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Giovedì, 28 Marzo 2024
Economia

Fmi taglia le stime del Pil italiano e avverte: "Preservare le riforme"

Il Fondo Monetario Internazionale conferma il rallentamento dell'economia italiana che nel 2018 dovrebbe crescere dell'1,2% e dell'1,0% nel 2019

Non sono buone notizie. Il Fondo Monetario Internazionale conferma il rallentamento dell'economia italiana che nel 2018 dovrebbe crescere dell'1,2% e dell'1,0% nel 2019. E' la stima contenuta nel World Economic Outlook in cui si ribadisce - come già avvenuto nelle previsioni di luglio - il taglio di 0,3 punti per il Pil italiano nell'anno in corso rispetto alla prima valutazione fornita ad aprile scorso. Quali sono le ragion? Il dato, spiega l'Fmi, riflette "il deterioramento della domanda esterna e interna e l'incertezza sull'agenda del nuovo governo". Ma il Fondo sottolinea anche come in Italia "le recenti difficoltà nella formazione di un governo e la possibilità di un'inversione di rotta sulle riforme o l'attuazione di politiche che danneggerebbero la sostenibilità del debito hanno innescato un forte allargamento degli spread".

Le stime del Fondo sull'economia italiana fissano inoltre l'inflazione all'1,3% quest'anno e all' 1,4 nel 2019 mentre continuerebbe la parabola discendente della disoccupazione che dall'11,3% del 2017 quest'anno scenderebbe al 10,8% e nel 2019 al 10,5%. L'Italia si conferma, comunque, rispetto alle altre principali economie avanzate fra quelle con la migliore bilancia dei conti correnti, con un avanzo nel 2018 stimato al 2,0% di Pil dietro soltanto a Germania (surplus dell'8,1%) e Giappone (3,6%).

Invece per quanto riguarda le pensioni, il Fmi consiglia di mantenere la riforma Fornero: in Italia "dovrebbero essere preservate le riforme varate nel sistema pensionistico e nel mercato del lavoro", interventi che anzi dovrebbero essere affiancati da "ulteriori misure, come il decentramento della contrattazione salariale per allineare i salari alla produttività del lavoro a livello di impresa".

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Crescita globale, stime tagliate

Il Fondo Monetario Internazionale taglia la stima di crescita globale al 3,7% per il 2018 e 2019, con una revisione al ribasso di 0,2 punti rispetto alle previsioni dello scorso aprile. Nel World Economic Outlook l'Fmi riconosce che nel biennio l'andamento del Pil globale dovrebbe rimanere stabile al livello del 2017, ma con un ritmo meno vigoroso di quanto previsto in primavera. Inoltre la crescita dovrebbe confermarsi più disomogenea anche perché negli ultimi sei mesi i rischi al ribasso per la crescita globale sono aumentati.

A spingere il fondo alla revisione al ribasso in particolare la crescita del protezionismo scatenata dagli interventi dell'Amministrazione Trump: tuttavia, oltre "agli effetti negativi delle misure commerciali attuate o approvate tra aprile e metà settembre" l'Fmi evidenzia le "prospettive più deboli per alcuni importanti mercati emergenti e in via di sviluppo derivanti da fattori specifici per paese, condizioni finanziarie più rigide, tensioni geopolitiche e maggiori costi petroliferi".

Inoltre nel medio termine con "la normalizzazione delle politiche monetarie, si prevede che la crescita nelle economie più avanzate diminuirà a livelli ben al di sotto delle medie raggiunte prima della crisi finanziaria globale". Ma, ricorda il Fondo, se "la ripresa ha contribuito a migliorare occupazione e redditi, rafforzando i bilanci e offrendo l'opportunità di ricostruire" buffer di bilancio, nel momento in cui i rischi "si orientano al ribasso, cresce l'urgenza di politiche per una crescita solida e inclusiva".

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