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Venerdì, 29 Marzo 2024
Economia

Tassa sui rifiuti: batosta da 300 euro a famiglia, ma il picco è al Sud

Secondo l'Osservatorio nazionale di Cittadinanzattiva il divario territoriale sul costo della Tari è molto marcato: in Trentino Alto Adige la media è sotto i 200 euro, mentre supera i 400 se ci spostiamo in Campania

Nel 2019 le famiglie italiane hanno speso in media circa 300 euro per la tassa sui rifiuti, ma le differenze a livello territoriale sono davvero marcate. Basta pensare che un abitante in provincia di Potenza arriva a pagare 121 euro per questa imposta, quando chi vive a Catania arriva a sborsare più di 500 euro. Una 'forbice' molo ampia quella della Tari, come testimonia la rivelazione annuale  dell’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva. La regione più economica è il Trentino Alto Adige, con 190 euro, la più costosa la Campania con 421 euro.

 L’indagine prende come riferimento una famiglia tipo composta da 3 persone ed una casa di proprietà di 100 metri quadri. Analizzando le tariffe dei 112 capoluoghi di provincia esaminati, sono state riscontrate variazioni in aumento in circa la metà, 51 capoluoghi; tariffe stabili in 27 capoluoghi e in diminuzione in 34. A Matera l’incremento più elevato (+19,1%), a Trapani la diminuzione più consistente (-16,8%). A livello di aree geografiche, i rifiuti costano meno al Nord (in media 258 euro), segue il Centro (299 euro), infine il Sud, più costoso (351 euro).

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La Raccolta dei rifiuti? Costa troppo

Più di due famiglie su tre (precisamente il 68,2%) ritengono di pagare troppo per la raccolta dei rifiuti: la percentuale sale all’83,4% in Sicilia, segue l’Umbria con l’80,2%, la Puglia con il 79,1%, la Campania con il 78,4%. Solo il 60% delle amministrazioni comunali o delle aziende che gestiscono il servizio ha elaborato e reso disponibile la Carta dei servizi. Solo due su tre indicano il tipo di raccolta effettuata, la metà esplicita la frequenza con cui è effettuata. E al cittadino è ancor meno dato a sapere con che frequenza vengono igienizzati i cassonetti (lo indica appena il 47% delle Carte), pulite le strade (37%) o svuotati i cestini per strada (25%).

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“In tema di smaltimento dei rifiuti continuano a registrarsi in molte aree del Paese ritardi ed inefficienze e la transizione verso un’economia circolare, prevista dalla strategia 2020, sembra essere ancora lontana”, dichiara Antonio Gaudioso, segretario generale di Cittadinanzattiva. “Continuiamo a registrare una modalità di calcolo dei costi che non tiene conto dei rifiuti realmente prodotti e quindi non incentiva il cittadino a cambiare i propri comportamenti perdendo così un’occasione per costruire percorsi innovativi basati sul coinvolgimento di cittadini, aziende ed istituzioni in un circuito virtuoso".

"Molto marcate sono le differenze territoriali non solo in termini di costi del servizio ma anche di qualità e la rilevazione delle eventuali agevolazioni disponibili restituisce una fotografia molto variegata: vivere in una città anziché un’altra può voler dire disporre di un servizio gestione rifiuti costoso, insoddisfacente e con limitate agevolazioni a sostegno del pagamento della tariffa” conclude Gaudioso.

Rifiuti, le città più costose e quelle più economiche

Le dieci città più costose, con una spesa annua che supera i 400 euro, sono tutte collocate al Sud, mentre nella top ten delle più economiche solo tre sono meridionali, ossia Potenza, Vibo Valentia e Isernia. Secondo il rapporto Rifiuti urbani 2018 dell’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), gli italiani nel 2017 hanno prodotto meno rifiuti (29,6 milioni di tonnellate, -1,7% rispetto al 2016). La maggioranza dei rifiuti urbani in Italia è prodotta nel nord (47%) seguito dal sud con il 31% e infine dal centro (22%).

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Nel Lazio la tassa ammonta in media a 325 euro a famiglia (contro una media nazionale di 300 euro) e Roma resta la più cara a livello regionale con una spesa di 378 euro (con un decremento del 4,1% rispetto al 2018). E' quanto emerge dalla rilevazione dell’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva che prende come riferimento una famiglia tipo composta da 3 persone ed una casa di proprietà di 100 metri quadri. Dai 378 euro di Roma si passa ai 269 di Viterbo, dove si registra un incremento del 10,1% rispetto al 2018. Negli altri capoluoghi laziali la Tari ammonta a: 335 euro (+2,7%) a Latina; 325 euro (stabile rispetto allo scorso anno) a Rieti e a 319 euro (- 13,7%) a Frosinone. Per quanto riguarda la raccolta differenziata i dati fanno riferimento al 2017 e si va dal 15,2% di Frosinone ai 52,5% di Viterbo. Roma invece al 43,2%.

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Rifiuti, la raccolta differenziata in Italia

La media nazionale di raccolta differenziata ha raggiunto il 55,5% (+3 punti rispetto al 2016) mentre il 23% finisce in discarica. A livello di aree geografiche anche in questo caso il Nord si posiziona al primo posto (66,2%) seguito da Centro (51,8%) e Sud (41,9%). Percentuali più elevate di raccolta differenziata in Veneto (73,6%), Trentino Alto Adige (72%), Lombardia (69,6%), Friuli Venezia Giulia (65,5%); le più basse in Sicilia (appena il 21,7%, Molise (30,7%), Calabria (39,7%).

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