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Sabato, 20 Aprile 2024
Spending review

Online la mappa dei tagli della spending review di Cottarelli

Disponibili i diciannove rapporti degli altrettanti gruppi di lavoro coordinati dall'ex commissario e le proposte di taglio per ogni settore della spesa pubblica, dalla politica alle forze dell'ordine

Dopo più di un anno, sono online i dati della spending review. Sul sito revisionedellaspesa.gov.it sono state rese pubbliche le analisi dei tecnici coordinati dall'ex commissario Carlo Cottarelli, come pure la ventina di rapporti che ne avevano ispirato il lavoro, e riguardano ogni settore della spesa pubblica, con il dettaglio dei costi e i possibili tagli da effettuare. Alcune di queste proposte sono rimaste solo sulla carta, altre invece sono state approvate da Cottarelli e sono state utilizzate come "base" per l'azione legislativa (come nel caso delle centrali d'acquisto, la riforma dell'utilizzo degli immobili pubblici, la mobilità e la razionalizzazione dei corpi di polizia su cui si sta discutendo nella delega per la riforma della PA).

Diciannove i gruppi di lavoro coordinati da Cottarelli, che hanno messo sotto la lente di ingrandimento gli investimenti pubblici, la Pubblica Amministrazione, i costi della politica, l’acquisto di beni e servizi, gli immobili pubblici, il pubblico impiego, le partecipate degli enti locali, province, regioni, comuni e ministeri, da quello della Difesa a quello dell'Interno. Al posto di Cottarelli, nominato da Letta, ora ci sono il renziano Yoram Gutgeld e Roberto Perotti.

Per quanto riguarda la spesa legata al mondo della politica, il rapporto avverte: "Restano misteriosi e non accessibili molti dei flussi finanziari che rappresentano forme diverse di finanziamento del sistema della politica nel nostro Paese", tanto che "l'esigenza della trasparenza e della massima fruibilità dei dati rappresenta ancora un obiettivo da raggiungere". Secondo gli esperti, si sarebbero potuti risparmiare 700 milioni di euro per i costi della politica tra comuni, regioni e finanziamento ai partiti e i tecnici avevano ipotizzato una serie di proposte per non vanificare i 150 milioni di minori spese per le province. Per quanto riguarda i comuni, l'adozione delle proposte contenute nel rapporto potrebbe consentire un risparmio di 255 milioni di euro all'anno (di cui 158 ottenibili in tempi rapidi), mentre per quanto riguarda le regioni i risparmi sarebbero nell'ordine di 360 milioni di euro all'anno (di cui almeno 110 nell'immediato).

Dalla revisione delle modalità di acquisto di beni e servizi, secondo il rapporto, la PA potrebbe risparmiare tra gli 1,1 e i 3,2 miliardi di euro in tre anni, con la maggior parte dei risparmi stimati in arrivo dalle riduzioni dei prezzi unitari degli acquisti derivanti dalla creazione di "soggetti aggregatori della domanda" e la programmazione triennale del fabbisogno di tutte le Pa, insieme a piani gare annuali. Un miliardo di risparmi invece potrebbe arrivare dalle forze di polizia. 

Per la Pubblica Amministrazione, nel rapporto ci sono anche altre cinque proposte, che comprendono anche nuove regole per i dirigenti (come lo stop al cumulo di pensioni e redditi per quelli pubblici). Nel rapporto invece sul pubblico impiego, puntava molto sulla mobilità, tra obbligatoria e volontaria. 

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