rotate-mobile
Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Taglio Irpef e aliquote: risparmio minimo o benefici per pochi

Le ipotesi proposte dal gruppo economico della Lega prevedono una riduzione al 22% per il primo scaglione di reddito o il passaggio da 5 a 3 aliquote: ecco quali sarebbero gli effetti per i lavoratori

Reddito di cittadinanza, flat tax, riforma pensioni e non solo: la strada verso la legge di Bilancio, primo vero 'scoglio' del governo Lega-M5s, è ancora lunga, nebbiosa e irta di ostacoli e paletti. Far quadrare i conti dello Stato con la riforma fiscale senza andare in 'rosso' con il bilancio, e allo stesso tempo realizzare tutte le proposte annunciate in campagna elettorale non è certo un'operazione semplice. Ai tre obiettivi economici che Salvini e Di Maio hanno palesato nel loro programma, negli ultimi giorni se n'è aggiunto un altro: il taglio dell'Irpef.

La proposta presentata dagli economisti della Lega, Massimo Garavaglia, Armando Siri e Massimo Bitonci, ha incontrato anche il benestare del ministro dell'Economia Tria e, al momento, prevede due ipotesi: il passaggio dal 23% al 22% per il primo scaglione Irpef o la riduzione a da 5 a 3 delle aliquote. Ma in termini economici, cosa provocherebbero queste due innovazioni? A fare i cosiddetti 'conti della serva' ci ha pensato la Uil, che ha pubblicato uno studio in cui mostra i benefici che potrebbe portare il taglio Irpef.

La flat tax serve davvero? Irpef già più bassa del 15% per 32 milioni di contribuenti

Irpef, passaggio prima aliquota dal 23% al 22%: il risparmio c'è, ma è minimo

Partiamo dalla prima ipotesi, ossia quella che prevede una riduzione della prima aliquota Irpef di un punto percentuale, con il passaggio dal 23% al 22% che però riguarderebbe soltanto i redditi più bassi, ossia quelli compresi tra gli 8mila e i 15mila euro annui. Come è possibile vedere dalla tabella, il risparmio per questo primo scaglione non sarebbe poi così elevato: si parla di 90 euro l'anno per chi ha un reddito di 9mila euro, con un risparmio di circa 7 euro al mese. La quota sale con l'aumento del reddito, ma soltanto per i redditi dai 15mila lordi in sù la riduzione dell'imposta provocherebbe un risparmio di 150 euro all'anno, pari a circa 12 euro al mese.

Schermata 2018-09-12 alle 14.30.47-2

Irpef, riduzione delle aliquote da 5 a 3: un beneficio per pochi

L'altra ipotesi sul tavolo è quella di un'Irpef strutturata su 3 aliquote, una 'strada' che non convince il segretario confederale della Uil, Domenico Proietti: “Se venisse confermata questa ipotesi saremmo di fronte a un approccio profondamente diverso rispetto alla versione originaria della flat tax. Si manterrebbe il principio di progressività, ma il carico fiscale sui redditi medio bassi resterebbe elevato, mentre a beneficiare di uno 'sconto' consistente sarebbero soltanto il redditi molto alti, che rappresentano il 2% dei lavoratori”. Ma andiamo a vedere, numeri alla mano, cosa provocherebbe questa sorta di accorpamento. 

Pensioni e tasse: cosa cambierà dopo la manovra

Stando all'ipotesi analizzata dalla Uil, i tre scaglioni sarebbero i seguenti:

  • 21% per i redditi compresi tra i 15.000 euro e i 28.000 euro;
  • 38% per i redditi compresi tra i 28.000 euro e i 75.000 euro;
  • 43% per i redditi superiori ai 75.000 euro.

Schermata 2018-09-12 alle 14.30.21-2

In questo caso, il risparmio netto di un lavoratore con un reddito lordo di 15mila euro si dovrebbe aggirare intorno ai 300 euro annui, pari a 23 euro al mese (contando anche la 13esima mensilità). Come è chiaramente visibile nella tabella, l'aumento del reddito provoca l'incremento del risparmio, che si stabilizza soltanto per i redditi superiori a 75mila euro. Soltanto i pochi 'fortunati' i grado di vantare uno stipendio così alto potrebbero beneficiare di un consistente risparmio fiscale, pari a 1.680 euro l'anno, ossia 129 euro per 13 mensilità.

Schermata 2018-09-12 alle 14.30.28-2

Ma stando ai dati forniti dal ministero dell'Economia e delle Finanze relativi all'anno fiscale 2016, la suddivisione in classi di reddito dei lavoratori italiani, a beneficiare di un risparmio cospicuo sarebbero in pochi: il 2% dei contribuenti. Invece, per la maggior parte degli altri, quelli con reddito compreso tra i 15mila e i 29mila euro, lo 'sconto' sarebbe tra i 23 e gli 83 euro mensili. 

Schermata 2018-09-12 alle 14.30.39-2

L'unica a non riportare cambiamenti sarebbe la cosiddetta curva della progressività, che rimarrebbe simile a quella attuale, con un appiattimento minimo soltanto per i reddito fino a 28mila euro. Alla luce di questi dati, le ipotesi presentate restano valide ma, come afferma Proietti della Uil, “andrebbe portata avanti  una riforma fiscale che preveda, contemporaneamente, detrazioni significative per lavoratori dipendenti e pensionati, i soggetti a più alta fedeltà fiscale. Agendo in questo modo si darebbe più reddito a milioni di italiani, contrastando così, il calo dei consumi recentemente registrato dall’Istat".

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Taglio Irpef e aliquote: risparmio minimo o benefici per pochi

Today è in caricamento