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Giovedì, 25 Aprile 2024
ECONOMIA

Pensioni in anticipo, ma più leggere: cosa vuole fare il governo

Il ministro Poletti non esclude che il governo Renzi possa introdurre nuove norme che favoriscano l'uscita anticipata dal lavoro a fronte di un assegno più esiguo. Il presidente dell'Inps: "Reddito minimo per contrastare la povertà"

ROMA - Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti ipotizza un intervento del governo sulle pensioni per rendere l'uscita più flessibile, partendo da situazioni più specifiche e delicate. Un intervento che "coinciderà con la legge di stabilità" e, dunque, in un quadro di tenuta dei conti pubblici.

Poletti aggiunge che è necessario avviare prima una riflessione e "parlare con misura senza alimentare aspettative". Nel corso di una conferenza stampa all'Inail, il ministro del Lavoro ha sottolineato che il tema della flessibilità in uscita "credo sia una delle possibilità. Bisogna guardare a un panorama molto diversificato e verificare i problemi cui dare una risposta".

Il responsabile del Lavoro ha spiegato che c'è "un problema generale" legato a una "possibile flessibilità in uscita. E' una delle opzioni. Ma ci sono anche specifiche condizioni che si riferiscono a chi perde il lavoro e non arriva a maturare i requisiti pensionistici". Secondo Poletti, per questi ultimi, "o si adotta un ammortizzatore specifico o si individua una modalità ponte per andare in pensione".

In ogni caso, bisogna "partire dalle situazioni socialmente più delicate", ha rimarcato. Di flessibilità in uscita e reddito minimo ha parlato in un'intervista al "Corriere della Sera" anche il presidente dell'Inps Tito Boeri, il quale ha sottolineato come "bisognerebbe spendere meglio le risorse pubbliche, prevedendo per esempio un reddito minimo per contrastare le situazioni di povertà, finanziato dalla fiscalità generale". "Poi - ha aggiunto - dal lato della previdenza, è chiaro che, usando il calcolo contributivo, si potrebbero introdurre forme di flessibilità" con assegni più leggeri. "Ma prima bisogna convincere la Commissione europea" ha spiegato Boeri, perché "per l'Ue se si consentono i pensionamenti anticipati risalta solo l'aumento immediato della spesa ma non il fatto che poi si risparmierà perché l'importo della pensione sarà più basso".

QUANTO PRENDEREMO - Entro la fine del 2015 l'Inps conta di dare a tutti i lavoratori dipendenti privati la possibilità di sapere con esattezza quanto prenderanno di pensione. Per quelli pubblici ci vuole più tempo perché è più difficile ricostruire i versamenti. Nel 2016 dovrebbe essere possibile anche per i parasubordinati. "Non ci faremo fermare da condizionamenti di natura politica - assicura Boeri - è necessario che i lavoratori siano consapevoli della loro situazione contributiva e di quali saranno presumibilmente le loro pensioni così da poter pianificare il futuro. Le banche dati sono un bene pubblico". L'Inps, insomma, dovrebbe andare incontro a una stagione di cambiamenti.

Sindacati in difesa di esodati e pensionati

Sull’ipotesi di una mini-riforma delle pensioni, il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, si è già espresso positivamente in più di un’occasione. La novità è che ora il governo è concretamente al lavoro su due proposte formulate da Maurizio Sacconi, presidente della commissione Lavoro del Senato in quota Ncd. 

LA MINI-RIFORMA - La prima consisterebbe nell' incentivare, a seguito di un accordo tra l'azienda e il dipendente, l’uscita anticipata dal lavoro. In questo caso l’azienda stessa si occuperebbe di integrare i contributi previdenziali del lavoratore. Una seconda proposta è quella di rendere più conveniente, rispetto a quanto non lo sia oggi, il riscatto della laurea.

GLI EFFETTI - Misure che secondo il governo dovrebbero avere un duplice effetto: aumentare il risparmio previdenziale (e quindi l’importo della pensione); scongiurare il formarsi di nuove ondate di esodati. Ci sarebbe inoltre un beneficio per le stesse aziende che potrebbero rinverdire il loro organico, mandando a casa lavoratori che hanno già dato tutto. 

I COSTI - Unico neo: i costi. La soluzione sembra semplice, ma i primi sondaggi con Bruxelles non sono incoraggianti. Ecco perché il governo prende tempo e dice che se ne riparlerà con la prossima legge di Stabilità.

Sciopero Sociale: in piazza contro il governo Renzi | Foto da Twitter

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