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Venerdì, 29 Marzo 2024
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La rivoluzione di Matteo Renzi: ecco come taglierà tasse e sprechi

Casa, Irpef, Irap, pensioni: tutte le misure annunciate da Renzi durante il consiglio nazionale del Pd. Un provvedimento che vale oltre 50 miliardi

Lo ha annunciato dal palco dell'assemblea del Pd a Expo e lui stesso ha parlato di "rivoluzione copernicana": Matteo Renzi sul fisco dovrebbe valere oltre 50 miliardi di euro in cinque anni, iniziando nel 2016 da Tasi, Imu e imbullonati, proseguendo con Ires, Irap e Irpef. Diverse le reazioni, dal sì dei sindaci alle perplessità delle opposizioni e di aree della stessa maggioranza, come la stessa sinistra del partito di Renzi. Ma andiamo nel dettaglio delle misure annunciate dal premier. 

VIA LA TASSA ALLA PRIMA CASA - Da quanto detto da Renzi, il tutto succederà entro il 2016. Un altro tassello che si aggiunge alla lunga storia della tassa sulla prima casa: l'Ici l'aveva tolta Berlusconi nel 2008, nel 2012 è stata di fatto reintrodotta dal governo Monti con il nome di Imu. Nel 2014 infine il governo Letta ha introdotto  la Tasi, collegando l'imposta sulla prima casa ai servizi indivisibili (come la cura per il verde pubblico). La Tasi sulla prima casa vale 3,4 miliardi contro i 3,9 dell'Imu (il resto si è scaricato sugli altri immobili). Se sparisse l'Imu dovrebbe sparire la Tasi.

L'IMU AGRICOLA - Anche la sorella rustica dell'Imu dovrebbe sparire per tre categorie di immobili: terreni agricoli, fabbricati rurali residenziali e fabbricati strumentali. Per i primi la  tassazione è agevolata per i coltivatori diretti o imprenditori agricoli. A norme invariate, se viene abolita l'Imu scatta la tassazione Irpef, ma che sarebbe di importo inferiore. 

C'è da aggiungere che l'abolizione Imu contrasta con il Dl 66/2014 che ha ridotto l'esenzione per i territori di montagna e di collina eliminando ben 1.600 Comuni montani da quelli esenti. I fabbricati rurali residenziali sono equiparati a quelli urbani: se non ci sarà l'Imu, resterà probabilmente la tassazione, esclusa la prima casa. 

GLI IMBULLONATI - Dal 2016 dovrebbe cessare di esistere anche il prelievo sugli imbullonati, i macchinari "fissi" delle imprese. L'Imu sugli imbullonati deriva da una distorta interpretazione delle norme catastali introdotte dalla legge di stabilità 2015, che ha fatto propria una circolare del Territorio. In pratica l'interpretazione dell'Agenzia fa rientrare nel concetto di fabbricati (tassabili) anche i macchinari e gli impianti fissi di una certa consistenza.

IRAP E IRES - Qui invece i tempi sarebbero più lunghi, si parla di 2017. Per l'Irap con la legge di Stabilità del 2015 sono tornate le aliquote e  l'integrale deducibilità del costo del lavoro da imponibile Irap determinerà minori entrate per circa un miliardo l'anno venturo e 1,7 miliardi nel 2017. Sull'Ires potrebbe tornare l'ipotesi di introdurre per i "piccoli" imprenditori un'imposizione proporzionale e separata del reddito d'impresa con un'aliquota pari a quella dell'Ires (27,5% ) ma c'è anche il tema di una riduzione dell'aliquota generale (in molti paesi è al 20%)

IMPOSTE SUI REDDITI - Da quanto annunciato dal premier, la rivoluzione copernicana porterà a "interventi a scaglioni sull'Irpef" e tutto potrebbe partire dalla riforma del Nens (Nuova Economia Nuova Società, di Bersani e Visco): lo studio evidenzia che il prelievo Irpef, considerando anche  gli effetti delle detrazioni, di fatto si articola in quattro aliquote: 0% (area esenzione, di fatto 8mila euro l'anno per i dipendenti), 27,5% (fino a 15mila euro), 31,5% (fino a 28mila euro), 42/43% oltre soli 28mila euro. La proposta Nens prevede 8 scaglioni “di fatto”: da 0 al 48% sopra i 200mila euro. Con detrazioni fisse: 1000 euro per il lavoro dipendente (800 per i pensionati), 200 euro per il lavoro autonomo. Ciò si tradurrebbe in una rimodulazione a vantaggio dei redditi medio-bassi: una coppia monoreddito dipendente avrebbe quasi 700 euro in più.

BONUS PENSIONATI - E' una delle categorie che sono state escluse sia nel 2014 sia nel 2015 dal famoso bonus Irpef da 80 euro mensili medi. Ecco perché potrebbe essere estesa. Quest'anno il bonus Irpef vale 9,5 miliardi di euro di competenza, un importo superiore di circa 3,1 miliardi rispetto al costo di competenza 2014, che è stato erogato con le stesse modalità per otto mesi su dodici. L'estensione ai pensionati al di sotto di una certa soglia di reddito dovrebbe impegnare circa 10 miliardi in termini di maggiore spesa, vista la contabilizzazione di questa misura.

SBLOCCARE LE OPERE FERME - Non sono previsti decreti ma una robusta azione amministrativa di cui potrebbe far parte una riprogrammazione in extremis dei fondi Ue 2007-2013 a settembre dell'ordine dei 3-4 miliardi almeno. Tra gli obiettivi del ministro Delrio c'è quello di far partire finalmente cose rimaste incagliate, come, per esempio, i finanziamenti assegnati già dallo "Sblocca-Italia" nel settembre 2014 e mai partiti: per esempio i 4 miliardi al contratto di programma Rfi o i 3,2 miliardi ai maxilotti dell'Alta velocità Milano-Genova e Brescia-Padova.

RIDUZIONE DELLA SPESA PUBBLICA - L'obiettivo di Matteo sarebbe quello  di una "riduzione delle imposte" senza paragoni, in modo da rientrare nel rispetto dei parametri europei per la spesa pubblica. Nel Documento di economia e finanza la previsione è che il debito pubblico inneschi una traiettoria discendente già a partire dal 2016, anno in cui si passa dal 132,5% del Pil di quest'anno al 130,9%. La discesa proseguirebbe per l'intero periodo di stima, che poi coincide con i vari passaggi del piano fiscale annunciato, fino ad arrivare nel 2019 con un debito/Pil del 120%. 

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