rotate-mobile
Giovedì, 28 Marzo 2024
Economia

Riduzione dell'orario di lavoro: cosa c'è di vero e quali sono le proposte sul tavolo

Misure anti-crisi: nel decreto rilancio potrebbe trovare posto una norma che riduce le ore lavorative per aiutare la formazione. Il Pd invece spinge per incentivare il part-time: lavorare meno, guadagnare meno

Con la recessione che incombe, si torna a parlare di riduzione dell’orario di lavoro per incentivare l’occupazione. Nei giorni scorsi indiscrezioni di stampa avevano parlato di una misura a tempo per affrontare l'emergenza che il ministro del Lavoro Nunzia Catalfo avrebbe voluto inserire nel decreto di maggio: meno ore di lavoro allo stesso salario. La proposta, benché mai formalizzata, ha ovviamente messo in allarme le imprese.

In realtà, stando a quanto emerso nelle ultime ore, il piano dell’esecutivo è molto più soft: come spiega Il Sole 24 Ore, l’idea sarebbe quella di "istituire un fondo da 230 milioni presso l’Anpal per finanziare la formazione dei lavoratori che, in virtù di accordi collettivi aziendali sulla rimodulazione dell’orario di lavoro, avranno l’orario ridotto e potranno occuparsi della formazione".

Si tratterebbe dunque di ridurre l’orario effettivo di lavoro per esigenze organizzative delle aziende e per rafforzare le politiche attive sul lavoro. I dettagli al momento sono pochi, ma viste le cifre in ballo - poco più di 200 milioni di euro - e la promessa di non gravare né sulle imprese né sui salari dei dipendenti, è difficile che la proposta - se dovesse diventare legge - possa rappresentare una rivoluzione per il mondo del lavoro.

Lavorare meno (e guadagnare meno): la proposta del Pd

Molto più radicale è invece la proposta di legge presentata l’8 gennaio scorso da diversi deputati Pd (Stefano Lepri, Maurizio Martina, Andrea Orlando, Debora Serracchiani, Chiara Gribaudo) e tornata d’attualità nei giorni scorsi con la crisi innescata dal Coronavirus. L’obiettivo, si legge nel testo del Pdl, è "ampliare il numero dei lavoratori a tempo indeterminato attraverso forme di redistribuzione delle ore di lavoro". Come? Attraverso quattro misure: contratti stabili meno costosi fino a 30 ore settimanali, incentivi ai part-time volontari, penalizzazione fiscale delle ore di straordinario oltre una data soglia, part-time come prassi nel pubblico impiego. La proposta del Pd tuttavia prevede una riduzione degli stipendi dei lavoratori, benché mitigata dagli sgravi fiscali per i lavoratori part-time.

Per le imprese non ci sarebbe nessun obbligo

Si tratterebbe "di incentivare le imprese e non vi sarebbe alcun obbligo o pressione" si legge nel testo. "L’impresa che non modificasse né l’orario di lavoro né l’organico verserebbe, quindi, gli stessi oneri sociali già in vigore".

Con la proposta inoltre "s’intende introdurre il principio secondo cui i contratti a tempo parziale debbano diventare la modalità ordinaria di assunzione all’interno della pubblica amministrazione". Insomma i dem vorrebbero che lo Stato assumesse soltanto dipendenti part-time. Per quanto riguarda il privato la riduzione dell’orario di lavoro verrebbe incentivata attraverso sconti fiscali che però non colmerebbero la riduzione di salario. Lo slogan è: lavorare meno, lavorare tutti.

"Ci ispiriamo al modello tedesco - ha fatto sapere Maurizio Martina - prevedendo non più di 42 ore settimanali, straordinari inclusi. L'Italia ha un gap da colmare con la Germania: lavoriamo di più, 180 ore contro 160 al mese, ma con una produttività più bassa. Puntiamo a trasformare l'eccesso di straordinario in occupazione aggiuntiva".

orario di lavoro 1-2

Le stime del Pd: 750mila occupati in più

La proposta Pd ha un costo stimato per lo Stato di 800 milioni il primo anno, 1,6 mld il secondo, 2,3 miliardi il terzo e a regime 2,8 miliardi. I potenziali occupati aggiuntivi - se tutte le aziende assumessero con le risorse che si liberano con il taglio delle ore - potrebbero arrivare a 750 mila: 150 mila dalla defiscalizzazione dei contratti a 30 ore e del part-time volontario, 100 mila grazie alla "quota 30" nella Pubblica amministrazione e almeno 500 mila dal disincentivo delle ore di straordinario.

E la riduzione dei salari? Secondo il Pd, la soluzione sperimentata in Francia - 35 ore di lavoro a parità di salario - non ha funzionato. La legge, si legge nel Pdl, "fu infatti modificata dopo pochi anni, in quanto stava determinando un eccessivo aumento del costo orario del lavoro e quindi riducendo la competitività delle imprese".

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Riduzione dell'orario di lavoro: cosa c'è di vero e quali sono le proposte sul tavolo

Today è in caricamento