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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Con il salario minimo 1000 euro in più all'anno (ma prima bisogna tagliare le tasse sul lavoro)

La priorità della Lega è scongiurare un aumento dei costi per le imprese, ma il M5s non demorde e rilancia: la legge sul salario minimo verrà approvata insieme alla riduzione del cuneo fiscale. Resta però (come sempre) l'incognita delle coperture

Il salario minimo? "È  un elemento interessante per sostenere il reddito dei lavoratori. Ma è chiaro che non può diventare un costo aggiuntivo per le imprese, che  già faticano a stare dietro alla concorrenza". Così Claudio Durigon, sottosegretario al ministero del Lavoro, intervistato dal Corriere della Sera. Per il leghista il salario minimo "deve andare di pari passo al taglio del cuneo fiscale, cioè delle tasse sul lavoro. In questo modo è possibile far salire la busta paga del lavoratore senza aumentare i costi per le imprese".

Durigon non esaspera i toni, ma il messaggio arriva forte e chiaro: se non si trovano i soldi per ridurre le tasse alle imprese, la proposta dei 5 Stelle resterà lettera morta. E così Di Maio è costretto ad intervenire per ribadire che ''il prossimo passo” del governo in materia di lavoro sarà proprio l’introduzione del salario minimo, provvedimento che secondo il capo politico del M5s è in grado di "restituire dignità a circa 3 milioni di lavoratori sottopagati. È una legge presente in tanti paesi europei - ha fatto sapere Di Maio - e l'Italia non può restare a guardare''.

Di Maio: "La riduzione del cuneo fiscale nella prossima legge di bilancio"

Ma il ministro del Lavoro non si è limitato a ribadire le sue intenzioni a parole: è deciso a passare ai fatti. Per questo ha portato sul tavolo una prima proposta sulla riduzione del cuneo fiscale da inserire nella prossima legge di bilancio. ''Bisogna restituire dignità a milioni di lavoratori sottopagati, ma al contempo occorre aiutare anche le imprese uccise dalle tasse'', ha detto Di Maio durante una riunione per approfondire il tema degli aumenti in busta paga. Le due proposte, sul salario e sulla riduzione del cuneo, saranno dunque parallele: così almeno nelle intenzioni dei 5 Stelle.

Per abbattere il cuneo fiscale serviranno però altre risorse e non è chiaro dove il governo intenda reperirle, visto che nella prossima finanziaria bisognerà trovare circa 23 miliardi per evitare l’aumento dell’Iva e una trentina per realizzare la riforma del fisco. Senza contare che la legge sul salario minimo rischia di incidere anche sui costi della Pubblica Amministrazione (lo vedremo tra poco).

Salario minimo: chi avrebbe l’aumento di stipendio

Ma cosa prevede nello specifico la proposta dei 5 Stelle? La misura dovrebbe portare sulla soglia dei 9 euro lordi la paga minima oraria, una 'svolta' che andrebbe a coinvolgere circa 2,9 milioni di lavoratori, almeno secondo i dati di Istat e Inps. La platea degli interessati al netto degli apprendisti scende invece a 2,4 milioni, come riferito oggi dal presidente dell'Istat Gian  Carlo Blangiardo nel corso di una audizione alla Camera.

Secondo le stime presentate in audizione dall'Istituto di Statistica, quasi tre milioni di lavoratori beneficeranno di un aumento in busta paga grazie al salario minimo, con un incremento medio annuo di circa 1.073 euro. Di lavoratori che percepiscono meno di 9 euro all'ora ce ne sono in ogni settore, anche con diverse tipologie contrattuali. Dalle guardie giurate agli autisti, passando per cuochi, magazzinieri e camerieri: sono diverse le tipologie di lavoratori che fanno parte di quel 21% di persone inquadrate nei livelli più bassi dei contratti nazionali e che prendono meno di 9 euro l'ora per svolgere la loro mansione. 

Il salario minimo? Alla P.A. rischia di costare 700 milioni

Se il rischio paventato dalla Lega è quello di scaricare sulle sole imprese gli effetti negativi del provvedimento,  l’Istat mette in guardia dall’aggravvio di costi per lo stesso Stato. Per la pubblica amministrazione - ha affermato oggi il presidente dell’istituto di statistica - l'impatto del salario minimo orario si tradurrebbe in una maggiorazione dei costi di beni e servizi di 472 milioni di euro e per quelli di beni intermedi di 226 milioni. Un aggravio che ammonterebbe a circa 700 milioni anche se, ha aggiunto Blangiardo, "considerato che il monte salario sarà in parte assoggettato a Irpef e Irap in qualche modo questa cifra sarà ridimensionata".

Salario minimo i dubbi dell’Ocse

Molti esperti d’altra parte restano scettici sull’efficacia del provvedimento. Per Andrea Garnero, economista presso il dipartimento lavoro e affari sociali dell'Ocse, "il salario minimo non è la soluzione al mercato del lavoro italiano ed è solo mediamente efficace contro la  povertà e la povertà lavorativa. È uno strumento legittimo, interessante, con alcune potenzialità ma anche con alcuni limiti".  Tuttavia, ha detto Garnero nel corso dell'audizione davanti alla  Commissione Lavoro della Camera, un intervento sul salario, sia nella versione salario minimo tout court che in quella, alternativa, dell'estensione a tutti i lavoratori dei contratti collettivi, "potrebbe fornire una maggiore protezione ai lavoratori".

Più "legittima e condivisibile", invece, prosegue Garnero , l'ipotesi alternativa in campo di estendere a tutti i contratti collettivi.  Con un suggerimento: "garantire dei margini di flessibilità per adeguare il contratto collettivo nazionale alle esigenze aziendali e rispondere all'eterogeneità del paese e delle regioni evitando che i contratti pirata siano di fatto rimpiazzati da altre forme di non rispetto".

Cosa prevede la proposta del Pd sul salario minimo

Il M5s forse potrebbe trovare una sponda nel Partito Democratico che già in campagna elettorale aveva presentato una proposta per realizzare il salario minimo. I dem inizialmente proposero di fissare la soglia a 9 euro netti l’ora (una cifra più generosa di quella dei 5 Stelle), ma con l’avvento di Zingaretti hanno corretto il tiro: non più 9 euro per tutti, ma una forma di salario di garanzia solo per i lavoratori non coperti dai contratti collettivi.

I minimi tabellari

La proposta del Pd mira infatti a dare più forza ai vari accordi di categoria: "Il trattamento minimo tabellare stabilito dal contratto collettivo nazionale di lavoro stipulato dalle associazioni di rappresentanza (…) si applica a tutti i lavoratori del settore, ovunque impiegati nel territorio nazionale", si legge infatti nel testo della proposta.

I realtori specificano poi che "negli ambiti di attività non coperti dai contratti collettivi" (come ad esempio quello dei rider) “è istituito il salario minimo di garanzia quale trattamento economico minimo che il datore di lavoro è tenuto a corrispondere al lavoratore". Chi non rispetta i minimi tabellari rischia una sanzione amministrativa da 1000 a 10mila euro.

La proposta del Pd prevede inoltre che i contratti collettivi vengano stipulati dai sindacati più rappresentativi sul piano nazionale. A decidere quali sono le associazioni più rappresentative dei lavoratori sarà una commissione apposita nominata al CNEL. Quello immaginato dal Pd è però un meccanismo molto tortuoso che sembra più che altro voler rafforzare il ruolo dei sindacati.

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