiglie

Lo strumento interesserà oltre un milione di persone e dovrebbe poter garantire circa 500 euro al mese a famiglia coinvolta. Il sostegno economico sarà legato a doppio filo con politiche attive per il lavoro

A distanza di oltre un anno dalla presentazione da parte del governo al Parlamento, è arrivato ieri il via libera alla delega che introdurrà il "reddito di inclusione" (Rei). Così si chiamerà la misura di contrasto alla povertà che dovrà essere "unica a livello nazionale" e "condizionata" alla "prova dei mezzi". Sul tavolo ci sono 1 miliardo e 640 milioni di euro per il 2017 e 1,8 miliardi nel 2018.

Lo strumento, spiega Askanews, interesserà circa 400mila nuclei familiari pari a un milione e 77mila persone e dovrebbe poter garantire circa 500 euro al mese a famiglia coinvolta.

Priorità verrà data a nuclei con minori.

Il sostegno economico sarà legato a doppio filo con politiche attive per il lavoro: potrà accedere al reddito di inclusione, infatti, chi aderisce "a un progetto personalizzato di attivazione e di inclusione sociale e lavorativa".

L’esecutivo ha sei mesi di tempo per varare un decreto di attuazione della delega che definirà nel dettaglio i requisiti per l’accesso al reddito di inclusione ma il ministro Giuliano Poletti ha assicurato che il dlgs arriverà molto prima.

Nel frattempo è in attesa della firma del ministro dell’Economia il decreto del ministero del Lavoro che amplia la platea del Sia, il sostegno per l’inclusione attiva, la misura sperimentata nei principali Comuni d’Italia e poi estesa a tutta la Penisola che assegna una carta prepagata con 400 euro al mese e che prevede l’individuazione di un progetto personalizzato di attivazione sociale e lavorativa. Un percorso "ponte" in vista dell’entrata a regime del reddito di inclusione e che dovrebbe anticipare la possibilità attesa dal Rei (che sostituirà il Sia) di allargare il numero dei beneficiari al milione e 77mila persone (di cui 800mila minori) stimati dall’esecutivo e portare i 400 euro al mese previsti sinora dalla Sia a circa 480 euro.

Le persone in povertà assoluta certificate dall’Istat sono 4,5 milioni. Sinora, con il Sia sono state accolte solo 65mila domande per un totale di 230mila persone. A questo punto bisognerà vedere come il passaggio al Rei (che dovrà essere strutturale e potrà contare su più risorse) si concretizzerà sul territorio e se riuscirà a dare i risultati annunciati dal governo.

Con il Rei arriverà anche il riordino delle prestazioni di natura assistenziale, fatta eccezione per quelle rivolte agli anziani, al sostegno della genitorialità e alla disabilità. Ci sarà poi il rafforzamento del coordinamento degli interventi in materia di servizi sociali con l’obiettivo di garantire in tutto il territorio nazionale i livelli essenziali delle prestazioni.

"Contro la povertà vogliamo il reddito" | Foto da Infophoto

Questi i principali criteri cui dovrà attenersi il governo nell’attuare la delega.

1) REDDITO INCLUSIONE NAZIONALE. Una misura unica a livello nazionale con carattere universale e condizionata alla prova dei mezzi che dovrà tenere conto, sulla base dell’Isee, dell’effettivo reddito disponibile e di indicatori della capacità di spesa.

2) PRIORITA’ SU MINORI, DISABILI GRAVI, DISOCCUPATI. Nel prevedere un graduale incremento del beneficio e una graduale estensione dei beneficiari si dovrà dare la priorità ai nuclei familiari con figli minori o con disabilità grave o con donne in stato di gravidanza accertata o con persone di età superiore a 55 anni in stato di disoccupazione.

3) SI DOVRA’ ADERIRE A PROGETTO PROPOSTO. Il beneficiario dovrà aderire a un progetto personalizzato di attivazione e di inclusione sociale e lavorativa finalizzato all’affrancamento dalla condizione di povertà.

4) IN CAMPO INPS, COMUNI E TERZO SETTORE. L’Inps gestirà l’e rogazione dell’assegno mentre i Comuni in collaborazione con le organizzazioni del terzo settore saranno il motore sul territorio della costruzione dei piani personalizzati di inclusione sociale.

5) CONTROLLI PER VERIFICARE REQUISITI ACCESSO. L’Inps dovrà verificare, anche servendosi dei servizi di anagrafe e attraverso il rafforzamento del sistema informativo dei servizi sociali, i requisiti vantati dai beneficiari.

6) REI "A TEMPO" CON EVENTUALE RINNOVO. Il governo dovrà stabilire una durata del beneficio prevedendone la possibilità di rinnovo, subordinatamente alla verifica del persistere dei requisiti, ai fini del completamento o della ridefinizione del percorso previsto dal progetto personalizzato. Si stabiliranno anche le cause di sospensione e decadenza.

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