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Venerdì, 29 Marzo 2024
Economia

Gli italiani non risparmiano: la spesa corre più del reddito

Secondo gli ultimi dati pubblicati dall'Istat, la propensione al risparmio delle famiglie italiane è scesa al 7,8%: frutto dell'aumento della spesa per i consumi più alto dell'incremento del reddito disponibile

Le famiglie italiane vivono sempre più spesso situazioni di disagio economico, che tradotto in 'parole povere' significa avere difficoltà ad arrivare a fine mese. Una condizione molto diffusa e che trova risposta negli ultimi dati diffusi dall'Istat: nel 2017 le famiglie hanno aumentato la spesa per consumi finali (+2,5% in termini nominali) in misura superiore rispetto all’incremento del reddito disponibile (+1,7%).

La conseguenza dell'unione di questi due fattori è il calo della propensione al risparmio delle famiglie, che è scesa al 7,8%, facendo registrare un -0,7% rispetto al 2016.

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Per effetto dell’aumento dell’1,2% del deflatore dei consumi privati, la crescita del reddito disponibile corrisponde a un incremento del potere di acquisto delle famiglie dello 0,6%, in rallentamento rispetto alle tendenze registrate nel biennio precedente.

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Il tasso di profitto delle società non finanziarie nel 2017 scende al 41,7% (-0,7 punti percentuali rispetto al 2016) ed il tasso di investimento cresce al 21,1% (+0,9 punti percentuali). Lo ha reso noto l’Istat che ha diffuso i conti economici nazionali per settore istituzionale. Le società finanziarie registrano una riduzione del valore aggiunto ai prezzi base (-1,4%). Nel 2017 il prelievo fiscale dovuto alle imposte sulla produzione e a quelle correnti e in conto capitale ha inciso sul reddito disponibile delle famiglie per il 16,2%, su quello delle società non finanziarie per il 23,8% e su quello delle società finanziarie per il 18,6%.

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L’incidenza delle imposte sul reddito disponibile è diminuita per famiglie e società non finanziarie, mentre è aumentata per le società finanziarie. Le società finanziarie registrano un miglioramento dell’accreditamento di 14 miliardi di euro rispetto al 2016, mentre per le società non finanziarie e per le famiglie risulta un peggioramento pari a, rispettivamente, 3 e 4 miliardi di euro. L’indebitamento delle amministrazioni pubbliche si riduce di 1,9 miliardi di euro, con un saldo pari a -39,7 miliardi di euro.

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