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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia Italia

Superticket, via la tassa sulla sanità ma l'abolizione costa ben 550 milioni l'anno

Il governo nel documento programmatico di bilancio prevede "la cancellazione del cosiddetto superticket in sanità, a partire dalla seconda metà del 2020". Nato per aiutare le Regioni nella gestione del sistema sanitario, è applicato in modo disomogeneo

L'abolizione del superticket inserito nella nuova manovra finanziaria rappresenta un punto di svolta per la Sanità. Nella Manovra 2020 il governo giallorosso infatti ha stanziato 160 milioni di euro per la riduzione del ticket regionale che dal 2011 prevedeva un extra costo fino a 10 euro per le ricette di diagnostica e per le visite specialistiche ambulatoriali.

Il governo nel documento programmatico di bilancio prevede "la cancellazione del cosiddetto superticket in sanità, a partire dalla seconda metà del 2020". Un provvedimento organico che costa: 160 milioni di euro solo per il 2020 che saliranno a 550 milioni di euro per gli anni successivi, soldi che finiranno come finanziamenti al sistema sanitario nazionale.

Per capire come funziona e quali effetti avrà questa piccola rivoluzione dobbiamo tornare indietro al 2011 quando il governo Berlusconi introdusse un ticket regionale non obbligatorio, per un massimo costo aggiuntivo di 10 euro. Alcune Regioni hanno nel tempo deciso di applicarlo pienamente, altre invece prevedono un importo variabile a seconda del reddito e del valore della ricetta. Solo Val d’Aosta, Sardegna e le province autonome di Trento e di Bolzano hanno deciso di non applicarlo.

Il superticket era nato per aiutare le Regioni nella gestione di un sistema sanitario in dissesto, ora - nel contesto del Patto per la Salute - si prevede un diverso approccio con: 

  • il rafforzamento del sistema della governance sanitaria;
  • la valutazione dei fabbisogni di personale e dei riflessi sulle necessità assunzionali e sulla formazione di base e specialistica;
  • la revisione del sistema di compartecipazione al fine di promuovere maggiore equità nell'accesso alle cure;
  • la riorganizzazione delle reti di assistenza ospedaliera e territoriale, con particolare riferimento alla cronicità e alle liste di attesa.

Superticket, chi lo paga e cosa cambia

Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha assicurato che dal primo settembre del 2020 il superticket sarà abolito e nessuno lo pagherà più. I 160 milioni di euro iscritti in bilancio saranno necessari per coprire lo spazio temporale dal primo settembre al 31 dicembre. Poi ne serviranno "550 milioni l'anno" per mantenere le promesse.

"Milioni di italiani, famiglie monoreddito, operai, impiegati, artigiani, si vedranno alleggeriti di un carico spesso insostenibile" sottolinea la vicepresidente della Commissione Affari sociali della Camera, Michela Rostan puntando l'indice sulla drammatica riduzione alla propensione al ricorso alle cure e alla prevenzione.

"Una misura di equità sociale cui deve seguire il potenziamento del personale sanitario e delle strumentazioni diagnostiche per ridurre i tempi delle liste d'attesa".

L'abolizione superticket costa 160 milioni subito, poi 550 milioni l'anno

È di oltre 30 miliardi l'entità complessiva del manovra finanziaria 2020 che dal 20 ottobre sarà discussa alla Camera. Circa metà delle coperture sono in deficit, grazie alla maggiore flessibilità sui parametri concordati con l'Europa elevati al 2,2% nel 2020 (era il 2,04% lo scorso anno), la restante parte (oltre 15 miliardi) tra revisione della spesa, plastic tax e revisione dei sussidi inquinanti, nuove imposte tra cui l'aggravio della tassa sulla fortuna e la lotta all'evasione che - si stima - possa portare 3 miliardi di euro all'erario.

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