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Venerdì, 19 Aprile 2024
Pensioni

Pensioni, ecco perché la riforma sarà una bomba sociale

Con l'introduzione del sistema contributivo e lo spostamento dell'età pensionabile i più giovani dovranno prepararsi a forti decurtazioni. Ecco qualche esempio

La riforma delle pensioni, con l'introduzione del sistema contributivo e lo spostamento dell'età pensionabile, rischia di diventare una bomba sociale. Il nuovo sistema si basa infatti non sulla retribuzione media dell'ultimo quinquennio e dell'ultimo decennio ma sulla contribuzione effettivamente versata durante la vita lavorativa, rivalutata tramite coefficienti. Un passaggio che rischia di penalizzare molti pensionati. 

I più giovani e chi è entrato più tardi nel mondo del lavoro dovranno dunque prepararsi a forti decurtazioni, rispetto a chi rientra nel sistema retributivo fino al 2011, o nel sistema misto. Secondo Libero un lavoratore autonomo (la categoria meno tutelata) di 61 anni godrà ad esempio di una pensione compresa tra 595 e 978 euro lordi al mese. Peggio probabilmente andrà a chi è precario o inquadrato in bassi livelli. 

Altro esempio: un dipendente trentenne che oggi ha un reddito netto mensile di mille euro e che accumulerà forti buchi contributivi, prenderà appena 408 euro netti il mese, cioè quasi cento in meno della soglia minima attualmente in vigore. Un lavoratore autonomo, senza buchi nei versamenti, ne prenderà appena 432 euro. 

Meglio dunque pensare a qualche alternativa, come la previdenza complementare (fondi pensione e piani individualio). Altro rimedio è la destinazione del Tfr ai fondi pensione, anche se in questo caso l'integrazione è davvero minima. 

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