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Giovedì, 18 Aprile 2024
Economia

Ex Ilva, operai scioperano per protesta. Emiliano: ''Fabbrica va chiusa''

I sindacati di categoria hanno indetto un 'braccia incrociate' per la giornata di venerdì 12 luglio. Il residente della Regione Puglia: ''Il Governo prenda una decisione definitiva''

Mentre viene aperto un fascicolo di inchiesta sull'incidente avvenuto al quarto sporgente del porto mercantile di Taranto in concessione alla società Arcelor Mittal, che gestisce lo stabilimento siderurgico ex Ilva, infuria la protesta dei lavoratori metalmeccanici. I sindacati di categoria Fim Cisl, Fiom Cgil, Uilm Uil e Ugl di Taranto hanno indetto uno sciopero per venerdì 12 luglio, che coinvolgerà tutti i lavoratori con contratto atipico che all'interno del siderurgico svolgono varie mansioni compresa quella delle pulizie civili e industriali

Sciopero ex Ilva 12 luglio: i motivi della protesta

''Non ci sono più le condizioni per attendere il tanto agognato cambio di passo dei nuovi vertici Arcelor Mittal e della struttura commissariale. La sicurezza nei luoghi di lavoro e la manutenzione ordinaria e straordinaria di quegli impianti, dopo l'ennesimo incidente di ieri per cui risulterebbe disperso il gruista Mimmo Massaro, impongono una dura presa di posizione che come Nidil Cgil, Felsa Cisl e Uiltemp Uil, assumiamo proclamando l'immediato sciopero di tutto il personale dell'area servizi e somministrazione". 

A darne comunicazione i rispettivi segretari territoriali delle tre organizzazioni di categoria Daniele Simon, Piero Berrettini e Antonio Stasi. "Si bloccheranno domani 12 luglio per tutti i turni i circa 300 lavoratori con contratti atipici che all'interno del siderurgico svolgono varie mansioni compresa quella delle pulizie civili e industriali", aggiungono. "La solidarietà va misurata in azioni concrete - dicono i referenti sindacali - e quelle azioni devono diventare una fabbrica più sicura per tutti".

Ex Ilva, la nota del Mise: "Invito alla massima responsabilità per Taranto"

 "Il ministero dello Sviluppo Economico e il Ministro Luigi Di Maio seguono con la massima apprensione le ricerche condotte dalla Capitaneria di Porto e dai Vigili del Fuoco, con cui il contatto è diretto e costante, a seguito dei tragici avvenimenti accaduti ieri a Taranto". E' quanto si legge in una nota del dicastero. "In relazione al comunicato stampa di Arcelor-Mittal e con la massima comprensione della situazione, estremamente critica, che la città di Taranto sta vivendo in questo momento, il Mise invita la proprietà e le organizzazioni sindacali alla massima responsabilità", conclude la nota.

Ex Ilva, Emiliano: ''La produzione va fermata''

''Oggi io mi auguro che il Governo possa prendere una decisione definitiva perché in queste condizioni la produzione non può proseguire, deve essere fermata''. Sono le parole pronunciate dal presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, parlando con cittadini, lavoratori, rappresentanti sindacali e delle associazioni presenti a Taranto, al molo Sant'Eligio, dove è arrivato su invito di Amedeo Zaccaria che ha organizzato un presidio a seguito del gravissimo incidente avvenuto ieri nell'ex Ilva, oggi Arcelor Mittal Italia. Si tratta del padre di Francesco Zaccaria, operaio dell'Ilva, che a 29 anni, il 28 novembre del 2012, fu scaraventato in mare da una gru a 60 metri di altezza a causa di un tornado che travolse tutto. Qualcosa di molto simile è accaduto ieri nell'area del quarto sporgente del porto commerciale in concessione al nuovo gestore dell'ex Ilva.

