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Giovedì, 18 Aprile 2024
Economia

Stipendi al palo, consumi bloccati: "Conseguenze per il sistema paese"

Gli ultimi dati Istat mostrano un chiaro ritratto di una economia bloccata: gli stipendi crescono al pari dell'inflazione. Così il potere d’acquisto delle famiglie - già sprofondato del 6% in 10 anni - viene inesorabilmente eroso"

Frenata delle retribuzioni a Giugno: lo indicano gli ultimi dati pubblicati dall'Istat che mostrano come le retribuzioni orarie siano tornate ai livelli del 2017. Occhio ai dati e al segno più che potrebbero trarre in inganno. 

L'indice delle retribuzioni contrattuali orarie segna un lieve aumento sia rispetto a maggio (+0,1%) sia nei confronti di giugno 2018 (+0,7%). Al tempo stesso le ultime rilevazioni Istat mostrano come contemporaneamente nel mese di giugno 2019 l’indice nazionale dei prezzi al consumo registra un aumento dello 0,1% rispetto al mese precedente e dello 0,7% su Giugno 2018.

retribuzioni orarie 2019-2

L'indice delle retribuzioni e l'indice dell'inflazione

inflazione 2019

Codacons: potere d'acquisto eroso del 6% in 10 anni

"Una pessima notizia non solo per i lavoratori, ma per l’intera economia nazionale" spiega il Codacons: "L’azzeramento della crescita delle retribuzioni rispetto all’andamento dei prezzi ha effetti diretti sul potere d’acquisto delle famiglie, che così viene inesorabilmente eroso".

"Già a partire dal 2008 la capacità di spesa dei consumatori ha subito una drastica riduzione, e ad oggi il saldo risulta ancora negativo, con una perdita complessiva del potere d’acquisto dei cittadini del -6,6% in 10 anni" – spiega il presidente dell'associazione dei consumatori Carlo Rienzi – Il rischio ora è che i consumi, già in fase di pesante crisi, non ripartano a causa della frenata delle retribuzioni, con danno per il commercio e per l’economia nazionale".

Tra le soluzioni auspicate dall'associazione dei consumatori è l'adeguamento degli stipendi al reale andamento del costo della vita, così che -incrementando la capacità di spesa delle famiglie - possa ripartire il sistema economico.

"Inutile litigare sul salario minimo, se poi i salari che ci sono non vengono adeguati con meccanismi automatici al costo effettivo della vita", rincara Massimiliano Dona, presidente dell'Unione nazionale consumatori.

"In particolare, per i dipendenti pubblici, nonostante la fine del blocco degli stipendi, fermi dal 2010, l'incremento tendenziale è solo dello 0,5%, addirittura sotto al rialzo dell'indice nazionale dei prezzi al consumo".

Stipendi al palo, Barbagallo (Uil): "Conseguenze per il sistema paese"

"Sarà il Paese nel suo insieme a pagarne le conseguenze" profetizza Carmelo Barbagallo, Segretario generale Uil, auspicando che il governo attui una riduzione delle tasse su lavoro e pensioni.

Il leader sindacale sottolinea che "oltre alla riduzione del cuneo fiscale, una delle soluzioni più pratiche, efficaci e senza aggravi aggiuntivi per il bilancio dello Stato sarebbe anche quella di detassare tutti gli aumenti contrattuali".

"Speriamo che il Governo voglia accogliere queste nostre richieste di buon senso ed efficaci per lo sviluppo del Paese".

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