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Venerdì, 19 Aprile 2024
ECONOMIA

"Tasse ridotte": il governo esulta

Il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan vede positivo: "La pressione fiscale scenderà e la riduzione avrà carattere permanente". E in merito ai pericoli per un aumento del deficit non ha dubbi: "Calerà nel 2016"

ROMA - L'Italia ha "una pressione fiscale difficilmente tollerabile". E ancora: "In una fase di emergenza economico-finanziaria la politica fiscale è stata piegata ad obiettivi immediati di gettito, al fine di garantire gli equilibri di finanza pubblica. L'affannata ricerca di risultati si è tradotta, tra il 2008 e il 2014, nell'adozione di oltre settecento misure di intervento in materia fiscale, di aggravio o di sgravio del prelievo. Ne è risultata sacrificata l'esigenza di una ragionata revisione strutturale del sistema fiscale, che consenta di pervenire ad una minore onerosità e ad una maggiore equità distributiva". 

Soltanto pochi mesi fa, era il giugno scorso, così Enrica Laterza, presidente di Coordinamento delle Sezioni riunite della Corte dei Conti, denunciava la preoccupante ascesa della pressione fiscale in Italia. Oggi, a quanto pare, le cose sono cambiate. Almeno secondo il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan: "La pressione fiscale scenderà dal 44,2% ora previsto nei tendenziali al 42,4%".

Padoan conferma che le tasse saranno ridotte e, in un forum con la redazione del Sole 24 Ore spiega che "la riduzione della pressione fiscale, lo voglio sottolineare, ha carattere permanente: nel 2016 disinneschiamo completamente le clausole su Iva e accise per 16,7 miliardi. L'effetto di trascinamento è di 12,2 miliardi. Nel 2017 restano da disinnescare quindi 14 miliardi sui 26 previsti, e nel 2018 circa 19 miliardi sui 29 della clausola. Complessivamente su 72 miliardi di clausole di salvaguardia è già previsto in legge di stabilità un taglio per la metà, vale a dire 36 miliardi nel prossimo triennio".

In merito ai pericoli per un aumento del deficit Padoan non ha dubbi: "Il deficit calerà l'anno prossimo. Il deficit andrà diminuendo dal 3,0% del 2014 al 2,6% del 2015 al 2,2% dell'anno prossimo. Questi sono i numeri. Ho detto che la logica delle clausole di flessibilità Ue è quella di indurre i governi a fare fino in fondo le riforme. Non vedo nessun azzardo nell'utilizzo di questi spazi fiscali, sono legali. Mentre sulla cosiddetta clausola migranti aspettiamo la valutazione della Commissione".
 

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