''Questa è la mia opinione: non si può continuare a far funzionare quello stabilimento in queste condizioni, tanto più che non ci lavorano neanche più tutte le persone che lavoravano una volta'', ha sottolineato Emiliano. ''Questo ricatto occupazionale diventa ogni giorno meno forte. E quindi bisogna intervenire con forza''. Emiliano si è augurato che ''le operazioni per il recupero del nostro ragazzo (Cosimo Mimmo Massaro, 40 anni, ndr) siano in corso, siano veloci, si realizzino in tempi rapidi. Il mio pensiero in questo momento va solo a lui e alla sua famiglia. Essendo stato vicino al signor Zaccaria in tutti questi anni, sto immaginando purtroppo cosa stanno passando adesso nella famiglia del lavoratore disperso. Un dolore immenso per tutti noi''.

Inoltre il governatore ha ricordato che ''solo il 24 giugno scorso avevamo riproposto al Ministero dell'Ambiente la richiesta di revisione dell'Aia (autorizzazione integrata ambientale ndr), proprio a partire dalle condizioni di sicurezza sia interne allo stabilimento che esterne. Lo stabilimento - ha evidenziato - è in condizioni di manutenzione terrificanti, come tutti sappiamo, e non abbiamo notizia dell'effettuazione dei lavori di messa in sicurezza. La prova è che il Capo dipartimento Ambiente della Regione Puglia, l'ingegnere Barbara Valenzano, che è anche il custode dell'Ilva nominato dall'autorità giudiziaria, ha segnalato una serie di situazioni pericolose che riguardavano Afo2, l'altoforno 2, tanto che la magistratura lo ha immediatamente sequestrato. Tutto ciò che noi riusciamo a fare e individuare, lo stiamo segnalando ai ministeri competenti e alla magistratura".

Ma il presidente Emiliano dice di più: "Purtroppo questa fabbrica è stata resa extraterritoriale: i decreti tolgono alla Regione Puglia e al Comune di Taranto ogni potere di verifica sulla fabbrica e questi poteri sono solo in capo al Governo e adesso alla magistratura nella parte che riguarda la sicurezza del lavoro, perché nella parte ambientale anche la magistratura sostanzialmente non ha ancora la possibilità di intervenire a causa dei decreti che non sono stati revocati. Abbiamo salutato con soddisfazione la revoca dell'immunità penale - ha aggiunto - ma abbiamo dovuto subire il ricatto da parte dell'azienda che subito dopo questa decisione da parte del Governo ha immediatamente messo in cassa integrazione 1400 persone. Non mi pare che sia cambiato nulla rispetto al passaggio: ci ricattano dal punto di vista occupazionale perché ci ingoiamo i morti sul lavoro e i morti per la questione ambientale. Noi non ce li possiamo ingoiare più''.

Arcelor Mittal: ''Rallentare la produzione''

"A seguito del tragico incidente di ieri sera", Arcelor Mittal Italia "ha immediatamente avviato un rallentamento della produzione a Taranto con l'obiettivo di mettere in sicurezza lo stabilimento nel pieno rispetto delle normative ambientali. E fondamentale - spiega in una nota la società - che in questo momento tutti lavoriamo in modo efficace e collaborativo: serve massima condivisione tra l'azienda, i sindacati e gli stessi lavoratori per evitare la fermata di Afo1, che è l'unico Altoforno ancora in marcia e per garantire condizioni di massima sicurezza all'interno di tutti gli impianti".

Operaio ex Ilva dispersi: trovata la cabina della gru 

Nel frattempo è stata individuata in mare questo pomeriggio la cabina della gru, precipitata ieri durante la bufera di vento e pioggia che ha investito Taranto, all'interno della quale dovrebbe trovarsi il corpo di Cosimo Mimmo Massaro. Questa sera o quasi certamente domani mattina i sommozzatori dei vigili del fuoco proveranno ad immergersi e ad avvicinarsi alla cabina per tentare di esplorarla alla ricerca del disperso. A impedirlo oggi è stata ancora la situazione di precarietà nella quale si trova l'altra gru adiacente caduta sempre nell'area del quarto sporgente del porto mercantile in concessione ad Arcelor Mittal Italia che gestisce l'impianto siderurgico ex Ilva. Le operazioni, molto delicate, vengono coordinate dalla Capitaneria di Porto di Taranto. Allo stato attuale le attività in immersione sono sospese, continuano quelle sulla superficie marina.

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