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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

Crescita, l'Istat affonda Renzi: "Rischio rallentamento a breve"

L'istituto di statistica avverte: l’economia italiana potrebbe rallentare "malgrado il contesto europeo caratterizzato da una crescita significativa". E calano i consumi delle famiglie

Non è un giorno facile per il Pd di Matteo Renzi. Prima il caso Soru - l'europarlamentare è stato condannato a tre anni per evasione fiscale - poi sono arrivati i numeri dell'Istat: il premier non sorride. Secondo l'istituto di statistica, infatti, "in un contesto europeo caratterizzato da una crescita significativa del Pil, l'economia italiana presenta segnali positivi", ma "l'evoluzione del clima di fiducia rimane incerta e l'indicatore composito anticipatore dell'economia italiana" che "ha subito una battuta d'arresto a febbraio" segnala "rischi di un rallentamento dell'attività economica nel breve periodo".

Detto in parole povere: il nostro Paese rischia una battuta d'arresto sul fronte della crescita economica. I segnali positivi rilevati dall'Istat sono associati al miglioramento della produzione industriale, al consolidamento dell'occupazione permanente, alla riduzione della disoccupazione e alla crescita del potere di acquisto delle famiglie. Nei primi mesi dell'anno, però, l'Istat rileva come "la dinamica dell'indice composito del clima di fiducia delle imprese italiane" si continui a mantenere "altalenante":

In aprile si è registrato un sensibile miglioramento della fiducia nei servizi di mercato e nelle costruzioni cui si è accompagnato un aumento moderato nella manifattur - si legge nel duro report dell'istituto di statistica - per contro il commercio al dettaglio ha segnato un ulteriore peggioramento dopo la flessione in marzo.

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E "a febbraio l'indicatore composito anticipatore dell'economia italiana ha segnato una battuta d'arresto, suggerendo un rallentamento nel ritmo di crescita dell'attività economica nel breve termine". Anche "la dinamica dei prezzi per i prossimi mesi si prefigura estremamente debole,in linea con le attese di ribassi dei listini industriali". Anche sul fronte dei consumi delle famiglie italiane i dati non sono positivi. La Confcommercio registra una ripresa a fasi alterne: a marzo è stato rilevato un calo dello 0,4% rispetto a febbraio e un incremento dell'1,5% tendenziale. Secondo gli analisti dell'associazione, il dato evidenzia "le difficoltà della domanda ad instradarsi su un sentiero di sicura crescita".

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