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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

Con il salario minimo ci sarà un boom del costo del lavoro

Sarebbero almeno 4 milioni i lavoratori ai quali adeguare la retribuzione, con un aumento diretto del costo del lavoro per le imprese di oltre 5,5 miliardi di euro

L'introduzione di un salario minimo orario di 9 euro lordi per tutti i lavoratori comporterebbe un aumento medio del costo del lavoro non inferiore al 20%. Lo spiega il Consiglio nazionale dell'Ordine dei consulenti del lavoro. La stima diffusa al Festival del lavoro in corso a Milano mostra le criticità di questa proposta di legge e i costi diretti e indiretti per le aziende.

Infatti, ai quasi 3 milioni di lavoratori del settore privato (2.940.762), stimati dall'Istat vanno aggiunti i lavoratori del settore domestico (864 mila) e una parte dei lavoratori del settore agricolo (350 mila), che già percepiscono un salario orario inferiore a 9 euro. Sarebbero, quindi, 4 milioni i lavoratori ai quali adeguare la retribuzione, con un aumento diretto del costo del lavoro per le imprese di oltre 5,5 miliardi di euro.

Salario minimo: chi avrebbe “l'aumento” di stipendio

I 5,5 miliardi di euro dio aumento del costo del lavoro, inoltre, non tiene conto di 3.243.000 dipendenti pubblici. Se si adeguassero i livelli di inquadramento dei dipendenti, che già oggi sono sopra la soglia dei 9 euro lordi, si avrebbe un ulteriore incremento del costo del lavoro per le imprese: il valore stimato dall'Istat - 4,3 miliardi di euro - si triplicherebbe raggiungendo i 12 miliardi di euro circa.

Gli effetti del salario minimo

Un costo del lavoro così elevato potrebbe, di conseguenza, creare anche un aumento del prezzo di beni e servizi, vanificando quindi i benefici sul potere d'acquisto che la norma sul salario minimo mira a generare. Senza considerare l'impatto sulle relazioni sindacali nelle richieste di aggiornamento dei contratti collettivi nazionali di lavoro.

Salario minimo: via i premi di produzione

L'aumento generalizzato della retribuzione comporterebbe, inoltre, una minore disponibilità di risorse da destinare a trattamenti retributivi aggiuntivi, premi di produzione, retribuzione incentivante e trattamenti di welfare aziendale, a discapito della produttività, del benessere organizzativo e della meritocrazia. Questa situazione, concludono i consulenti del lavoro, comporterebbe anche un incremento dei fenomeni di dumping sociale nei confronti dei lavoratori stranieri, con il rischio di una nuova ondata di delocalizzazioni e di una diminuzione degli investimenti esteri nelle attività produttive italiane.

Salario minimo? Serve anche equo compenso

"Se si vuole fare il salario minimo per i lavoratori subordinati, allora noi diciamo che ci deve essere anche l'equo compenso per i professionisti". Così Marina Calderone, presidente del Consiglio nazionale dell'Ordine dei consulenti del lavoro. "Non mi piacerebbe vedere un mondo del lavoro di serie A e uno di serie B, con il salario minimo per i lavoratori subordinati e nessuna tutela per gli autonomi".

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